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  • Remix e share: Koji rivoluziona la creatività digitale

    È content creator mania. Con Koji tutti (anche i non tech friendly) possono creare

    28 Settembre 2020

    • 1993 e siamo agli albori della rete. Sul New Yorker esce una vignetta di Pete Steiner, diventata poi famosissima, che mostra un cane seduto davanti al computer: “Su internet, nessuno sa che sei un cane”, recita la didascalia.
    • Da allora sono stati fatti un sacco di passi avanti, i social e la rete sono entrati nelle nostre vite, fino a modificare i nostri comportamenti.
    • Tech e social continuano a viaggiare veloci: Koji è una delle ultime novità, in grado di rivoluzionare il mondo dei content creator.
      Tagga, condividi, metti hashtag, ricambia il follow, follow for follow e throwback. Quanto è cambiato il nostro linguaggio dall’era dei social? E non solo. Quanto sono diverse le nostre vite dall’epoca Facebook? E quanto ne siamo dipendenti? Oggi è su Facebook quasi il 90% dei giovani tra i 18 e i 29 anni, ma c’è anche più della metà (il 65%) di chi ha più di 65 anni. Tre quarti degli utenti visitano Facebook ogni giorno e più della metà lo fa diverse volte al giorno per mantenere viva la propria identità virtuale. Per non parlare poi del mondo del business: Fortune scrive che nove aziende su dieci negli Stati Uniti usano i social network ottenendone aumenti nelle vendite e che “il business non può sopravvivere senza i social network”. Lo stesso vale per il mondo del lavoro: Forbes afferma che i social network stanno dando forma al futuro del job market. L’attenzione di chi naviga va catturata entro otto secondi e basta un tweet sbagliato per mettersi nei guai. Pensavamo di conoscerli tutti: Facebook, da cui tutto ha avuto inizio, Instagram, Twitter, Snapchat. Ma poi è arrivato TikTok, chiacchierato e temuto dal governo a stelle e strisce, tanto da bannarlo (forse) negli USA dal 27 settembre. E poi, da non sottovalutare, c’è Wechat, sviluppato dalla cinese Tencent. koji social tech LEGGI ANCHE: Week in Social: dallo stop a TikTok e WeChat alla Business Suite di Facebook Sembrerebbe che all’appello non manchi nessuno. Sì, ma tech e social corrono veloce, tanto che si fatica a stare al passo con gli ultimi trend e il prezzo è un’obsolescenza quasi istantanea. Quindi, what’s next?

    Koji

    Chi può dirlo. In effetti, si va così avanti che a volte il futuro sembra quasi imprevedibile. Ma tra il panorama delle start-up digitali e social se ne sta facendo largo una che potrebbe rivoluzionare il concetto di content creator. Si chiama Koji. Made in San Diego (sembra che il polo dell’innovazione tech continui ad essere US based) è una piattaforma che consente ai non user friendly di creare facilmente meme interattivi, giochi e altri contenuti generati dagli utenti, da pubblicare poi sui social. O, per dirla come un Millennial, da “sharare”. Koji social tech LEGGI ANCHE: Fondo TikTok: 60 milioni per far crescere il talento dei creator Sembrerebbe una newco di vita breve e, invece, ha raccolto dieci milioni di dollari in un round di raccolta fondi. L’azienda, con dodici dipendenti, guidata dall’ex dirigente Google e Veoh Networks, Dmitry Shapiro, è una piattaforma per la creazione di post interattivi, una sorta di strumento di remix che chiunque può utilizzare per creare e condividere selfie, meme e giochi interattivi sui social.

    Remix & share

    Sì, il remix non è più solo roba da dj. Già TikTok aveva reso popolare la cultura del remix, prendendo una parte di un contenuto, modificandolo ed utilizzandolo per altri scopi e il social è cresciuto fino a 800 milioni di utenti attivi. In effetti, il social creato dall’orientale ByteDance, ha promosso la creazione di contenuti non partendo da zero, ma considerando qualcosa di già esistente. Non si tratta di mera copia, ma di combinazione tra vecchio e nuovo e, spesso, i cosiddetti remix riescono ad essere significativamente migliori dei contenuti originali. Dunque, si utilizza materiale creativo già esistente (immagini, testi, audio, frammenti video) per dare vita a nuova creatività. In questo caso, quindi, vale la formula: copy, transform, combine. Il tutto è a prova di dilettante, perché chiunque può facilmente remixare e creare giochi, mini app e meme senza saper codificare. Bastano pochi minuti e il gioco è fatto. Bisogna solo visitare il sito Koji, scegliere un modello (meme, video, immagine) e fare click su “remix” per personalizzare con immagini, colori, suoni ed altre opzioni, per poi condividere il tutto su qualsiasi social. koji social tech L’obiettivo è rendere il contenuto virale. Ed è già successo: Burger King, per esempio, ha ritwittato un Koji creato da un fan sulla campagna pubblicitari Moldy Whopper, ottenendo migliaia di riproduzioni.

    Creatività democratica

    Shapiro crede che i contenuti social interattivi possano creare maggior coinvolgimento e condivisione, portando ad un’eco più ampia rispetto ai tradizionali post statici di foto, video e testo. In effetti, il futuro dei social sarà il cosiddetto engagement. Ad esempio, i clienti oggi usano i social network per interagire con le aziende: vogliono risposte immediate, consigli, assistenza. E vogliono essere coinvolti (engaged). E come rispondono le aziende? Stando online sempre, pronte a dare feedback 24h. Non da meno, la piattaforma consente la democratizzazione degli strumenti di creazione, dando una chance anche ai non tech friendly. koji social tech Qualsiasi buon media manager, per esempio, potrebbe creare un video o un gioco interattivo, condividerlo sui social e promuovere il proprio marchio. Sarà una rivoluzione? Se le nostre vite e i nostri comportamenti sono stati completamente rivoluzionati dai social network, che hanno dato parola e legittimità virtuale a tutti, chissà se ancora tutti, a breve, potremmo definirci digital e content creator. Le scommesse sono aperte.