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  • Questa startup ha creato una piattaforma per difenderti dall’odio online

    Dall’esperienza di Nuvolab e grazie a un primo investimento seed di OltreVenture nasce COP, la startup che lancia sul mercato la piattaforma Chi Odia Paga

    29 Ottobre 2019

    L’odio online dilaga e i mezzi per offendere sono a portata di clic di chiunque, mentre gli attuali strumenti di tutela legale non permettono oggi di difendersi in modo altrettanto agevole e immediato. Per colmare questo gap è nata COP: una startup nata nel 2018 che ha sviluppato Chi Odia Paga, piattaforma legaltech che difende legalmente le persone bersaglio di odio online rispetto ai connessi reati di cui sono vittime (diffamazione, stalking, revenge porn, cyberbullismo, hate speech). COP, fondata da Francesco Inguscio, imprenditore seriale in ambito tecnologico e CEO di Nuvolab, uno dei venture accelerator più attivi nel mondo startup italiano, è sostenuta dal fondo di impact investing Oltre Venture, che nella startup ha investito 200 mila euro in un primo round seed.

    Francesco Inguscio, CEO Nuvolab

    Democratizzare l’accesso ai servizi legali

    “Mi sembra doveroso scendere in campo contro l’odio online mettendo al servizio della società le competenze e le risorse accumulate in questi 10 anni di attività nel mondo dello sviluppo di startup innovative – ha spiegato Inguscio – tramite la nostra piattaforma puntiamo a ‘tassare chi odia’ per finanziare progetti di sensibilizzazione ed educazione ad un uso costruttivo della comunicazione sulla Rete”. Luciano Balbo, presidente e co-fondatore di Oltre Venture ha spiegato: “Il nostro obiettivo è investire in aziende economicamente sostenibili che sviluppino delle soluzioni concrete ai problemi della nostra società. Chi Odia Paga, in questo senso, democratizza l’accesso ai servizi legali per tutti coloro che sono vittima di odio online”.

    I numeri dell’intolleranza

    Secondo l’ultima Mappa dell’intolleranza redatta da Vox Diritti, oltre il 70% di 215 mila tweet analizzati nel 2019 contiene messaggi di odio: anche le vittime di simili messaggi potranno, tramite COP, richiedere la rimozione degli insulti , svolgere le attività tecniche di preistruttoria, fino ad arrivare all’invio di diffide, esposti al questore, denunce e querele, in base alla gravità del reato commesso dagli hater.