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La creatività non è morta, ma oggi si fonde con AI e Tech

  • L’intelligenza artificiale si fonde con la creatività e viene usata in mondi e modi non convenzionali
  • La creatività non è morta: si fonde col tech, che la supporta per essere al passo coi tempi

 

L’avete vista tutti Futurama, la sitcom statunitense creata da Matt Groening e trasmessa da FOX (negli USA) e su Italia 1 (in Italia).

Philip J. Fry, il protagonista, fattorino di una pizzeria, finisce accidentalmente in una capsula per il sonno criogenico, risvegliandosi mille anni dopo. Ha un robot come migliore amico, Bender.

Tra navicelle e avventure nello spazio, la sitcom è andata avanti per ben otto stagioni.

Spesso irriverente, induceva riflessioni su quello che avrebbe potuto essere il futuro.

No, oggi i tempi non sono maturi abbastanza per avere un robot come migliore amico, ma per l’automazione assolutamente sì.

Ads & Automation

Automation. Dove? È un po’ trasversale: dall’automotive all’health, dall’energia allo spazio. Ed è da qualche anno che se ne parla anche nell’advertising e nella comunicazione.

Qual è il futuro delle agenzie di comunicazione e dell’advertising?

In effetti, il destino delle agenzie, nella configurazione di come siamo abituati a conoscerle oggi, potrebbe essere profondamente segnato se non dovessero trasformarsi per rispondere alle nuove esigenze, stando al passo con le nuove tecnologie di automazione.

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Machine learning, intelligenza artificiale (AI) e l’accesso a molteplici informazioni e sorgenti di dati stanno cambiando tutti gli aspetti del mondo dell’ads.

Facciamo però un passo indietro. Partiamo dalle basi: un compito ripetitivo può essere automatizzato. Le macchine, in effetti, saranno in grado di fare meglio e in minor tempo.

Secondo un report di Forrester, AI e automazione faranno sì che le advertising agency gestiranno più task con meno personale già durante il 2021.

E il trend continua verso questa direzione: l’11% delle agenzie creative sarà automatizzato entro il 2023.

Artificial intelligence marketing

Sempre Forrester prevede che le ads agency statunitensi taglieranno 52.000 posti di lavoro e le principali holding taglieranno 49.000 dipendenti a livello globale.

Con meno lavoratori le agenzie aumenteranno i loro investimenti in AI e automazione per gestire una più ampia gamma di attività.

Ampia perché la crisi sanitaria ha costretto e costringerà (anche per il prossimo anno) la clientela delle agenzie a essere molto intraprendente e sofisticata nelle campagne di marketing.

In effetti, si prevede che i marketers B2C aumenteranno la spesa per il marketing di fidelizzazione (l’aumento previsto per il prossimo anno è del 15%), riducendo il marketing basato su prodotti e prestazioni.

C’è chi parla di AI marketing, ovvero di Artificial Intelligence Marketing. Si tratta del settore del marketing che utilizza tecniche di AI per interagire con i clienti, migliorare la comprensione del mercato e suggerire azioni da intraprendere per affinare la strategia.

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L’agenzia del futuro, dunque, attraverso l’AI è in grado di ottimizzare il processo creativo, rendendo la comunicazione sempre più mirata e personalizzata.

E non abbiamo ancora considerato app e social!

Già. Si stima che tre quarti dell’intera popolazione internet (oltre 4 miliardi) saranno “mobile only” entro il 2025. Le principali app di messaggistica, cioè Whatsapp, FB Messangers, Wechat e Viber hanno superato per numero di utenti attivi le quattro principali app social: FB, Twitter, Linkedin e Instagram.

Inoltre, l’accesso ai social network da mobile è in forte crescita: 2,5 miliardi di utenti nel mondo. Mentre sono 28 milioni gli Italiani che accedono a Facebook da smartphone almeno una volta al mese.

Risultato? Facebook punta sull’intelligenza artificiale e chat robot per sviluppare brand experience coinvolgenti basate sulle conversazioni.

Sì, sono quasi ormai lontani i tempi in cui team di creativi erano composti solo dai copywriter e dall’art director. Oggi è abbastanza frequente contemplare nei team delle agenzie anche la figura del data analyst e del creative technologist.

Be tech, be creative

Qual è il risvolto della medaglia? Insomma, qual è il downside di tutto ciò?

So cosa state pensando: potrebbe essere la fine della creatività?

Si sa, l’ambiente delle ad agency è sempre stato un po’ reticente nei confronti dell’hi-tech. Come se il tech non fosse “creative friendly”. Sì, perché vi era l’abitudine di confrontarsi con i dati e i numeri solo alla fine di un processo creativo, non prima, a monte.

Oggi, invece, un messaggio si cambia al volo e in tempo reale si misura l’impatto delle scelte creative sui consumatori.

L’esempio è Alibaba che per il Blackfriday del 2019 ha prodotto 400 milioni di varianti per uno stesso messaggio pubblicitario, grazie ad un uso pesantissimo di algoritmi che permettono di realizzare versioni diverse di uno stesso messaggio.

Inoltre, con l’AI, i messaggi che funzionano vengono usati sempre più spesso, mentre tutto ciò che non funziona viene cancellato dalla memoria del software, che impara e valorizza l’esperienza.

Più che contro la creatività, sembra che il tech sia a supporto della stessa.

Non credete, perciò, all’alternatività delle due cose. Piuttosto, oggi più che mai, si tratta di aspetti interconnessi dell’ad e della comunicazione.

Beh, certo, forse tra qualche anno ci ritroveremo a raccontare i nostri segreti a BFF come Bender, ma per il momento la creatività è ancora salva.

Guenda Esposito

Made in Sorrento. C’è chi mi chiama Guendalina. Background in economia. Mi piacciono la danza e il mare. Super appassionata di smart city, design, arte, interior design, street-art. Come coniugo tutto? Vado a spasso per il mondo alla ricerca degli ultimi design trends.

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