Le attività di celebrity endorsement sono tutt’oggi un tipo di comunicazione ampiamente utilizzata dai brand. Che si tratti di televisione o di web, sono molti gli spot che hanno per protagonisti personaggi famosi impegnati a promuovere qualche azienda e i suoi prodotti, anche oggi che il concetto di “celebrità” ha subito profonde mutazioni.
Questo radicale slittamento di percezione dello status di “personaggio degno di fama” ha tuttavia profondamente influenzato il modo in cui oggi, ai tempi dei social network e della microcelebrità, i creativi scelgono di ideare campagne di celebrity endorsement.
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La concezione sociale di celebrità è radicalmente mutata con l’avvento dei social media. Da una parte abbiamo le celebrities tradizionali, star dello spettacolo e dello sport, che tramite questi mezzi digitali si espongono e vengono esposte all’opinione pubblica a livelli fino a un decennio fa impensabili.
Le strategie di endorsement hanno via via incluso opinion leader e influencer, e accantonato l’utilizzo di celebrità come semplici promotori del prodotto.
Come conseguenza della democratizzazione della fama, il tono stesso di queste attività di advertising è cambiata. Da una pubblicità di stampo mitico (la celebrity è portavoce dello status raggiungibile tramite il possesso del prodotto reclamizzato), si è passati ad una comunicazione obliqua, che valorizza gli aspetti ludici del prodotto/servizio e utilizza paradossi e ironia nella sua narrazione.
I modelli predominanti nella comunicazione commerciale di oggi sono quelli del documentario-testimonianza, dello stunt, o della messa in narrazione di mondi possibili ed emozionanti dove lo spettatore possa riconoscersi, in cui possa sentirsi in qualche modo coinvolto, accettato. Anche quando questo passa attraverso la “smitizzazione” di personaggio noti e amati.
Evidentemente, gli obiettivi commerciali di una attività di co-marketing tra brand e testimonial rimangono gli stessi: la credibilità della celebrità è tuttora fondamentale ed imprescindibile, ma sono i valori sui quali essi si basa ad essersi modificati.
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Grazie alla rete si può diventare famosi, seguiti ed apprezzati senza aver mai calpestato un red carpet ma avendo migliaia di follower su Instagram e Vine (si può perfino essere un gatto e diventare Grumpy Cat o Lil Bub!). L’empatia con un personaggio noto oggi si fonda anche su valori di competenza, affidabilità, ma anche riconoscimento di una rassomiglianza “interiore”.
Questi sono solo alcuni esempi di spot che mostrano un modo differente di fare campagne con testimonial, che esulano dal semplice product endorsement e senza cadere nella trappola del trash (“So good”, vi dice niente? 😉 ). Ne conoscete altri? Cosa ne pensate di questo modo di fare pubblicità?
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