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  • Instagram History, la Memoria della Shoah diventa digital

    Nel Giorno della Memoria, il ricordo delle vittime di sterminio rivive attraverso gli influencers e la Generazione Z

    27 Gennaio 2021

    «La memoria della deportazione non si può fermare». Instagram diventa così Storia. Nel Giorno della Memoria, 121 racconti di milanesi deportati nei campi di sterminio rivivono attraverso le Instagram stories di influencers e testimonial illustri dello spettacolo per ricordare una delle più grandi tragedie del Novecento. La memoria viene affidata al futuro attraverso il digitale e la Generazione Z, affidando ai giovani la missione di non dimenticare, utilizzando il loro stesso linguaggio contemporaneo, con il progetto “Instagram History”, realizzato dall’agenzia creativa Imille in collaborazione con il Comitato Pietre d’Inciampo e  CTRL Magazine, con il Patrocinio del Comune di Milano e il sostegno della senatrice a vita Liliana Segre, Presidente Onorario del Comitato.

    Giorno della Memoria 2.0

    Una commemorazione in chiave 2.0 e al passo coi tempi, trasposta anche nel videoclip emozionale che parte dall’orrore del fascismo del 1943 alla Milano deserta del 2020 a causa del lockdown, con le sue strade vuote ma disseminate dalle Pietre d’Inciampo riportanti i nomi delle vittime e degli eroi “affinchè nessuno possa ripercorrere le strade della deportazione”.

    L’idea creativa

    «Le nuove generazioni con i social consumano ogni giorno una grande quantità di informazioni, spesso in maniera frenetica e superficiale – racconta Paolo Pascolo, CEO de Imille – Con ‘Instagram History’ abbiamo creato una rottura in questo stream riportando alla luce delle storie che potessero far riflettere. La Storia del ‘900 – anche quella più nefasta – è fatta anche dalle singole storie personali di uomini e donne. ‘Instagram History’ dà voce alle vicende di queste persone che – senza nessuna colpa e per il loro coraggio – furono deportate e non tornarono più a casa».

    Gli influencers adottano una Pietra d’Inciampo per 24 ore

    Un’idea avviata nei mesi precedenti coinvolgendo le scuole di Milano, fino alla 76esima ricorrenza della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, con le stories di Instagram di personaggi famosi che hanno aderito all’iniziativa, tra cui l’ AC Milan, Mahmood, Noemi, Elisa, I Ministri, Selton, Costantino della Gherardesca, Stefano Boeri, Beppe Sala e Ghemon, adottando Una Pietra d’Inciampo per 24 ore. «Finora riuscivamo a coinvolgere un target di persone oggettivamente di età non giovanissima, che condividevano un ricordo – spiega Marco Steiner, Presidente del Comitato Pietre d’Inciampo di Milano –  L’utilizzo di Instagram ci permette di condividere una memoria avvicinandoci ai giovani: fa inciampare i giovani in qualcosa che non conoscono: potrebbe svilupparsi un effetto domino». A quasi ottant’anni dalla Shoah, il testimone passa alle giovani generazioni, utilizzando i modi a loro più familiari e congeniali, Instagram in primis. Il futuro delle città è data driven

    La contaminazione memoria-digital-futuro

    «L’ambizione de Imille, dalla nascita, è quella di contaminare – evidenzia Simone Tornabene, Partner e Head of Strategy Imille – Che si tratti di ambiti differenti come la brand narrative e il design di interfacce digitali o di linguaggi e contenuti apparentemente distanti, i progetti in cui esprimiamo il meglio del nostro team sono proprio quelli che ci permettono la massima contaminazione. Il progetto Instagram History è un esempio di questo ed è stato ideale per noi, perché non arrivando da “un cliente” ci ha permesso il massimo grado di libertà. Siamo partiti da alcune domande ardite, chiedendoci se fosse ancora rilevante il dramma delle deportazioni della seconda guerra mondiale per la Generazione Z, ma anche come preservare la memoria di qualcosa dotato di grande fisicità – come le pietre d’inciampo – al tempo del Covid-19, dove ciascuno di noi è confinato in casa. Il risultato è il progetto con cui potete interagire su Instagram». Un progetto nato a luglio del 2020, come racconta Marta Nava Creative Lead che ha lavorato al copywriting e al concept: «Il Covid ha drammaticamente colpito la generazione legata alla testimonianza della deportazione e il lockdown ha chiuso le persone in casa, ma soprattutto gli studenti, bloccando tutti i progetti legati alla Memoria. Abbiamo pensato di mettere i mezzi e linguaggi dei social network, che sono il punto di forza de Imille, al servizio della nostra città, in un progetto di comunicazione sociale. La responsabilità che abbiamo sentito è stata condivisa subito dagli influencer, che come noi hanno partecipato a Instagram History in maniera personale e a titolo completamente gratuito. Il progetto già oggi viene utilizzato per la didattica nella città di Milano. Speriamo che si possa ampliare nelle altre città e regioni, per trattare quante più storie possibili e raggiungere tutti i nostri studenti anche nella post Covid Era».

    Cosa sono le Pietre d’Inciampo?

    Le Pietre d’inciampo sono un progetto dell’artista tedesco Gunter Demnig e rappresentano il più grande monumento diffuso d’Europa a ricordo delle vittime dei campi di sterminio nazisti, perseguitate per religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. Oggi esistono oltre 80.000 Pietre d’Inciampo in 26 Paesi europei, poste davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data di morte. “Ricordare e trasmettere la memoria e i valori che custodisce è un dovere di tutti, che impegna ancora di più chi ha un ruolo politico e amministrativo”, commentano la vice sindaco di Milano Anna Scavuzzo e il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé. Le Pietre d’Inciampo milanesi sono ormai diffuse su tutto il territorio urbano e coinvolgono tutte le componenti della cittadinanza, per ricordare chi ha subito atroci ingiustizie. Consistono in un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto di ottone lucente, che permette al passante di notarle tra mille altri ciottoli, creando così un vero e proprio “inciampo”, trasferito poi dall’agenzia creativa in un “inciampo digitale”, una frattura nella comunicazione, imponendosi sulle coscienze, per abbattere l’indifferenza e costringere alla riflessione. «Spesso quando si parla dei nuovi mezzi di comunicazione si lo si fa parlando in termini negativi e oscuri – afferma Giovanni Nava, Creative Lead Imille, impegnato nell’art direction e nel concept del progetto – I social media sono pericolosi, perché “quello che rimane sui social rimane per sempre”. Instagram History vuole cambiare queste dinamiche non solo portando la Memoria nel linguaggio della mia generazione e della prossima generazione, ma comprendendo le dinamiche dei nuovi media e vuole sfruttandole per permetterci di raggiungere il nostro scopo: quello di far rimanere il ricordo delle storie delle pietre d’inciampo vivo per sempre».