Così Facebook prende (e vende) ogni giorno i nostri dati

Ormai lo sappiamo bene: Facebook è il luogo-non luogo in cui ogni aspetto della nostra vita, in qualsiasi momento, viene mostrato ai nostri contatti. Smussiamo, modifichiamo, filtriamo e impacchettiamo la nostra quotidianità fino a regalarla agli altri, aspettandoci – ovviamente – qualcosa in cambio: la loro stessa vita quotidiana.

Metterci in vetrina ha però delle conseguenze, e queste non sono affatto trascurabili. Parliamo di privacy, di come Facebook ne accentui le conseguenze in caso di violazione ma anche di quello che il colosso di Menlo Park ha intenzione di fare per tutelare i suoi utenti.

Fuori da Facebook

Il contesto generale è quello del nuovo Regolamento Europeo per il trattamento e la protezione dei dati personali che sarà in vigore dal prossimo 25 maggio. La normativa prevede che le aziende e le amministrazioni pubbliche garantiscano agli utenti un maggior controllo e, dunque, una maggiore consapevolezza di ciò che accade ai propri dati personali e sensibili.

In che modo? Presto detto.

Molto spesso, quando il database informatico di un’azienda viene violato non c’è una diretta e repentina comunicazione dell’accaduto agli utenti. E questo crea non pochi disagi. Ecco, con la nuova normativa la violazione dovrà essere notificata entro e non oltre le 72 ore successive e gli utenti dovranno poter agire direttamente sui propri contenuti, scaricandoli e cancellandoli. 

Ovviamente, le modifiche e le regole introdotte dal regolamento sono molte e tutte – se concretamente applicate – efficaci.

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Dentro Facebook

Il social network, con i suoi 343 milioni utenti europei, è uno dei soggetti maggiormente coinvolti nell’applicazione della nuova normativa.

Infatti, Facebook – tacciato in passato di aver trattato i dati personali dei suoi utenti in maniera poco chiara – questa volta ha deciso di fare le cose per bene e ha pubblicato una guida informativa sulle modalità di gestione della privacy degli utenti. 

Di solito si pensa che il solo essere presenti su un social network significhi voler rendere pubblici i propri dati personali. E forse questo può anche essere vero ma gli utenti dovrebbero avere quantomeno la possibilità di scegliere.

“Non tutti vogliono condividere le loro informazioni – ha dichiarato Erin Egan, responsabile del dipartimento dedicato alla privacy di Facebook – e per questo è importante che si possa scegliere se e come vengono utilizzate le proprie informazioni”.

Gli aspetti più interessanti vengono dal mondo della pubblicità. Come vengono trattati i dati degli utenti durante il processo di creazione di inserzioni pubblicitarie?

Come nasce un annuncio pubblicitario

Partiamo dal presupposto che i dati e le informazioni che Facebook conosce su di noi verranno condivisi con aziende e compagnie private. La sezione pubblicità della normativa si concentra proprio su questo aspetto.

Noi visualizziamo annunci e banner su siti web esterni anche in base a ciò che facciamo su Facebook. Sì, proprio così perché il programma Audience Network permette alle aziende di estendere le proprie campagne pubblicitarie anche al di fuori dei social.

Per capirci: se l’utente segue pagine tematiche riguardanti la cucina o il cinema, troverà inserzioni inerenti a quegli argomenti nei siti web che visita. 

Trascorrendo il nostro tempo su Facebook, poi, ci si renderà conto che più interagiamo con alcuni brand nella vita reale e più ci ritroviamo di fronte ai loro annunci. Come è possibile? Semplice: basta condividere numero di telefono o email con un’azienda e questa può facilmente generare annunci personalizzati. 

Ma, per concludere, quali sono esattamente le informazioni che Facebook raccoglie su di noi? 

Da una parte, ci sono i dati a cui può accedere direttamente – alla portata di qualsiasi altro utente – contenuti pubblicati, luoghi visitati, eventi a cui si è partecipato, like, commenti e tag. Dall’altra, invece, ci sono quelle informazioni che vengono estrapolate dalla rete di contatti a cui un utente è legato, dai siti web visitati, dai prodotti cercati e dal tipo di dispositivo utilizzato. 

Insomma, le informazioni sono molte e variegate. La battaglia della privacy sarà sicuramente a un punto di svolta – almeno in Europa – con il cambio di legislazione e il nuovo regolamento: vista però la complessità di dati che possiamo legittimamente concedere a Facebook, è meglio entrare in più nei meccanismi che regolano la gestione dei nostri dati, per non farci trovare impreparati!

Martina Masullo

Ho 28 anni e sono laureata in Corporate Communication and Media all'Università degli Studi di Salerno e collaboro con le cattedre di Sociologia dei processi culturali e Media classici e media digitali. Giornalista pubblicista e social media editor, ho coniugato due delle mie più grandi passioni: quella per il giornalismo e quella per i social media. Pertanto, amo tutto ciò che può essere comunicato e cerco di farlo al meglio, con emozione. Credo nel contagio delle (buone) idee e nella loro capacità di smuovere montagne.

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