Google è l’azienda più green del Tech (ed è in buona compagnia)

L’eco-frendly e la green economy non sono più solo temi per hippie ed “alternativi”, ma anche per grandi brand che, oltre a rendersi autosufficienti a livello energetico utilizzando energie rinnovabili, vogliono diventare baluardi dell’ecologia nel panorama mondiale.

G come green, o come Google!

La prima azienda in lista che ha annunciato di aver raggiunto l’autosufficienza energetica derivante da energie rinnovabili è Google, che precisa di essersi prefissata l’obiettivo entro l’anno e che sottolinea come l’autosufficienza sia intesa non per la totalità delle sedi, in quanto non in tutti i Paesi la cosa è realizzabile. Il rapporto autosufficienza-consumi è da intendersi sull’intero numero delle sale server di Google.

Il gigante dei motori di ricerca ha potuto raggiungere il suo obiettivo prefissato nel 2007 in soli dieci anni, grazie agli accordi stretti con i maggiori produttori di energia rinnovabile dei Paesi nei quali le sedi centrali sono presenti, accantonando la volontà – almeno per ora – di lanciarsi nel mercato della vendita dell’energia elettrica.

Alla base della rivoluzione green di Google l’efficientamento dei processi: rendere i server e le memorie attraverso le quali i milioni di utenti ogni giorno usufruiscono dei servizi Google più efficaci e veloci.

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Le altre green company

Un po’ per mantenere il primato, un po’ per seguire la moda, un po’ perché si attribuisce un vero valore all’ecosostenibilità, anche altri nomi a livello globale hanno iniziato il loro percorso verso la green economy.

Tra questi ci sono aziende del Tech e del Food, tutte pronte a lanciare il loro piano di autosufficienza energetica.

Per Facebook efficienza nel servizio e green energy vanno di pari passo. Zuckerberg ha dichiarato che nel 2018 Facebook è in grado di raggiungere un 50% di autosufficienza energetica in alcune delle sedi, arrivando al 100% in altri casi. Le nuovi filiali del social più famoso al mondo, infatti, verranno costruite in zone facilmente raggiungibili da energie rinnovabili e con sistemi di raffreddamento server non più basati su acqua, ma su aria.
Ultimo traguardo: stringere accordi con i produttori per ottenere un prezzo dell’energia giusto e sostenibile per tutti.

Apple è quella che si avvicina di più al primato Google con già più del 93% dell’autosufficienza raggiunta; Dell e HP puntano, invece, sul riciclo con la possibilità di riconsegnare un computer esausto in modo gratuito o studiando prodotti realizzati completamente in materiale riciclabile.

Nel Food, dove lo spreco raggiunge soglie sempre rilevanti, sono McDonald’s, Coca-cola e Starbucks alcuni dei nomi in evidenza.
In particolare per il fast food l’obiettivo sarà quello di ridurre la dispersione energetica del 25% riducendo l’ammontare totale di energia utilizzata.
Per Coca-cola la protezione dell’ambiente si traduce in un’attenzione particolare all’acqua utilizzata nel processo produttivo, all’energia impiegata ed al pack sempre più riciclabile.
In Starbucks, ancora una volta, è il riciclo della materia prima la base: una produzione di caffè più ecosostenibile ed un riutilizzo dei fondi del caffè.

Ultimo, ma forse più avanti tra i settori, è il comparto automobilistico dove automobili ibride o elettriche stanno diventando una priorità per brand come Toyota, Honda e Tesla, portando anche i più conosciuti luxury brand alla creazione di macchine elettriche 100%.

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Anche il Portogallo si guadagna il primato dell’energia pulita

Se nel Tech Google non ha rivali, in tema di Stati e di Europa è il Portogallo il più green dell’Unione: con una produzione energetica a marzo di 4.812 gigawattora, ben oltre il fabbisogno del Paese. Tale surplus è stato generato per il 55% da impianti idroelettrici e per il 42% da impianti eolici.

E anche le previsioni sono davvero positive. Entro il 2040, infatti, gli esperti affermano che il Portogallo raggiungerà l’autosufficienza energetica solamente sfruttando le energie rinnovabili. E per una volta nemmeno l’Italia si è classificata così male, con un quinto posto di tutto rispetto.

Emiko

Nata all’inizio di quei favolosi anni ‘90, Valentina è una ragazza curiosa e colorata, ma anche concreta ed organizzata, decide che l’economia era la sua strada, un’economia fatta di numeri, ma sopratutto d’idee e dell’arte di comunicarle. Quindi dei suoi studi tiene solo le lingue e, da ragioniera in erba, si trasforma in giovane markettara. Triennale in Marketing, Comunicazione Aziendale e Mercati globali in Bicocca, esperienza Erasmus all’estero alla Univerisidad Europea, Master in Marketing Management e una collaborazione in una start-up tutt’altro che tradizionale la rendono la macina idee che è oggi. La combinazione tra la passione per la lettura, una vocazione per il marketing e una vena da scrittrice conservata nel cassetto la mutano inoltre, all’occasione, in Emiko, novella Ninja orgogliosa di portare la sua nuova e scintillante divisa nera ed impaziente di condividere con voi le sue idee!

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