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L’Intelligenza Artificiale potrebbe completare la Decima di Beethoven

Quando il compositore Ludwig van Beethoven morì, nel 1827, lasciò alcuni frammenti musicali di quella che sarebbe stata la sua decima sinfonia. Gerhard von Breuning, amico del compositore, scrisse di Beethoven raccontando che l’opera avrebbe avuto una “nuova forza gravitazionale” e che sarebbe andata oltre la Nona Sinfonia, una delle opere più rivoluzionarie del suo tempo (e non solo del suo). Un progetto rimasto incompiuto (sono giunti a noi alcuni schizzi) e che ora potrebbe essere portato a termine dall’Intelligenza Artificiale. Il progetto, finanziato da da Deutsche Telekom e guidato da Matthias Roder del Karajan Institute di Salisburgo, ha prodotto i primi risultati non troppo convincenti, ma i ricercatori assicurano che sono solo una bozza di quello che verrà preparato per le grandi celebrazioni previste a Bonn per i 250 anni dalla nascita del Maestro.

Margini di miglioramento

Dopo che l’Intelligenza Artificiale avrà finito di scrivere la musica (la tecnologia sarà alimentata con una dieta a base di opere di Beethoven finite, versioni precedenti di quelle composizioni e opere di compositori che hanno influenzato Beethoven), infatti un’orchestra sinfonica completa si esibirà dal vivo nella città natale del compositore a Bonn, in Germania ad aprile. La squadra dietro questo lavoro ha ancora molta strada da percorrere prima di allora, secondo il compositore e musicologo britannico Barry Cooper. “Ho ascoltato un breve estratto che è stato creato – ha detto Cooper all’Agence France Presse – non sembrava lontanamente una ricostruzione convincente di ciò che Beethoven intendeva. Vi sono, tuttavia, margini di miglioramento con ulteriori lavori”.

Non si riproduce la qualità del genio

Christine Siegert, della Beethoven Haus di Bonn, ha detto all’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, che “non è possibile riprodurre esattamente la qualità del genio, soprattutto quando si parla dell’ultimo periodo di Beethoven. Credo che l’obiettivo del progetto debba essere quello di integrare i frammenti musicali esistenti in un flusso musicale coerente. E’ un’impresa difficile e, se il progetto riuscirà a farlo, sarà un grande risultato”.

Esperimenti non troppo convincenti

I programmatori e musicologi al lavoro sul sistema di intelligenza artificiale ammettono che all’inizio il cervellone produceva brani troppo meccanici e ripetitivi, ma nelle ultime settimane avrebbe fatto notevoli passi avanti. Simili esperimenti sono stati già condotti in passato con le musiche di altri celebri compositori, come Bach, Mahler e Schubert.

Alessio Nisi

Giornalista per missione, fotografo quando posso. Mi occupo di digitale, ma anche di atomi, cucina, musica, cinema. Bevo caffè e mi piacciono i film di Woody Allen

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