La diffusione del Covid-19 in quasi tutte le nazioni del mondo, ha costretto le persone a cambiare le proprie abitudini di vita, dalle più semplici come andare a fare la spesa al supermercato fino all’utilizzo delle tecnologie digitali, sia per lavoro che per intrattenimento. In ogni caso si sta andando verso una semplificazione degli spostamenti fisici per le attività abituali di ogni giorno.
Negli ultimi tre mesi e in quasi ogni parte del mondo, gli store fisici appartenenti a brand di molti settori merceologici, hanno chiuso i propri battenti al pubblico ed hanno conseguentemente generato una maggiore distanza fra i loro prodotti e servizi, e i rispettivi clienti: l’effetto è stato amplificato nei casi in cui non è stato possibile attuare un’adeguata strategia di business e di marketing digitale.
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La percezione è che questa situazione di distanziamento sociale, senza precedenti, si stia avviando verso una soluzione (non immediata) e che, con le dovute precauzioni e nel pieno rispetto dei vari Dpcm, in materia di contenimento dell’epidemia, i clienti stiano tornando a frequentare le strade delle città italiane che fino a qualche giorno fa erano considerate off-limits.
Secondo molti pareri, gli effetti e le conseguenze di questa pandemia, che ha fortemente scosso il mondo intero, difficilmente svaniranno nel breve periodo o in un arco temporale riconducibile alle riaperture degli store fisici e alla ripresa della vita commerciale delle città: è possibile presupporre che questo Covid-19 cambierà, anche nel lungo periodo, determinate abitudini di acquisto dei consumatori sia italiani che di tutto il globo.
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Sembrerebbe che il Coronavirus stia accelerando, in molti campi di applicazione, la digital transformation dei brand e dei servizi ad essi connessi, ridefinendo le necessità e i concetti di spesa degli utenti.
Durante i giorni che le persone hanno trascorso fra le mura domestiche, lontane dal mondo esterno, è stato osservato da alcune ricerche un aumento del numero di consumatori che hanno acquistato online e che si sono interfacciati con strumenti digitali. Questo trend potrebbe confermarsi anche nei prossimi mesi, rappresentando una valida alternativa al negozio fisico e configurandosi come una grande opportunità per le aziende che riusciranno a optare in velocità per soluzioni digitali e ad accelerare tutti i processi di digital transformation: gli italiani, per necessità, stanno acquisendo know-how.
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A tal proposito, analizzando e osservando alcuni dati, è possibile individuare almeno 3 trend, in cui potrebbero immedesimarsi i consumatori che stanno avvertendo una graduale modifica delle proprie abitudini e propensioni di acquisto.
Analizzando i dati di ricerche Nielsen sul mercato italiano, emerge che dal 17 febbraio al 15 marzo 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, le vendite di FMGC in Italia sono aumentate del 12% offline e del 79,8% online (e ancora non si era raggiunto l’ulteriore picco di crescita di questo trend, che verrà successivamente illustrato).
Questo dato potrebbe far credere che, anche dopo la fase acuta della pandemia, quando l’emergenza da Covid-19 andrà verso il termine, le persone continueranno a riempire le proprie dispense di FMGC (Fast-moving consumer goods).
Gli FMGC sono i beni di largo consumo e secondo una definizione contemporanea corrispondono a prodotti alimentari, bevande, prodotti per l’igiene della casa e della persona, per citarne alcuni.
Sempre secondo Nielsen, questa volta dai dati della ricerca “Nielsen eCommerce tracking, andamento vendite a valore, totale Italia online Week 16 2020 vs. Week 16 2019” si vede che nella settimana da lunedì 13 a domenica 19 aprile, le vendite online di prodotti di largo consumo in Italia sono aumentate del +217,3% rispetto al medesimo periodo del 2019.
Dati del genere definiscono delle nuove opportunità nel mercato sia per i produttori che per i rivenditori di beni di largo consumo: puntare con forza su una strategia di eCommerce sostenuta da un altrettanto valida strategia di marketing omnicanale, potrebbe rappresentare un valore aggiunto nel secondo semestre del 2020.
Una strategia di marketing omnicanale potrebbe costituire una delle chiavi per interpretare le nuove abitudini di acquisto dei consumatori post Covid-19: essere presenti su più punti strategici, dai social alle app, passando per gli store fisici, farà sì che l’utente potrà avere un’esperienza d’acquisto più immediata, completa e trasparente. La customer journey tradizionale potrebbe subire una trasformazione.
Forse le persone focalizzeranno le proprie attenzioni sui brand che amano e sui prodotti che realmente desiderano: da qui l’importanza di stabilire ancora di più una connessione con loro, tramite una strategia che porti all’empatia con il consumatore, senza snaturare la qualità dei messaggi corporate del brand utilizzati fino ad ora, aggiornandoli però con il sentiment di questo periodo.
Il prezzo resterà uno dei fattori determinanti nei processi d’acquisto dei consumatori, ma è comunque possibile che in molti si informeranno di più prima di procedere alla “conversion”, e valuteranno con maggiore interesse l’aspetto qualitativo. Probabilmente questo avverrà su canali digitali.
Solo il tempo potrà dire quando sarà possibile riprendere tutte le vecchie abitudini di vita e di conseguenza d’acquisto.
Questa pandemia ha indiscutibilmente accelerato il processo di digital transformation sociale (oltre che di brand): le persone si sono prima approcciate e poi hanno imparato ad utilizzare strumenti digitali per tante attività come effettuare il pagamento di un’utenza domestica o inviare una somma di denaro in beneficenza via smartphone.
La proposta è di non trascurare, nella definizione delle prossime manovre di marketing, questo know-how digitale acquisito dal consumatore. Andando sempre più incontro alle necessità di tutti. Aiutando chi è rimasto indietro in questo processo di digitalizzazione.
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