• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Perché il take away è un’opportunità di business (sottovalutata) per i ristoranti

    Dai dati diffusi da Gfk Eurisko, il 1°Osservatorio Nazionale sul mercato del take away, emergono alcuni aspetti interessanti, che introducono a nuove opportunità di business e ad un lifestyle in evoluzione

    28 Ottobre 2020

    • Secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio di Milano, sarebbero 18,9 milioni gli italiani che si rivolgono all’asporto, per un valore complessivo di oltre 5,5 miliardi di euro.
    • Tra le principali motivazioni che spingono ad usufruire del take away vi è anche la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo, variando la propria alimentazione.
    • La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) promuove l’asporto come una modalità emergente per servire la propria clientela.
    I ritmi di lavoro incalzanti e, in generale, la frenesia della società in cui viviamo, spesso ci costringono ad una pausa pranzo veloce, difficilmente compatibile con i tempi – necessariamente più dilatati – di un pasto al ristorante. Sempre più persone, infatti, ordinano “cibo d’asporto”, per consumarlo in ufficio o nella comodità di casa, al netto del costo del servizio al tavolo. Il vantaggio economico è, senza dubbio, uno dei fattori determinanti del successo del take away in Italia: contratti precari e salari ridotti rendono la ristorazione tradizionale pressoché inaccessibile; uno sfizio saltuario, anziché un’abitudine del weekend. LEGGI ANCHE: Come i ristoranti possono assistere meglio i clienti nei momenti di incertezza Take away

    Il take away vale 5,5 miliardi di euro

    Secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio di Milano, sarebbero 18,9 milioni gli italiani che si rivolgono all’asporto, per un valore complessivo di oltre 5,5 miliardi di euro – e il trend è in crescita. Quello del take away, dunque, è un mercato che sta vivendo un vero e proprio boom, complice anche il lockdown, che ha favorito l’integrazione del servizio nella maggior parte dei ristoranti, non senza alcuni insuccessi. Mercato in crescita

    I dati di Gfk Eurisko sul mercato del take away

    Dai risultati diffusi da Gfk Eurisko, 1°Osservatorio Nazionale sul mercato del take away, emergono alcuni aspetti interessanti, che introducono a nuove opportunità di business – e ad un lifestyle in evoluzione. L’indagine è stata condotta su un campione selezionato di 2000 persone, che hanno risposto ad alcune specifiche domande.

    Un fenomeno diffuso ma ancora “tradizionale”

    Il 51% della “popolazione” ha dichiarato di aver ordinato cibo a domicilio negli ultimi 6 mesi, soprattutto telefonicamente (39%). Resta inoltre un 44% che ordina il cibo da asporto di persona, recandosi sul posto.

    Italiani pronti a ordinare via digitale

    Solo il 2% dei consumatori ha scelto il digitale, ma l’intenzione è in netto aumento, con il 19% (7 milioni di persone) che si dichiara intenzionato ad utilizzare questo canale per l’acquisto.

    Online si spende di più

    Il digital take away è ancora tutto da sviluppare, ma mostra una frequenza di acquisto e uno scontrino medio più elevati. La media è infatti di 4/5 volte al mese, contro le circa 1/2 volte al mese dell’ordinazione di persona e di quella per telefono, mentre la spesa si attesta sui 97 euro al mese contro i 32 e 37 euro dell’ordine personale e telefonico.

    Un servizio legato al lavoro ed agender

    Con una frequenza di 3 volte al mese l’ufficio risulta il posto da cui si fanno più ordini, seppur con una spesa media inferiore rispetto a chi ordina da casa. L’utilizzo è inoltre equamente suddiviso tra uomini e donne.

    La pizza resta l’alimento preferito, seguita dalla cucina giapponese

    Nella top 10 degli alimenti ordinati da casa fanno poi il loro ingresso cucine come il messicano, il pesce e le tipicità regionali. Pizza da Asporto

    Gli amici sono la compagnia perfetta

    Il servizio conferma ancora una volta la predisposizione italiana al social eating informale e in compagnia: il 40% ordina infatti con gli amici, il 22% in famiglia, il 20% con il partner e il 18% da solo.

    Comodità e mancanza di tempo sono i driver

    Il take away viene innanzitutto percepito come una grande comodità quando si è troppo stanchi per cucinare, ma anche come soluzione ideale in caso di mancanza di tempo e organizzazione.

    Ma anche curiosità e voglia di qualità senza uscire

    Tra le principali motivazioni che spingono ad usufruire del take away vi è anche la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo, variando la propria alimentazione. Segue l’utilizzo del servizio come alternativa al mangiar fuori e al ristorante, indice di come la percezione di quest’ultimo sia sempre più qualitativa. Se una volta il take away era appannaggio esclusivo di pizzerie e rosticcerie, oggi interessa anche la ristorazione di qualità. Asporto Alajmo

    La FIPE promuove il take away

    E ad essere sempre più convinta delle potenzialità di questo servizio – al di là della funzione ammortizzatrice che ha assunto durante la pandemia –  è la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) che, dopo il lancio di Ristoacasa.net, continua a promuovere l’asporto come una modalità emergente per servire la propria clientela. Una clientela eclettica nei suoi comportamenti, che vuole poter diversificare i luoghi della cena senza che ciò comporti la dicotomia: cibo mio a casa mia, cibo della cucina del ristorante al ristorante. Nei prossimi anni, dunque, il ricorso al take away potrebbe non derivare da una scelta obbligata, ma da una scelta ponderata e sostenibile. E i ristoranti che vorranno cogliere questa opportunità, dovranno concentrarsi sull’ottimizzazione dei tempi, della brigata di cucina, nonché della propria dispensa. Nondimeno, dovranno provvedere ad un package tanto funzionale, quanto a norma ed ecologico, oltre che esteticamente pregevole e con insito il valore aggiunto del “racconto” della pietanza.