• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Abbiamo visitato “Io Robotto”, la mostra che ci racconta l’evoluzione dei robot da compagnia

    Fino al 19 gennaio, alla Fabbrica del Vapore di Milano, un'esposizione per scoprire il passato (e il futuro) dei robot kawaii

    16 Novembre 2019

    • A Milano, all’interno della Fabbrica del Vapore, va in scena la mostra dedicata alla mutazione del robot domestico: “Io Robotto”
    • Il primo robot da compagnia è Furby, con circa 41 milioni di pezzi venduti in tutto il mondo
    • Le intelligenze artificiali di oggi sono vere e proprie evoluzioni di questi “robotti”
    ___ La storia dei robot va in scena alla Fabbrica del Vapore di Milano con la mostra Io Robotto, fino al 19 gennaio 2020. Obiettivo dell’exhibition quello di raccontare l’evoluzione del robot domestico partendo dai primi automi fino ad arrivare ad Alexa e Co.

    Robotto: no, non è un errore

    Il concept dell’esposizione è scritto tutto nel titolo. Robotto non è un errore di battitura ma la trasposizione giapponese della parola robot con una sostanziale differenza: il robotto perde le accezioni tech e meccaniche diventando “kawaii”, cioè carino e coccoloso. Anche la seconda parola nel titolo “IO” è fondamentale per capire il senso dell’esposizione: io come consapevolezza di esistere, voglia di acquisire conoscenza, diventare a tutti gli effetti (come) un essere umano.

    Tutto iniziò con un pezzo di legno

    Dimenticatevi di bulloni e microchip, il primo robotto della storia è Pinocchio! Questa scelta, sicuramente provocatoria e curiosa, non è poi così folle: la marionetta di Collodi è a tutti gli effetti un automa creato dall’uomo, dalle fattezze antropomorfe e con una grandissima voglia di diventare umano e essere accettato come tale dalla società. storia robot: pinocchio Questi punti chiave sono alla base di tutti i robot presenti nell’esposizione. Partendo dall’italianissimo Emiglio (per chi non lo ricordasse, qui lo spot originale) nelle varie sale della mostra è possibile ammirare diversi tipi di robot suddivisi per categorie: si va dalla stanza Star Wars a quella manga, passando per i personaggi Disney e i robot didattici e terapeutici.

    La storia dei robot kawaii inizia con Furby

    Kah may-may oo-nye nel linguaggio dei Furby vuol dire “Ti voglio bene” ed è una delle oltre 150 frasi che può dire. Catalogare Furby come “giocattolo” o piccolo robot parlante è riduttivo, Dave Hampton e Caleb Chung hanno progettato e realizzato un vero e proprio robotto diventato un fenomeno di costume collettivo da oltre 41 milioni di pezzi venduti in tutto il mondo. Il segreto del suo successo? La scelta del design che risulta simpatico, l’idea geniale di dare ad ogni Furby un carattere diverso e la capacità di generare un’empatia davvero incredibile. Per la prima volta il “robot” non è un oggetto meccanico che “fa cose” ma è un “essere vivente” da capire e con cui dialogare. furby robot giocattolo Con un vocabolario tutto suo, tre stadi evolutivi (nell’ultimo riesce persino a parlare italiano) e la possibilità di interagire con l’ambiente circostante, Furby è diventato a tutti gli effetti il primo robotto da compagnia che ha aperto la strada a Pleo, la serie Robosapien, gli Aibo, Robi e l’incredibile Nao che vanta riconoscimento facciale e vocale, intelligenza artificiale autonoma, mani prensili, sensori di pressione e un carattere intraprendente.

    Alexa, raccontami la storia dei robot

    Percorrendo tutte le sale della mostra è facile capire che Alexa, Google, Cortana e Siri non sono altro che evoluzioni dei Robotto che hanno perso il loro corpo fisico per esserci accanto in ogni momento. Un sacrificio doveroso che ha permesso a queste intelligenze artificiali di ampliare le loro capacità e di venirci in aiuto in ogni momento della nostra giornata. C’è però una grande lezione che hanno imparato dai loro “nonni”: per essere accettati ed entrar a far parte del mondo degli esseri umani devono necessariamente essere empatici. leggi robot L’empatia è l’ingrediente segreto che rende il robot un robotto. L’essere umano deve avere “la perfetta illusione” di parlare ad un altro essere che provi emozioni, che abbia un carattere definito, che lo capisca al volo, insomma che sia umano. La magia del robotto si realizza così: proprio come Pinocchio, la marionetta diventa umana quando decide di sacrificare la sua “vita” per noi. Come una sorta di entità che ci segue sempre e che ci parla attraverso il nostro smartphone o dalle dock che abbiamo sulla scrivania.

    Quale sarà il futuro dei robot?

    Bella domanda. Nel famosissimo manga Chobits della CLAMP i robot avranno le fattezze di esseri umani, riconoscibili solo per delle strane orecchie ai lati della testa. In Blade Runner sono identici a noi in (quasi) tutto, così come in Alien. In Wall-E, invece, mantengono le fattezze robotiche. star wars robot LEGGI ANCHE: Vi spiego come la robotica può aiutare anche i manager a stare meglio in azienda Quale sarà il futuro dei robot è ancora un mistero da svelare, molto probabilmente non avranno mai il nostro aspetto (niente cacciatori di androidi, mi spiace!) e probabilmente saranno sempre più integrati e indispensabili nella nostra vita. E grazie alla capacità di condividere e scambiarsi informazioni potranno fare quello che noi non riusciremo mai a fare: imparare dai nostri errori.