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  • Cosa sapere dell’ultimo Mega Google Update di giugno

    Quando c’è un importante aggiornamento dell'algoritmo di ricerca, la prima cosa che accade è un cambio nel ranking che si traduce subito in una variazione delle visualizzazioni

    10 Giugno 2019

    Nella SEO per ogni perdente c’è un vincitore: se vi occupate di Digital Marketing ecco cosa sapere del nuovo mega Google Update di Giugno 2019, stranamente annunciato in anticipo (di solito ogni aggiornamento è reso noto ex post).

    Gli obiettivi dell’aggiornamento di Google

    È raro preannunciare le proprie mosse lato motori di ricerca, tuttavia questa volta è successo: il 2 giugno 2019 Google ha annunciato in anticipo l’aggiornamento dell’algoritmo di ricerca definendolo come aggiornamento principale (core update). Leggendo tra le righe questo significa che si tratta di un aggiornamento pesante in termini di cambio del ranking. Google aggiorna continuamente le sue regole in modo “leggero”, e aver pre-annunciato questo update significa che i fattori off-page (Link) sembrano poco interessanti. In effetti dai dati disponibili e dalla rete sembra che l’aggiornamento sia incentrato su un’analisi dei contenuti dei siti web sempre più delegata alla parte di sola intelligenza artificiale dell’algoritmo (Rank Brain) piuttosto che alla parte pura di regole algoritmiche lato umano. Del resto, la comprensione semantica dell’intento di ricerca e del contesto con l’AI è alla base della più grande novità SEO 2019 di Discover.

    Andamento lento (non in UK e USA)

    Come spesso accade, potrebbe essere necessario più tempo affinché l’aggiornamento sia implementato e visibile su scala mondiale: Gary Illyes, Webmaster Trends Analyst di Google ha dichiarato che “è necessario un periodo di tempo compreso tra un giorno e un paio di settimane, a seconda di fattori come la salute dei data center, la congestione della rete nei vari paesi e la qualità”. Stranamente Big G ha dichiarato che questo aggiornamento non è correlato ai problemi che Google sta avendo con Gmail, i suoi servizi cloud e le questioni di indicizzazione che si sono registrate in Maggio (indexing rallentato e copie cache vecchie). Quanto sopra ci fa invece pensare che l’andamento sia in alcuni paesi molto più lento del solito proprio a seguito di alcuni malfunzionamenti dei servizi cloud (occorsi proprio il 2 giugno) nei data center che ospitano sia l’indice di Google che anche i servizi di Gmail. Questo è peraltro confermato da un’analisi dei miei clienti UK, che mi hanno mostrato per primi una bella variazione nei ranking e nelle posizioni.

    Come sapere se l’update di giugno ti ha colpito

    Quando c’è un importante aggiornamento dell’algoritmo di ricerca, la prima cosa che accade è un cambio nel ranking (immediato) che si traduce subito in una variazione delle visualizzazioni e solo successivamente del traffico organico che leggi da Web Analytics. Quindi per sapere se ti ha colpito il Google Update di giugno 2019, non aspettare la fine della settimana per vedere il report del traffico: ti serve un ranking report completo del tuo sito (aggiornato e di tutte le parole che “rankano”) oggi tramite strumenti tipo SEMrush o HREF. In alternativa vai su Google Search Console (gratis, devi averlo sotto il tuo controllo, non delegato all’agenzia SEO) e selezionando gli ultimi 28 giorni guarda il rapporto sul rendimento che ti mostra le metriche sulle prestazioni SEO del tuo sito nei risultati di ricerca Google: le visualizzazioni, i clic, la posizione media nei risultati di ricerca associata alle tue pagine. Se vuoi puoi anche filtrare per parola chiave/Query isolando la parte Brand vs quella non brand. Questo sito ad esempio ha subito una perdita di visibilità proprio nei giorni successivi al 3 giugno ed è in lingua italiana.
    Fonte: Google Search Console Rapporto rendimento
    Se il sito che gestisci produce molti contenuti, ricordati che da Google Search Console devi sommare sia la parte risultati di ricerca che Google Discover (che per alcuni siti pesa anche il 30% delle visite).

    Chi ha vinto

    Per i motivi indicati sopra, a mio parere occorre ancora qualche giorno per capire la situazione SEO di tutto il database italiano. Per questo qui vi riporto l’elenco dei siti che hanno registrato le variazioni di ranking migliori su Google.Co.Uk, preso dallo strumento Sistrix. Analizzando i dati e la lista possiamo già anticipare alcuni aspetti:  è evidente che in questo giro l’ampiezza dei domini interessati è larga e coinvolge molti siti di notizie (Mirror & Thesun) che sono tra i vincitori insieme a siti sulla salute e quelli di immagini (free pick e Getty). Questo conferma da una parte la virata verso intelligenza artificiale/machine learning (è vero che gli utenti guardano più immagini e più notizie?) e un’enfasi sempre maggiore sulle notizie nelle APP di Google e quindi in Google Discover.

    Più varietà e comparazioni

    Se per capire quali sono stati gli effetti dell’update SEO in Italia serve un po’ di pazienza, è invece chiaro un extra mini-aggiornamento di Google sempre nei giorni scorsi, che limita “i doppioni” e il numero di volte che un dominio può uscire nei risultati di ricerca (N.B.: Google ha chiarito che questo aggiornamento di ricerca non è correlato al principale del giugno 2019), In altre parole per le query più cercate, Google inizierà a mostrare in pagina 1 fino ad un massimo di due listing per dominio nei risultati di ricerca. Ciò non significa che Google mostrerà solo due elenchi di quel dominio su tutte le pagine dei risultati di ricerca, ma che per le query ad alto volume saranno mostrati nei Top risultati una maggiore varietà di domini per la stessa query. Questo potrebbe impattare molto sul traffico di ricerca delle query di marca, obbligando le aziende e presidiare meglio gli altri listing che non sono di loro proprietà, ovvero i social, i siti di notizie (che infatti risultano tra i winner), i siti comparativi che aggregano, i domini con opinioni sull’azienda tipo Trustpilot. Indirettamente le ricerche “Brand + Facebook” avranno una varietà di domini e non solo Facebook tra i risultati della prima pagina. Ad esempio, ho provato a cercare da Google.com con localizzazione USA “credit suisse facebook” e in effetti sembra già attiva questa limitazione. Per verificare, ho fatto la stessa ricerca da Google.ch con localizzazione Svizzera per “credit suisse facebook” e in effetti tutta la prima pagina è piena di risultati di Facebook senza limitazioni. Da notare infine che, nella visione di Google, il dominio include i sottodomini: quindi Big G tratterà i sottodomini come parte del dominio principale. Quindi blog.avantgrade.com conterebbe che avantgrade.com è elencato nei risultati di ricerca principali e non potrebbe uscire più di due volte. Naturalmente, ci sono rari esempi in cui Google non considera i sottodomini parte dello stesso dominio, come alcune piattaforme di hosting: se utilizzano i sottodomini per ospitare siti unici, Google li considererà separati.