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  • Lavorare anche in ferie e non staccare mai? Si chiama Workcation, ma si può superare

    Lavorare sempre, anche d'estate è la sindrome del nuovo millennio, complice la tecnologia, ma è ancora possibile (e necessario) mettersi in pausa per un po'

    20 Agosto 2019

    Per molti di noi è ancora periodo di vacanze. Staccare la spina dal lavoro e sgombrare la mente serve a rilassarsi e ricaricarsi. Potrà sembrarvi strano, ma non tutti ci riescono: ci sono persone che non fanno altro che controllare le email dell’ufficio, fare chiamate di lavoro dove è necessario “esserci sempre e comunque” e ogni qual volta non hanno campo entrano in panico. È la nuova condizione conosciuta come “workcation”, o “workation”, letteralmente Working On Vacation, un’evoluzione del workaholism un fenomeno di cui soffriamo tutto l’anno, che consiste nell’incapacità di separare lavoro e vita privata. Spesso si inizia con una semplice passione per il proprio lavoro, ma con il tempo, le ore si moltiplicano fino ad occupare i weekend, la sera, i giorni di festa. Si inizia a rinunciare alla famiglia, agli affetti, al tempo libero. E se è costretto a staccarsi dal lavoro per andare in ferie, il workaholic ha sintomi da crisi di astinenza: è irritato, ansioso e non riesce a pensare ad altro. workaholism Secondo un sondaggio pubblicato su Washington Examiner il 63% dei millennial ha rivelato di essere produttivo anche in malattia, il 70% di rimanere attivo nel weekend e il 32% di lavorare addirittura in bagno, mentre il 39% sarebbe disposto a lavorare persino in vacanza. “Spesso, anche a causa delle incertezze generate dalla crisi, il lavoro è visto come una priorità assoluta. Tutti gli altri interessi e le altre attività rischiano così di scivolare in secondo piano: a cominciare proprio dalle vacanze” spiega la psicoterapeuta Rosa Mininno. Lavorare in ferie e non staccare davvero mai rischia di aggiungersi alla lista delle tante dipendenze di questi anni. Gli effetti collaterali possono essere depressione, ansia, insonnia e aumento di peso. “Bisogna ascoltare se stessi e i propri limiti per capire quando è arrivato il momento di staccare momentaneamente la spina per evitare un burnout mentale”, in fondo l’assenza dal posto di lavoro non è sinonimo della fine del mondo. Ecco quindi cinque consigli per trascorrere le vacanze senza pensare al lavoro.

    Concediamoci un po’ di lavoro, a piccole dosi

    Può sembrare strano, ma il lavoro non andrebbe abbandonato di colpo: “la terapia d’urto va assolutamente evitata”, spiega Andrea Castiello d’Antonio, professore straordinario di psicologia clinica e del lavoro all’Università Europea di Roma, “privare totalmente di lavoro un work addicted ha degli effetti traumatici”. Il rischio è che la persona abbandoni le vacanze per tornare subito al lavoro. Inoltre passare da una condizione di stress al relax più assoluto può avere effetti negativi a livello fisico: le difese immunitarie si rilassano, lasciando via libera a emicrania, febbre o altri disturbi psicosomatici. Meglio, quindi, che per i primi giorni di vacanza ci si imponga di lavorare a piccole dosi, diminuendo man mano che le ferie proseguono.

    Divieto di controllare ossessivamente lo smartphone

    Ormai, il fatto di vivere in un mondo connesso 24 ore su 24 è una realtà più che assodata. La tecno-addiction ci schiavizza ogni giorno, ci fa stare costantemente incollati allo smartphone e dipendenti della connessione wifi impedendoci di godere degli attimi. Un piccolo consiglio è quello di spostare dalla schermata principale le app che causano più ansia e tensioni (come ad esempio le mail, le news, i social network), disattivare tutte le notifiche non essenziali e concentrare l’accesso solo in alcune ore della giornata. Perché dovrebbe funzionare? Perché sentiamo di avere controllo sul nostro tempo e sulle nostre ossessioni. digital detox

    Manteniamo la mente occupata

    È probabile che il nostro cervello provi ad inventare tante possibili ragioni per cui dovremmo controllare il telefono perché verificare cosa accade sui cellulari innesca il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore che ci incoraggia a ripetere i comportamenti che la mente considera gratificanti. Quindi, ogni volta che sente la voglia prendere il cellulare, chiediamoci se è un bisogno reale o se è una scusa. Inoltre sarebbe utile fissare degli obiettivi per ritemprare mente e corpo, ad esempio ogni giorno un’ora di passeggiata sul bagnasciuga, oppure una bella corsetta. Sono tutte attività che allontanano la mente dalla propria professione, ma che allo stesso tempo portano a risultati tangibili.

    Scegliamo attentamente con chi trascorrere il nostro tempo

    Una volta iniziate le ferie è bene staccare completamente la testa dalle preoccupazioni da ufficio. Circondarci di persone positive e con le quali non viene naturale parlare di lavoro è un grande passo. Inoltre è bene ricordare che c’è sempre la possibilità di fare nuove amicizie o, per chi è single, qualche incontro inaspettato.

    Rivediamo la nostra filosofia di vita

    Molte persone sono convinte che la totale dedizione al lavoro sia la filosofia perfetta per dimostrare il proprio valore e far carriera. La realtà è che non concedersi mai una tregua è una strategia logorante e controproducente. Di conseguenza prendiamoci una pausa: magari aiutiamoci con un po’ di yoga o di meditazione e lasciamo che la mente si ricarichi per affrontare al meglio il prossimo periodo lavorativo.