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  • Sì, l’Intelligenza Artificiale può aiutare a salvare le specie in estinzione

    Sensori acustici, telecamere a raggi infrarossi, sistemi di riconoscimento facciale possono aiutare i ranger a contrastare la caccia abusiva agli animali

    2 Dicembre 2019

    L’Intelligenza Artificiale il nuovo alleato della natura per contrastare la caccia abusiva agli animali, smascherare i cacciatori e indirizzare i rangers là dove c’è bisogno di loro. In che modo? Grazie a sensori acustici, telecamere a raggi infrarossi, sistemi di riconoscimento facciale e software che trasmettono dati, in tempo reale, ai guardiani di parchi e riserve naturali.

    Le tecnologie delle grandi

    Anche le BIG non stanno a guardare. Google, Intel, Microsoft, Inmarsat e Iridium stanno mettendo a disposizione tecnologie e conoscenze per proteggere la natura. Uno di questi strumenti è il riconoscimento facciale sviluppato da Google, in grado di individuare i cacciatori di giorno e di notte. E’ studiato per essere operativo anche in quei parchi africani dove non c’è copertura di rete mobile.

    Instant Detect

    Uno di questi progetti si chiama Instant Detect, trasmette immagini attraverso un sistema radio a una postazione base e da qui rilanciate via satellite alla centrale. E’ stato testato per proteggere i pinguini in Antartide, gli orsi canadesi, elefanti e rinoceronti keniani e pappagalli notturni australiani. Monitorare le modifiche agli habitat. “Instant Detect – spiega la Zoological Society of London (ZSL) –  è un sistema di monitoraggio della fauna selvatica e delle minacce progettato per gli ambienti più difficili del mondo, dall’Antartico al deserto del Sahara. Combina sensori a bassa potenza e sensori acustici per rilevare esseri umani e animali selvatici. La tecnologia satellitare invia i dati in tempo reale praticamente da qualsiasi parte del mondo a uno strumento di gestione dei dati intuitivo. Questo consente agli ambientalisti di raccogliere dati dalle aree difficili da raggiungere in modo da poter monitorare il comportamento della fauna selvatica e le modifiche ai loro habitat”. Sette siti. Instant Detect è stato sperimentato in sette siti in Canada, Tanzania, Australia, Antartide, Chagos e Kenya, dove ha salvaguardato le barriere coralline, ha protetto i nidi di uccelli, ha guidato visite ecologiche e ha contribuito a proteggere le specie minacciate.  Problemi di identificazione. In alcuni casi, però, la ricca vegetazione ha creato problemi all’identificazione dei cacciatori, ma i tecnici stanno già lavorando agli aggiornamenti. Le immagini fotografiche vengono realizzate con un’alta qualità, con sistemi di ripresa dotati di grandangolo, zoom e infrarossi. Le telecamere vengono posizionate in mezzo alle foglie o mimetizzate. Presto verranno installati sensori acustici in grado di essere azionati dal rumore degli spari o dal verso degli animali. I risultati, secondo una ricerca del Financial Times, sono stati incoraggianti.
    Credit: Walden Kirsch/Intel Corporation

    TrailGuard, Smart e gli altri progetti

    Il sistema TrailGuard, dotato di processore visivo Intel con telecamere, operativo nella riserva nazionale di Grumeti, in Tanzania, ha permesso di smascherare cinquanta cacciatori e aiutato la guardia forestale ad arrestare venti persone e recuperare più di mille chili di carne illegale. La Resolve, fondazione americana in difesa della natura, sta finanziando e coordinando la realizzazione di mille TrailGuard da inviare in Africa, nei prossimi due anni, per proteggere un centinaio tra parchi e riserve. Modem satellitari dell’ultima generazione saranno in grado di ricevere informazioni, in contemporanea, da cento telecamere. I costi operativi sono relativamente bassi: 17 mila dollari il primo anno, e leggermente di più nel secondo, ma poi le spese per la trasmissione ed elaborazione dati saranno di 200 dollari l’anno, molto meno di quanto costerebbe impiegare droni e rangers di pattugliamento. Smart, invece, si fonda su un software sviluppato dai ricercatori di Harvard e che permette di fornire ai cellulari dei rangers informazioni, in tempo reale, sulla presenza di cacciatori e animali nella stessa area. In questo modo si renderanno più mirati i controlli, senza perdite di tempo, e sarà la vera differenza tra arrivare tardi o in tempo per salvare un animale.

    I numeri del mercato illegale

    Secondo il Wwf (World Wildlife Fund), il mercato illegale ha raggiunto un giro d’affari di 20 miliardi di dollari l’anno, contribuendo alla drastica riduzione di molte specie. Stando agli indici del Living Planet del Wwf, negli ultimi cinquant’anni si è registrato un calo mondiale del sessanta per cento dei vertebrati, dai mammiferi agli uccelli, dai rettili ai pesci e anfibi, con una riduzione drastica soprattutto ai tropici. Nonostante la politica di protezione di alcune specie, dalle tigri ai rinoceronti neri, i cacciatori continuano a uccidere. Ma qualcosa sta cambiando.

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