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  • Il riconoscimento facciale (appena sbarcato nei nostri aeroporti) è già vecchio, il futuro sono le tracce microbiche

    Dove stanno andando le tecnologie di sorveglianza? Probabilmente verso sviluppi sempre meno tranquillizzanti in termini di privacy

    18 Novembre 2019

    • I ricercatori di tutto il mondo stanno creando nuovi modi per monitorarci: laser che rilevano il battito cardiaco, microbioma e molto altro nel futuro delle tecnologie di sorveglianza.
    • Un’altra curiosa tecnica proviene dal Giappone, un sistema antifurto per auto che si basa sull’uso di sensori a 360 gradi per misurare la forma unica della parte posteriore del conducente.
    • Il futuro legislativo dovrà prevedere modalità e limiti per queste tecnologie in evoluzione sempre più rapida, per evitare che sia la privacy delle persone ad essere messa a rischio.
    ___ Proprio mentre, nei giorni scorsi, è arrivata l’ufficialità sul check-in facciale all’aeroporto di Fiumicino, il sistema di sorveglianza basato sul riconoscimento facciale potrebbe avere le ore contate: negli USA, dove è già ampiamente adottato, è stato vietato alle forze dell’ordine e alle agenzie governative a San Francisco, Somerville e a Oakland, mentre Portland parla di vietare l’uso del riconoscimento facciale del tutto, anche da parte di aziende private. Tutto ciò però non dovrebbe tranquillizzarci in termini di “privacy”: potrebbero anzi affacciarsi sulla scena nuove tecnologie di sorveglianza, addirittura meno discrete.

    Come cammini?

    Il campo della biometria comportamentale è in rapida crescita e si basa sul riconoscimento degli individui dai loro schemi di movimento o comportamento. Un esempio è il riconoscimento dell’andatura. La tecnica è già stata messa alla prova dalla polizia in Cina, che spesso è all’avanguardia sul settore della sorveglianza. riconoscimento-facciale-sorveglianza LEGGI ANCHE: Che cos’è la Distributed Ledger Technology, a cosa serve e quali saranno le sue applicazioni La società chiamata Watrix, che utilizza filmati di videosorveglianza per analizzare i movimenti di una persona mentre cammina, ha delineato un metodo per addestrare un sistema di intelligenza artificiale in grado di analizzare migliaia di dati su una persona mentre si muove, dalla lunghezza del passo al posizionamento delle braccia. Watrix afferma che i suoi sistemi raggiungono un’accuratezza fino al 94% e che detiene il più grande database al mondo di dati sull’andatura delle persone. I metodi di riconoscimento dell’andatura possono essere utilizzati per identificare le persone a distanza, anche in mezzo alla folla o in strada, in modo simile al riconoscimento facciale, il che potrebbe renderlo un sostituto facile e veloce. Un altro metodo per identificare le persone attraverso la loro camminata si basa su sensori integrati nel pavimento. I ricercatori dell’Università di Manchester hanno utilizzato i dati di 20.000 passi appartenenti a 127 individui sulla base di 24 fattori distinti, come la cadenza del passo della persona e il rapporto tra tempo sulla punta e tempo sul tallone (la gente non aveva bisogno di togliersi le scarpe, perché il sistema analizza il movimento piuttosto che la forma del piede). Utilizzando questo sistema, sono stati in grado di identificare le persone con un’accuratezza superiore al 99%. Secondo i ricercatori, i vantaggi di questo tipo di identificazione rispetto ai sistemi basati sulla visione: sono minore invasività e minori interruzioni dovute a oggetti o altre persone che oscurano la vista della telecamera. Naturalmente, “meno invasivo” può significare anche che è più difficile per le persone rilevare quando viene utilizzato su di loro. Le persone potrebbero notare quando vengono guardate dalle telecamere, ma è molto meno probabile che siano consapevoli dei sensori nel pavimento.

    Rilevazione del battito cardiaco

    Il battito cardiaco e il ritmo respiratorio sono unici come le impronte digitali. Un piccolo ma crescente numero di tecnologie di telerilevamento sono in fase di sviluppo per rilevare i segni vitali a distanza, penetrando attraverso la pelle, i vestiti e in alcuni casi anche attraverso i muri. A giugno, il Pentagono ha dichiarato di aver sviluppato un nuovo sistema basato sul laser in grado di identificare le persone a una distanza massima di 200 metri. La tecnologia, soprannominata Jetson, utilizza una tecnica nota come vibrometria laser doppler” per rilevare i movimenti della superficie causati dal battito cardiaco. https://www.youtube.com/watch?v=o0qkmG_S4QY LEGGI ANCHE: Riconoscimento facciale: Facebook vuole cambiare tutto. Che c’è da sapere L’obiettivo finale è quello di essere in grado di identificare un bersaglio entro cinque secondi in base al loro segnale cardiaco. Al momento, tuttavia, il sistema del Pentagono ha una serie di limitazioni: l’obiettivo deve essere fermo, deve indossare abiti leggeri (abiti spessi, come un cappotto pesante, possono interferire con il segnale) e, soprattutto, è necessario avere una chiara linea di vista tra il laser e il bersaglio. I ricercatori stanno lavorando sodo per sviluppare sistemi basati su radar in grado di riconoscere i segni vitali per una serie di scopi, dal monitoraggio non invasivo dei pazienti a sostegno delle diagnosi mediche fino all’individuazione di sopravvissuti nelle operazioni di ricerca e salvataggio.

    Monitoraggio dei movimenti indoor

    Ma perché preoccuparsi di installare nuovi radar quando siamo già costantemente immersi in sistema con tecnologia Wi-Fi? Nel 2018 un gruppo di ricercatori dell’Università della California ha creato un’app che ha permesso loro di capire la posizione esatta dei trasmettitori Wi-Fi esistenti in un edificio. Con queste informazioni, sono stati in grado di utilizzare normali smartphone e reti Wi-Fi ambientali esistenti per rilevare la presenza umana e il movimento dall’esterno della stanza. Alcuni gruppi di ricerca dell’Istituto di Tecnologia del Massachusetts vogliono andare oltre il semplice utilizzo del Wi-Fi per identificare le persone. Sulla base del movimento e dei segnali vitali, affermano che è possibile monitorare lo stato emotivo del soggetto e analizzarne i modelli comportamentali. Questi ricercatori hanno costituito una società per commercializzare un “sensore touchless e una piattaforma di apprendimento automatico per l’analisi della salute”, che sostengono sia stato distribuito in oltre 200 case e utilizzato da medici e compagnie farmaceutiche.

    Tracciamento delle cellule microbiche

    Ogni persona emette circa 36 milioni di cellule microbiche all’ora e i microbiomi umani sono unici per un certo periodo di tempo (uno studio del 2015 ha scoperto che circa l’80% delle persone potrebbe essere identificato nuovamente utilizzando il loro microbioma fino a un anno dopo). Ciò significa che le tracce microbiche che ci lasciamo alle spalle, così come quelle che raccogliamo dai nostri dintorni, possono essere utilizzate per aiutare a ricostruire un quadro delle attività e dei movimenti di una persona, come dove hanno camminato, quali oggetti hanno toccato e in quali ambienti sono stati.

    Monitoraggio del profumo

    Identificare le persone con l’olfatto è in realtà uno dei più antichi trucchi della polizia ma farlo con i computer invece dei segugi è prematuro rispetto al riconoscimento del viso e delle impronte digitali. Possiamo comunque già parlare di biometria degli odori, che offre interessanti spunti per l’autenticazione individuale, sebbene non sia adatto alla sorveglianza di massa: provate a pensare quanto può essere difficile riconoscere un profumo in mezzo alla folla.

    Rilevazione del sedere

    Infine la soluzione più curiosa viene dal Giappone: un team di ricercatori ha lavorato per un sistema antifurto per auto che si basa sull’uso di sensori a 360 gradi per misurare la forma unica della parte posteriore del conducente. Nonostante abbia raggiunto un tasso di precisione del 98% nelle prove, tragicamente questa importante innovazione della sicurezza non sembra essere andata oltre i test di laboratorio.

    Il problema della regolamentazione

    Regolamentare le tecnologie di sorveglianza una per una è probabilmente inutile, anche perché questo tipo di industria si sta semplicemente sviluppando troppo velocemente. Katina Michael, docente della School for the Future of Innovation in Society and School of Computing, Informatics and Decision Systems Engineering presso la Arizona State University a proposito ha dichiarato:
    “Fondamentalmente, dobbiamo pensare ai principi della democrazia. Non possiamo continuare a lanciare tecnologie per risolvere problemi senza una tabella di marcia che consideri prima eventuali esigenze e applicazioni. Dobbiamo valutare l’impatto di queste nuove tecnologie. Deve esserci una comunicazione bidirezionale con il pubblico”.
    La sorveglianza cambia il rapporto tra le persone e gli spazi in cui vivono. A volte, quel cambiamento è in meglio: ci sono infatti vantaggi reali da una maggiore sicurezza e le intuizioni che possono essere acquisite su come le persone utilizzano i luoghi pubblici possono essere utilizzate per contribuire a modellare quei luoghi in futuro. Allo stesso tempo, tuttavia, dobbiamo chiederci se la società in cui vogliamo vivere è quella che sorveglia costantemente i suoi cittadini o quella in cui i cittadini non sono mai totalmente sicuri rispetto a quando, come e da chi sono guardati.