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  • Dopo il ban di Trump anche Google molla Huawei: ecco cosa sappiamo

    L'azienda starebbe sviluppando un sistema operativo proprietario, alternativo ad Android

    20 Maggio 2019

    Nella scorsa settimana, il Bureau of Industry and Security (BIS) del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti aveva imposto ad Huawei il blocco alla vendita di prodotti e infrastrutture nel Paese americano, vietando alla stessa anche di acquisire hardware e tecnologia made in USA. Nonostante le dichiarazioni e gli sforzi di Huawei per evitare il ban, anche Google ha annunciato che sospenderà la licenza per lo sviluppo e l’uso di Android per tutti i device dell’azienda cinese. E non è la sola.

    Anche Intel, Broadcom e Qualcomm chiudono i rapporti

    Huawei e altre 70 società affiliate sono state inserite in una lista speciale che prevede espresse autorizzazioni per commerciare in prodotti e servizi con gli States, in modo che queste transazioni vengano monitorate e non rappresentino un rischio per la sicurezza degli Stati Uniti. LEGGI ANCHE: Dal Bronx al Congresso, ecco come Alexandria Ocasio-Cortez è diventata deputato (anche grazie ai social) Il divieto non riguarda solamente l’azienda produttrice di device per la comunicazione: molte altre aziende sono colpite dal divieto. Poco tempo fa, infatti, era stato impedito all’operatore orientale di telefonia China Mobile l’ingresso nel mercato americano per ragioni di sicurezza nazionale. google Ora anche Intel, Broadcom e Qualcomm si sono uniti a Google e hanno deciso di sospendere le forniture di Huawei, anche se sembra che il colosso cinese avesse già iniziato a prendere provvedimenti mesi fa, accumulando scorte di componenti e chip di fattura americana. Resta da capire quanto tempo possa coprire questa strategia di approvvigionamento delle scorte. Se il ban verrà confermato con queste modalità, sarà necessario che l’azienda operi un deciso cambio di rotta rispetto ai processi produttivi attuali.

    Cosa ci ha detto Huawei

    L’azienda ha prontamente diffuso questa dichiarazione: “Huawei ha dato un contributo significativo allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo. Come uno dei principali partner globali di Android, abbiamo lavorato con la loro piattaforma open source per sviluppare un ecosistema che ha avvantaggiato sia gli utenti che l’industria. Gli smartphone e i tablet Huawei e Honor sono prodotti diffusi a livello globale. Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza per tutti“. In attesa degli sviluppi più prossimi degli eventi, l’azienda cinese conferma la sua volontà di proseguire nell’assistenza dei dispositivi Huawei e Honor, continuando a creare una esperienza gradevole per tutti i clienti. Sembra infatti che l’azienda stia anche sviluppando un sistema operativo proprietario, alternativo ad Android.

    Cosa c’entra Trump con il ban di Huawei

    La controversia commerciale che vede contrapposte enormi aziende dei due Paesi, Cina e Usa ha origine dalla famosa black list formulata dall’esecutivo Trump. Huawei Un documento in cui verrebbero individuate alcune aziende in grado, potenzialmente, di mettere a rischio la sicurezza nazionale americana; l’inserimento in questa lista comporterebbe uno speciale regime di osservazione, durante il quale la vendita di forniture tecnologiche e servizi verrebbe monitorata per evitare rischi. A seguito dell’inserimento, alcune aziende americane hanno scelto di interrompere i rapporti con aziende presenti nella black list; nel caso di Google, la fornitura riguarda la licenza d’uso e gli aggiornamenti di Android.

    Cosa può succedere adesso

    Google ha già specificato che non avremo problemi a utilizzare i nostri smartphone per compiere le normali operazioni di tutti i giorni. La più grande differenza riguarderà invece il futuro, cioè quello che potremo o non potremo fare domani con gli smartphone: l’azienda, infatti, non invierà ulteriori aggiornamenti di Android ai device di casa Honor e Huawei.