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  • Il round da 13 milioni di Genenta, la biotech della terapia genica contro i tumori

    Le risorse raccolte dalla compagnia serviranno per portare avanti le sperimentazioni di due prodotti per la cura del mieloma multiplo e del glioblastoma

    11 Settembre 2019

    Genenta Science, società biotecnologica italiana specializzata in terapie geniche, ha chiuso un round da 13,2 milioni di euro. L’operazione porta la raccolta complessiva oltre i 30 milioni. Le risorse serviranno per portare avanti le sperimentazioni cliniche di due prodotti per la cura di altrettanti tumori: il mieloma multiplo e il glioblastoma.

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    Genenta Science – Il team: da sinistra Stefania Mazzoleni, Bernhard Gentner, Pierluigi Paracchi, Luigi Naldini, Carlo Russo

    I protagonisti dell’operazione

    Il round è stato guidato da Qianzhan Investment Management (QZ) e Fidim. La prima è una società di investimento cinese con sede a Shanghai, che ha già puntato su altre società in campo sanitario ed è stata una dei primi sostenitori di Tencent Music. Fidim è la holding della famiglia Rovati, ex proprietario di Rottapharm e impegnata nella ricerca e sviluppo con Rottapharm Biotech. Sia QZ che Fidim entreranno del cda di Genenta. Al round hanno partecipato anche chi sulla compagnia con sede a Milano aveva già scommesso: le famiglie Bormioli e Fumagalli e la rete di business angel “Club degli Investitori”.

    Grandi scienziati e medici qualificati

    “L’avvio di due studi clinici prima dell’attuale round – ha sottolineato Pierluigi Paracchi, presidente, CEO e co-founder di Genenta – è un risultato notevole, in gran parte dovuto a un team di esperti nello sviluppo di prodotti per la terapia genica”. La società “sta crescendo in un ambiente che riunisce grandi scienziati e medici qualificati. Mantenendo il pieno controllo del progetto, potremmo orientarci al meglio verso il nostro obiettivo e creare la massima quantità di valore possibile prima di concessione delle licenze, IPO o M&A”. 

    Dimostrare la sicurezza dell’approccio terapeutico

    Per Luigi Naldini, co-founder di Genenta “dal suo lancio siamo stati in grado di affrontare efficacemente le sfide sollevate da questo nuovo approccio e di raggiungere rapidamente i primi test clinici anche sfruttando l’esperienza di successo del San Raffaele Telethon Institute per la terapia genica (SR-Tiget), che ha aperto la strada al trattamento di malattie rare e ha trattato oltre 100 pazienti negli ultimi dieci anni”. L’obiettivo, ha detto ancora il chief Medical officer di Genenta Carlo Russo, è adesso “dimostrare la sicurezza del nostro approccio terapeutico”.

    La storia di Genenta in breve

    The Economist aveva definito nel 2014 il lavoro di Genenta Science “una fiction scientifica che sta diventando un fatto”. Proprio in quell’anno muoveva i primi passi la startup che voleva sviluppare una terapia genica basata sull’ingegnerizzazione delle cellule staminali del sangue per il trattamento dei tumori. La compagnia, nata a settembre 2014 da uno spin-off dell’Ospedale San Raffaele, pochi mesi dopo (febbraio 2015) ha chiuso un round di investimento da 10 milioni di euro. Dopo due anni e mezzo, la società ha chiuso un nuovo round, da 7 milioni di euro. Risorse che hanno permesso alla società di completare la sperimentazione pre-clinica e di prepararsi per la fase clinica sui pazienti. Ora il nuovo aumento di capitale.