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  • Anche Uber vuole fare la banca e lancia Money. Di che parliamo

    I servizi fintech della nuova divisione saranno estesi prima ai driver, poi ai fattorini Uber Eats e infine agli utenti finali

    30 Ottobre 2019

    Anche Uber ha deciso di puntare sui servizi finanziari: la compagnia di San Francisco ha lanciato Uber Money. La società si aggiunge alla coda di chi ha già lanciato conti e carte di credito. L’obiettivo, nel caso di Uber, non è però intercettare un nuovo flusso di incassi. Uber Money include una gamma di servizi. In parte sono nuovi, altri esistevano già ma saranno potenziati. La compagnia introduce nell’app un sistema in tempo reale con il quale gli autisti e i fattorini possono incassare, monitorare e gestire quello che guadagnano immediatamente. LEGGI ANCHE: Uber vuole diventare “il sistema operativo per la vita di tutti i giorni” uber “Vogliamo aiutare tutti a capire che c’è una nuova parte di Uber concentrata sui servizi finanziari, con la missione di offrire quell’accesso a quei servizi dai quali sono esclusi” ha detto il responsabile della divisione Peter Hazlehurst in un’intervista a CNBC (la prima testata a riferire che Uber stava accelerando nel percorso di creazione di servizi finanziari, vista l’assunzione di ingegneri per un “comparto Fintech a New York”). Con quale obiettivo? “Dare alle persone accesso a servizi dai quali sono esclusi”. Insomma guidare per Uber vorrebbe dire avere un conto corrente che altrimenti gli autisti non potrebbero permettersi, specie in mercati finanziariamente meno maturi. Secondo il numero uno della nuova divisione finanziaria la mossa di Uber potrebbe portare in futuro anche alla fornitura di un vero e proprio conto bancario:

    La realtà è che le esigenze dei nostri partner negli Stati Uniti e in Brasile, in Australia e in India rispecchiano per molti versi le esigenze generali di tutti gli utenti di servizi finanziari. L’opportunità che abbiamo è quella di espanderci fino a poter un grosso numero di persone ad avere accesso ai servizi finanziari
    LEGGI ANCHE: Dopo trasporti e cibo, Uber vuole occuparsi anche di lavoro temporaneo

    Ecosistema finanziario

    Uber scommette così che creando un suo ecosistema finanziario sarà in grado di rafforzare la fedeltà di autisti e clienti alla sua piattaforma. Uber lo scorso anno aveva 100 milioni di clienti attivi ogni mese, molti dei quali usano la carta di credito per le loro corse o per gli ordini di pranzi e cene. Uber Money potrebbe rimuovere i costi legati all’intermediazione finanziaria o generare nuovi ricavi.

    Autisti

    Oggi gli autisti devono attendere una settimana prima di avere a disposizione il proprio incasso. Potranno averlo subito, a patto di avere un conto e una carta di debito Uber, sostenuti dai partner Visa e Green Dot. Non ci sono costi fissi ma vengono introdotte due novità.

    App e cashback

    La gestione del conto sarà integrata nell’app e per gli autisti sarà più semplice avere tutto sott’occhio. Secondo: se si usa la carta, c’è un cashback (un rimborso) sulle spese di carburante tra il 3 e il 6%. Dipende dalla posizione occupata dagli autisti nella gerarchia di Uber. In sostanza: più lavori, maggiore sarà il rimborso. Senza la necessità di avere un secondo conto corrente. Fin qui i servizi si rivolgono solo agli autisti. E solo (per ora) negli Stati Uniti.

    Uber Wallet e carta di credito

    Altri due prodotti coinvolgono anche i clienti. Uber Wallet è un nuovo portafogli digitale, integrato nell’app, con cui monitorare incassi (nel caso degli autisti) e spese (degli stessi driver ma anche degli utenti). All’inizio, Wallet sarà disponibile solo per i collaboratori della compagnia, ma arriverà anche su Uber Eats (per i fattorini e per chi ordina a domicilio) e Uber (per chi prenota una corsa in auto). Il quarto prodotto è una carta di credito, in collaborazione con Barclays. Chi la utilizza riceve un cashback del 5% sulle cifre spese su Uber, Uber Eats, Jump (il marchio delle bici e dei monopattini elettrici condivisi) e Copter (il servizio con cui si prenotano voli da Manhattan all’aeroporto JFK).

    Prima gli autisti

    In un primo momento l’attenzione dunque si concentrerà sugli autisti. Avere la disponibilità immediata dei propri incassi e uno sconto sul carburante è uno dei tanti bonus che la compagnia ha adottato negli ultimi mesi. La gestione dell’attività, senza tariffe di banche terze, riduce le spese di gestione e aumenta i margini dei driver. E disincentiva l’uso del contante. “Il tempo è denaro”, afferma il video di lancio di Uber Money. In questo modo i driver recuperano minuti preziosi per nuove corse. E, di conseguenza, anche la compagnia guadagna di più. L’obiettivo è quindi migliorare le condizioni di lavoro, anche per alleggerire le pressioni che spingono all’inquadramento come dipendenti.

    I numeri

    I singoli servizi non sono rivoluzionari. Ma non si può valutare il loro impatto senza tener presente la scala di Uber. Anche limitando i servizi ai soli autisti, si parla di circa 4 milioni di persone. Gli utenti sono più di 110 milioni e il “gross booking” (cioè quanti soldi transitano dalle app) ha superato i 30 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2019.

    Ecosistema

    In futuro, allargando i servizi agli utenti, Uber potrebbe puntare a diventare una super-app, sul modello di WeChat, e generare fatturato aggiuntivo. È questa la tendenza: essere un’app-ecosistema dove convivono servizi, prodotti, pagamenti, comunicazione, mobilità. Ci stanno provando quasi tutti i grandi gruppi. E quasi tutti passano dai servizi finanziari. Oltre ai vari “Pay” di Google, Samsung, Amazon ed Apple, la Mela ha lanciato la sua carta di credito e Bezos offre prestiti alle imprese che vendono sulla piattaforma di e-commerce. Le “cripto” sono una strada diversa per raggiungere lo stesso obiettivo: fare tutto all’interno del proprio ecosistema. Giocare, chattare, informarsi, comprare, pagare. Andava in questa direzione il progetto di Gram (la moneta di Telegram). E va in questa direzione anche Libra, la moneta digitale promossa da Facebook.