L’Università di Cambridge vuole monitorare quanta energia consumano i Bitcoin
Il consumo energetico globale richiesto dai Bitcoin è superiore a quello della Svizzera, secondo l'Università di Cambridge
4 Luglio 2019
Il consumo energetico globale richiesto dai Bitcoin è superiore a quello della Svizzera, secondo l’Università di Cambridge. L’Ateneo (in particolare il Cambridge Centre for Alternative Finance) ha messo a punto uno strumento online in grado di monitorare l’utilizzo di energia necessario per il mining della criptomoneta e confrontarlo con altre realtà. Al momento, secondo il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index, Bitcoin utilizza 7,23 gigawatt di elettricità, ovvero circa lo 0,25% della fornitura mondiale. In un anno fanno 64 TWh o terawattora di consumo energetico. Più della Svizzera, che si ferma a 58.46 TWh. LEGGI ANCHE: Facebook annuncia Libra e sale il valore di Bitcoin: cosa accadrà ora alle altre criptovalute?
I termini di paragone
Secondo le stime, 50 terawattora (TWh) potrebbe alimentare tutti i bollitori europei usati per scaldare l’acqua per un anno o soddisfare il fabbisogno energetico dell’Università di Cambridge per 365 anni. Considerato da una prospettiva diversa, l’elettricità utilizzata ogni anno da dispositivi domestici sempre attivi ma inattivi negli Stati Uniti da sola potrebbe alimentare la rete Bitcoin più di quattro volte.We just released the Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index (CBECI), a live model tracking how much electricity the Bitcoin network consumes in real time.
You can find more information on the CBECI website: https://t.co/y6Xw4oAuCP. #Bitcoin #BTC #cryptocurrency pic.twitter.com/YD6aFAxQ1b — CambridgeAltFin CJBS (@CambridgeAltFin) 4 luglio 2019