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  • Come costruire la tua data strategy (efficace) nel 2020

    Quali tecnologie, quali fonti e come utilizzare i dati per avere successo nella tua strategia

    12 Dicembre 2019

    In un mondo che continua ad avanzare come quello del marketing e della tecnologia e in un momento in cui questi due ambiti diventano sempre più connessi e interscambiabili, diventa fondamentale per le imprese districarsi nelle attività di data management e, quindi, di data strategy. Quando parliamo di data strategy, intendiamo processo, complesso, in cui le aziende decidono di acquisire, gestire, condividere, utilizzare e archiviare i dati in loro possesso. Ma quali sono gli ingredienti per una data strategy di successo?

    1. Capire quali fonti sono le più utili per la nostra azienda

    Il passaggio dell’identificazione dei dati è fondamentale, ma prima ancora lo è la sua acquisizione. Da quali fonti possiamo raccogliere le informazioni?
    • Dati di prime parti: sono i dati proprietari delle aziende, un patrimonio spesso enorme che proviene dal CRM, dal sito internet, dai punti vendita e da tutti i canali di contatto di cui le società sono proprietarie.
    • Dati di seconde parti: possono essere dati forniti da network, da publisher, da aziende partner, da realtà come Google e Facebook o possono essere SmartData, cioè dati esclusivi raccolti grazie all’inserimento di pixel su un sito Partner, come gli SmartData di Tradelab, ad esempio, nati dalla alla collaborazione esclusiva con Netaddiction per il mondo gaming e movie. Si tratta quindi di tutti dati che, a seconda dei contratti, possono essere forniti mensilmente o una tantum, ma provenienti da piattaforme che non sono di proprietà delle aziende ma con le quali possono esserci delle collaborazioni.
    • Dati di terze parti: si tratta di dati forniti da realtà esterne, che offrono, dietro compenso, database profilati a seconda dell’esigenza del momento.
    • Tradelab Intent: ovvero dati Tradelab che arrivano dall’analisi delle url dei siti e delle keyword, con lo scopo di creare segmenti personalizzati e ultra performanti.

    2. Decidere come raccogliere i dati

    Ci sono diversi tool e molte tecnologie che permettono di raccogliere i dati correttamente, eccone alcune:
    • DMP (Data Management Platform): si tratta di una piattaforma tecnologica unificata che consente di raggruppare e centralizzare diverse tipologie di dati, sia proprietari sia forniti da seconde o terze parti, sia online che offline. Queste piattaforme permettono di generare informazioni riguardo all’ audience e creare dei segmenti.
    • Tracciamento di Cookie e/o pixel: l’inserimento di un pixel di monitoraggio o dei cookie sul sito web o su qualunque piattaforma proprietaria ci permette di tracciare e raccogliere dati per trasformarli in cluster in base a specifiche caratteristiche.
    • Raccolta dati probabilistici: un’altra tipologia di raccolta dei dati può essere quella basata su percorsi di navigazione, contenuti, ricerche semantiche o interessi, utili a restituirmi delle informazioni che, probabilmente, hanno una certa caratteristica. Ad esempio, se un utente naviga spesso il contenuto del mio sito nella sezione “donna” e nella sezione “kids 3-6 anni”, mi aspetto che quell’utente sia una donna, mamma di un bambino di età compresa tra i 3 e i 6 anni.

    3. Scegliere come utilizzare i dati

    Arrivati a questo punto, dopo aver quindi scelto quali dati sono importanti per la mia realtà e come raccoglierli, è senza dubbio fondamentale stabilirne il processo di utilizzo per raggiungere gli obiettivi della azienda. In questa fase, possiamo individuare diversi step.
    • La prima fase, la più delicata, è quella di collegare tutti i dati alle DSP (Demand Site Platform, software utilizzati per acquistare spazi pubblicitari in programmatic) per impostare la propria campagna. In questa fase, potrebbe essere importante anche scegliere di mettere in competizione le fonti di dato ricevute per vedere quali sono più performanti, ottimizzando così ulteriormente le mie campagne e scremando i dati a mia disposizione.
    • Successivamente, è necessario mettere in atto le analisi a supporto delle campagne. Questo mi aiuterà ad avere delle rilevanze per supportare o migliorare le mie comunicazioni, ma anche per creare la reportistica o per identificare profili e segmenti più utili al mio business.
    • Dopo questo, arriva il momento cruciale: l’identificazione del Life Moment, che è il santo graal del marketing. La raccolta e l’analisi di tutti questi dati infatti ci permette di individuare le esigenze che il consumatore ha in quel momento, per proporci come risolutori del suo bisogno e riuscire quindi ad emergere tra i competitors.
    Impostare una data strategy, quindi, non è una attività banale né semplice, ma è fondamentale per una azienda che vuole riuscire a migliorare e vincere con le proprie strategie di comunicazione e marketing online. Voi avete già strutturato la vostra data strategy per il 2020?