• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Video Marketing Strategy, perché non può mancare nella tua azienda

    L’86% dei consumatori ama guardare video dei brand del cuore

    8 Aprile 2021

    In uno scenario in cui l’86% dei consumatori cerca e vuole video online da parte dei brand che segue e l’81% del traffico web si concentra sulla fruizione video, è chiaro che per le aziende è giunto il momento di sperimentare, implementando quella che possiamo definire una Video Marketing Strategy. Una strategia per cui la comunicazione non è più solo verbale o fotografica, ma alla quale vanno affiancati necessariamente contenuti video che, se studiati bene e ricchi di call to action, possono portare a nuove conversioni e clienti. Ad oggi, la maggior parte delle richieste si concentrano su video tutorial o di spiegazione prodotto, perché aiutano le persone ad avere una visione più “realistica” di quello che si andrà ad acquistare. Trend che non ha avuto uno stop nemmeno nel periodo pandemia, con il 74% dei “marketers” che hanno affermato di essersi avvicinati o aver incrementato l’uso dei video proprio in questo periodo. Un monito: mai improvvisarsi! O lo fai bene o lascia perdere.

    Video Marketing Strategy, di cosa stiamo parlando e come applicarla al meglio

    Partiamo dalla base, si chiama Video Marketing Strategy proprio perché includere materiale video nella propria comunicazione fa parte di una strategia e deve quindi essere ben pianificata e dai risultati misurabili. Produrre contenuti video in modo approssimativo e senza un’idea ben chiara potrebbe tramutarsi in un boomerang. Quando un brand decide di creare una Marketing Video Strategy può porsi il chiaro obiettivo di intrattenere il pubblico. Lo spettatore/consumatore che decide di schiacciare play è interessato a cosa il brand ha da dire e, in generale, si aspetta che queste informazioni forniscano un valore aggiuntivo rispetto a quello che ha già letto, magari sui canali ufficiali. La comunicazione non è passiva come quella presente in un palinsesto televisivo, ma attiva: io cerco una cosa specifica, la trovo, scelgo di guardarla. Sarà necessario partire con l’identificare le KPI sia della strategia complessiva sia del singolo video e decidere su che canale o canali si vuole procedere. Ognuno di questi, infatti, ha i suoi formati e le sue regole, come la durata del video o il tone of voice. Poi, sarà opportuno definire i nostri obiettivi a breve e lungo termine e dove questa strategia dovrà condurre. Finalmente ci siamo: è tempo di produrre il video. La produzione, come dicevamo sopra, non deve trasudare di improvvisazione: è necessario ingaggiare esperti del settore per creare un prodotto efficace che veicoli il messaggio che vogliamo dare, che sia “adattabile” ai diversi formati di canale: se punto a YouTube posso pensare a qualcosa di più lungo, ma se mi lancio sui social dovrò probabilmente dirigermi su qualcosa di breve, accattivante e che porti condivisioni. Possiamo ospitare i nostri video su server interni (e da lì condividerli) oppure crearli nativi su YouTube, per esempio, creando un canale tutto nostro. Sfruttare canali già affermati può essere la chiave per raggiungere una porzione rilevante di pubblico. Attenzione però: un canale con un solo video è peggio di una piattaforma privata. LEGGI ANCHE: Le performance dei creator su YouTube del settore Entertainment analizzate da Buzzoole

    Alcuni consigli per creare top video

    Prevedere sempre dei sottotitoli: non sempre il consumatore può ascoltare l’audio di un video, o perché in un contesto in cui non gli è permesso o perché gli serve una traduzione di quello che ascolta. Per evitare che passi oltre è importante inserirli. Il Tone of Voice deve essere informale, chiaro, conciso e che accentui la caratteristica di facile fruibilità del mezzo, oltre che portare dritto alla soluzione che il cliente sta cercando. L’indicizzazione del video per i motori di ricerca, poi, è molto importante perché ci permetterà di essere trovati nel momento in cui il consumatore cerca una specifica parola o argomento. Per questo, nella sezione dedicata al caricamento, è necessariocompilare il titolo del video, la sua meta descrizione e la descrizione vera e propria. In ultimo c’è la misurazione di risultati, l’engagement data è quel parametro di misurazione essenziale per una video strategy perché dà la possibilità di verificare quanto l’audience ha guardato il contenuto, così da andare eventualmente a correggere o modificare il mio messaggio e la mia comunicazione. Un’azienda può decidere anche di produrre una sorta di miniserie che coinvolga il consumatore con una prima puntata, per attirare l’attenzione, e con puntate successive che spieghino diversi prodotti, tutte unite da un filone tematico. L’importante è trasferire sempre all’utente i vantaggi ed essere chiari nel messaggio: i primi 10 secondi sono tutto! I video potranno poi essere incorporati in landing page specifiche e utilizzati come approfondimento sul tema: non dover leggere moltissime parole, ma ascoltare solo una spiegazione, in molti casi ha un appeal diverso e migliore; un video può anche essere incorporato in newsletter e campagne mail, direttamente o con un link o uno screenshot. Call to action: invita il tuo spettatore a fare qualcosa, portalo sulla tua landing page o invitalo a provare il tuo prodotto. Un video interattivo che rende lo spettatore/cliente protagonista è sicuramente più efficace. E questo ci porta al passo successivo: i video interattivi.

    Level Pro con i video interattivi

    A chi non viene immediatamente in mente la puntata di Black Mirror in cui era lo spettatore a diventare protagonista e a prendere le decisioni? Ecco, più o meno, quando si parla di video interattivi, possiamo sfruttare questo esempio. Con i video interattivi, il nostro pubblico/cliente è coinvolto in prima persona nel contenuto. Può vedere, per esempio, i retroscena o prendere delle decisioni durante lo scorrimento del video. Questo tipo di produzione potrà ricoprire una posizione di top of mind tra i ricordi del target. Si parla quindi di video lineare quando lo spettatore può compiere le classiche azioni di play, pausa, skip, stop; mentre di video interattivo quando, oltre alle azioni sopra citate, chi lo sta guardando può definirne lo svolgimento e prendere decisioni in prima persona. Chiaramente, dare al consumatore la possibilità in prima persona di “fare cose” mentre guarda il nostro video, oltre che a fornire un elevato grado di personalizzazione, dà al brand in grado di monitorare le scelte dello spettatore importanti indicazioni sul suo comportamento e, di conseguenza, sulle modifiche o sull’implementazione della strategia marketing fino ad oggi sviluppata. Un video interattivo complesso, ma che guidi il consumatore in modo efficace nella ricerca delle risposte, conterrà al suo interno delle ricerche cross-video: durante la fruizione darà la possibilità di muoversi all’interno del contenuto stesso tramite call to action o skip particolari in grado di creare per l’audience un plot unico e dedicato, ogni volta diverso a seconda di quello che si sta cercando.

    L’importanza della Gamification

    Per creare una Marketing Video Strategy che includa in modo efficace dei video, un brand non può sottovalutare la forza della Gamification. Rendendo l’esperienza una sorta di gioco, il consumatore può interagire e fare delle scelte non troppo complicate o “dolorose”, ma che lo divertano e, in caso, che lo portino alla soluzione attesa, come ha fatto, ad esempio, Allianz che con il suo video dedicato al recruiting ha reso “leggero” un tema a volte spinoso. Un video interattivo efficace sarà un video interattivo virale: un consumatore divertito e soddisfatto coinvolgerà gli amici nella visualizzazione dello stesso, non necessariamente perché altre persone stanno cercando la stessa risposta, ma anche solo per dire “oh guarda cosa ha fatto questa azienda!”. Ecco quindi che per un brand avere la possibilità di veder condivisi i propri contenuti e poi essere ricordato nel vero momento del bisogno, è un vantaggio competitivo.

    Un po’ di dati di quello che sembra un trend in continua crescita

    I dati di chiusura 2020 e quelli di apertura 2021 sostanzialmente coincidono: l’86% delle strategie marketing moderne non possono esulare dal coinvolgere i video, con una crescita del prodotto di più del 61% dal 2016. LEGGI ANCHE: Milano Digital Week 2021. Il digitale da bene essenziale a bene comune I consumatori, infatti, continuano sempre di più a cercare video online, i cosiddetti video-tutorial, per comprendere meglio come funziona un oggetto o video-recensioni per capire se comprare o meno un determinato prodotto. Essere sul mercato con materiale video, oltre a far dire al brand “ci sono anche io”, si traduce con un vero e proprio vantaggio economico: il ROI delle aziende con una Video Marketing Strategy efficace migliora, aumenta il traffico sul sito aziendale e il tempo di permanenza online, con conseguente aumento di leads, ma anche di acquisti. Si tratta di un beneficio che si sposta anche sull’offline con un decremento significativo delle chiamate al customer-care. Dato poi importante è rappresentato dall’incidenza che la pandemia nel 2020 ha avuto sul trend. Anche nel 2021, ci sono ragionevoli indicatori che spingono sull’implementazione di video. Il Covid-19 ha portato ad un incremento del 74% di brand che hanno, proprio in questo periodo, iniziato a usare i video nella loro strategia comunicativa grazie anche alla diminuzione dei costi per la produzione degli stessi e la richiesta del mercato. E per quanto riguarda i canali di fruizione? Se YouTube si attesta come il canale di riferimento, anche Facebook , Instgram e LinkedIn hanno implementato nuove modalità di fruizione, come i Reel. La vera novità 2021 è rappresentata, sul tema, da Pinterest con Pinterest Premiere, la nuova funzionalità che darà la possibilità alle aziende di creare video sponsorizzati e targhettizzati secondo l’audience che si vuol intercettare. LEGGI ANCHE: Pinterest Ads: consigli e strategie per ottimizzare le tue campagne