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  • Le donne Business Angel sono poche e possiedono solo il 9% dei capitali aziendali

    Anche in un settore innovativo come quello delle startup il divario tra uomini e donne è rilevante e rischia di diventare un circolo vizioso

    18 Ottobre 2018

    In un settore innovativo come quello delle startup la staticità dei ruoli non dovrebbe esistere, eppure ancora oggi è evidente: da recenti studi le donne che posseggono la maggioranza dei capitali aziendali si attestano solo ad uno scarsissimo 9%. Quali sono i motivi di questa disparità? L’organizzazione #Angels con la sua ricerca #TheGapTable tenta di spiegarlo. Sicuramente il basso numero di donne a capo di startup influisce sul fatto che ci siano poche donne mentori di imprenditrici in erba e, di conseguenza, pochi capitali femminili nell’investimento su nuove realtà. Le startup al femminile, però, ottengono i risultati migliori sul campo, nonostante i pochi investimenti.

    Credits: Depositphotos #60035979
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    Cause e conseguenze della disparità di genere tra i Business Angel

    9% è questo il volume medio di capitale di investimento e di leadership in mano femminile in campo startup e questo è un dato rilevante in quanto chi investe in un’azienda è anche colui che ne detiene il potere decisionale e di rappresentanza. La disparità uomo e donna risiede in un motivo fondamentale, sembra di capire: la percentuale di donne impiegate con un ruolo manageriale o di ricerca e sviluppo è irrisoria con la conseguente impossibilità di raggiungere guadagni importanti da reinvestire in new business e startup. Dal censimento (The Cap Table) che viene realizzato ogni anno indagando nel panorama startup della Silicon Valley, che rivela la divisione dei poteri e del mercato nella ‘valle dell’innovazione’, emerge la persistente disparità tra uomini e donne a capo delle aziende. #Angels, l’associazione al femminile che si occupa di dar voce ai soci di capitale donne, ha voluto analizzare le quote rosa sia per quanto riguarda gli stakeholders che gli shareholders tra le startup americane, confermando il fatto che soltanto il 33% dei fondatori e degli shareholders è donna, con un 9% di capitale detenuto. Una volta ottenuto il risultato, però, è necessario andare a fondo dei motivi e dei fattori che determinano questa situazione di fatto. Analizziamoli insieme:
    • valutazione aziendale più bassa – Le startup al femminile vengono percepite come società di minor valore rispetto a quelle maschili e si trovano, quindi, a dover vendere più quote sul mercato per continuare a crescere. Quote che la maggior parte delle volte vengono acquisite da investitori uomini.
    • Investimenti inferiori da parte del mercato – Una startup fondata da donne fa più fatica nell’ottenere credibilità di fronte ai business angel.
    • Discriminazione (a tutti gli effetti) – Non c’è fondatrice o settore che tenga, una startup guidata da una donna viene considerata di poco conto.
    • Poche investitrici equivalgono a pochi capitali alle startup in rosa – Questo è dovuto al fatto che una startup al femminile, per sopravvivere, ha bisogno di più soci, soprattutto uomini, che portino più credibilità al mercato e che attirino investimenti con una conseguente perdita di capitali da parte della donna fondatrice e minor successo di mercato.
    L’unica vera soluzione per migliorare questo scenario potrebbe essere il dialogo. Ciò di cui necessita il mercato delle startup e delle aziende è, infatti, che gli attuali leader diano il buon esempio, imparando a convivere e dialogare con le donne imprenditrici per preparare le nuove generazioni a una situazione di parità tra investitori, qualunque sia il loro sesso.

    Casi di in-successo

    donne angels 2 Il settore in cui questa disparità di trattamento è più evidente è quello noto come Women in Tech. Anche se le girls in Tech sanno di essere brave e vincenti, sono ben noti i casi in cui a causa del proprio genere hanno dovuto rinunciare al loro sogno, a causa della disparità di trattamento o di avance un po’ troppo spinte. I casi di sessismo registrati nella Silicon Valley vanno da inviti a cena superflui, a complimenti fisici non necessari e fraintendibili, fino alla paura di parlare per non essere licenziate o declassate. Com’è possibile che ancora oggi esistano queste differenze? Innanzitutto, anche se le startup in rosa statisticamente raggiungano migliori risultati, vengono discriminate in quanto secondo un dogma ormai radicato le startup di successo sono guidate da uomini, mentre le donne non possono avere successo. Il secondo motivo riguarda la difficoltà di lavorare a fianco di donne, ritenute – sempre secondo gli stereotipi – più volubili, aggressive o lunatiche. Tutte le ricerche e gli studi trovano un’unica soluzione possibile: offrire più spazio alle donne, credendo più nelle loro capacità. Quindi anche con una maggior rappresentazione tra le file degli investitori per poter a loro volta puntare su idee vincenti di altre donne. LEGGI ANCHE: Le donne nelle professioni digitali sono ancora troppo poche, lo dice una ricerca

    WA4E, un’iniziativa per le Business Angel europee

    donne angels3 Il tema della disparità di numeri tra i business men e le business women è un tema caldo per tutti e, oltre alle organizzazioni dedicate come #Angels, anche le istituzioni hanno espresso la necessità di organizzare iniziative in grado di rendere meno radicato il problema. Prima tra tutti l’Unione Europea con il suo progetto WA4E. L’iniziativa è dedicata a Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Spagna e Regno Unito ed è realizzata in collaborazione con le più importanti associazioni di Business Angel locali, come la BAE (Business Angel Europe) e la ​IBAN (Italian Business Angels Network Association). L’obiettivo da raggiungere è importante: tra il 2017 e il 2018 incrementare il numero di Business Angel femminili del 10% con un conseguente aumento degli investimenti in campo startup di due milioni e mezzo. LEGGI ANCHEPiù donne al comando nel report annuale di Facebook sulla diversità Il programma WA4E è diretto ad un pubblico femminile già operante nel mondo business con un livello di esperienza elevato, tra i 30 e i 50 anni e che, grazie al capitale posseduto o all’esperienza maturata come fondatrice o AD di una startup, voglia approcciarsi al mondo delle Business Angel. Una volta individuato il target, il programma mira a supportare le future Business Angel con consigli e informazioni in merito a come, dove, quanto investire; business class per trasferire esperienze e best practice di altre business women guida; sessioni informative in merito a leggi ed economia aziendale. WA4E vuole, infine, andare a stimolare gli stati sovrani con iniziative a livello regionale per favorire l’integrazione delle nuove business angels negli investimenti sui mercati locali. La versione completa della misura è disponibile qui.