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Il 2022 è ormai finito, stai cercando lavoro e la pandemia ha cambiato alcune delle regole del gioco accelerando processi che stavano solo per affacciarsi all’orizzonte e rendendo possibili condizioni lavorative inimmaginabili, soprattutto se si parla di Smart Working e di PMI italiane.
In questo scenario, quindi, è utile orientare la stesura del proprio CV diversamente, tralasciando informazioni fisiche, come la residenza o il solo titolo di studio, per evidenziare le proprie specializzazioni o soft skill calate sul ruolo per il quale ci si sta candidando.
Ci troviamo, di fatto, al centro della quarta rivoluzione industriale in cui le nuove tecnologie si fanno sempre più centrali nella vita delle persone e dei lavoratori.
Chi cerca un nuovo posto di lavoro o si sta inserendo in questo mondo per la prima volta scandaglia il web alla ricerca di informazioni utili, di buoni consigli e di modelli efficaci. Oggi più che mai anche i social si fanno densi di tutti questi temi, TikTok compreso.
Proprio su TikTok troviamo Erica Rivera, una recruiter Google, che dispensa consigli di to do e not to do per la stesura di un CV nel 2022 scatenando commenti ed interazioni, anche contrarie, da parte della community. Una cosa è certa, di candidature ne deve aver viste molte nella sua carriera.
Ecco i 5 punti che per Erica Rivera oramai sono Old:
Le Best Practice non riguardano solo il CV, Mrs Rivera incoraggia i candidati a porre domande durante il colloquio e a presentarsi preparati sull’azienda che andranno a conoscere e, dall’altra parte, si rivolge agli intervistatori ricordando loro che fare dei colloqui non è come uno sprint, do tutto subito, ma è più come una maratona, ci vuole tempo e dedizione per raggiungere il risultato.
Nonostante i consigli di Erica la nostra premessa è stata chiara: questi sono solo consigli e le reazioni sotto i TikTok dell’esperta lo hanno dimostrato. Alcuni recruiter o CEO non hanno espresso il loro consenso, ma rimane un punto fermo il fatto che con nuove posizioni aperte e la voglia di cambiare, i candidati si trovano in un mondo sempre più disorientante.
Ora poniamo un focus sulle skill. Il mondo del lavoro e di vedere le competenze è cambiato nell’ultimo decennio e lo vediamo sia nelle capacità acquisite scolasticamente, sia in quelle personali.
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Partiamo dalle cosiddette Hard Skill, quelle, cioè, testimoniate da un diploma o una laurea.
Nel mondo del lavoro di oggi queste non sono più in primo piano, non perché non siano importanti, ma perché l’intervistatore le dà per scontate se si è fatta domanda per quel ruolo o azienda.
Soprattutto per skill tecnologiche o digitali che, almeno le basi, sono entrate nella nostra vita quotidiana e da questa non scindibili.
Inoltre il periodo pandemico ha portato, in alcuni casi, ad una ricerca disperata di risorse da parte delle aziende sorvolando su quelle che erano le qualifiche per puntare ad una formazione interna. Le conseguenze? Le aziende hanno acquisito una visione in cui la risorsa è molto più della sua qualifica e il collaboratore ha imparato anche "soft skill riciclabili" in altri settori o realtà.
Ecco quindi come le tanto chiacchierate Soft Skill hanno incrementato la loro rilevanza e sono diventate il fattore decisivo per concludere positivamente un colloquio di lavoro.
Devi dimostrare di essere la persona giusta al momento giusto attraverso le esperienze che ti hanno portato ad apprendere determinate capacità, oltre che cercare di fare il colloquio in presenza e dimostrare un discreto livello di resilienza e di adattamento culturale.
Machines will overtake humans in terms of performing more tasks at the workplace by 2025 — but there could still be 58 million net new jobs created in the next five years, the World Economic Forum (WEF) said in a report.
Questo potrebbe essere un fedele riassunto di quella che sarà la quarta rivoluzione industriale e di quello che rappresenterà per la forza lavoro umana.
L’automazione, quindi, dilagherà e lo farà in modo inevitabile, ma lascerà più spazio ai lavoratori “umani” per quelle attività in cui l’umanità è necessaria togliendo tutti quei compiti invece più ripetitivi e adatti ad intelligenze artificiali.
Questo avrà un risvolto rilevante su quello che è il mondo del lavoro nella creazione di un tessuto mutevole e in cui la percentuale di ore lavorate sarà inferiore, ma in cui la formazione interna deve, necessariamente, rimanere al primo posto per continuare ad essere competitivi.
I settori in cui si vede una crescita più importante nel numero di posti di lavoro generati sono quello medico, dopo la pandemia l’assistenza medica e sanitaria è tornata a essere un cavallo di battaglia, dopo di questo tutto quello che riguarda la governabilità della tecnologia ed, infine, tutto il settore di customer care e attenzione al cliente; settore in cui la tecnologia può fare meno che in altri.
Ad oggi, però, le risorse richieste dalle aziende sono poche o sotto qualificate.
Questo è dovuto anche al fatto che il mondo accademico e quello del lavoro sono sempre stati distanti tra loro e i giovani hanno sempre dovuto passare per lavori inadatti prima di approdare al lavoro dei sogni per il quale si è studiato.
In un mercato del lavoro che cambia, non solo il CV o le soft skill sono al centro, ma anche il collaboratore con la sue esigenze e la sua voglia di maggior tempo libero a disposizione grazie ad orari e luoghi di lavoro che ne permettono una maggiore flessibilità.
Più del 50% della forza lavoro sta pensando di cambiare l’attuale posto di lavoro per un altro che gli permetta di avere più tempo libero o che concili meglio lo smart working con il lavoro in presenza.
E l’altro 50% che invece sta bene dov’è ha preso consapevolezza nel chiedere una promozione o un aumento.
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Ma vediamo un elenco di quelle che secondo le ricerche potranno essere i lavori del futuro
Nella lista compaiono molti ruoli relativi alla programmazione, tecnologia e protezione dei dati. Ma anche posizioni dedicate alla vendita e al customer care non mancano.
Devi dimostrare di essere la persona giusta al momento giusto attraverso le esperienze che ti hanno portato ad apprendere determinate capacità.