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  • Per la prima volta un drone porta in ospedale un organo per il trapianto. Il video

    A Baltimora il viaggio di un drone ha salvato la vita ad una paziente di 44 anni, che ne ha trascorsi otto in dialisi prima di sottoporsi al trapianto

    2 Maggio 2019

    Per la prima volta un drone (un velivolo senza equipaggio) dell’Università del Maryland ha consegnato un rene dal donatore all’equipe di chirurghi del Saint Agnes all’University of Maryland Medical Center per un trapianto in un paziente con insufficienza renale. É successo a Baltimora, dove il viaggio di 4 chilometri del drone ha salvato la vita ad una paziente di 44 anni, che ne ha trascorsi otto in dialisi prima di sottoporsi alla procedura di trapianto. “Questa cosa è sorprendente. Anni fa, non era neanche immaginabile” ha detto la donna (che martedì è stata dimessa). Il primo storico volo di un drone con un organo da trapiantare è stato il frutto della perfetta sintesi del progresso tra medicina e tecnologia aeronautica.

    La tecnologia

    Tra le innovazioni tecnologiche di questa impresa figurano: un apparato ad alta tecnologia appositamente progettato per il mantenimento e il monitoraggio di un organo vitale vitale, un drone personalizzato con otto rotori e più potenza per garantire prestazioni costantemente affidabili, anche in caso di un possibile guasto di un componente, l’uso di una rete wireless per controllare il velivolo e fornire comunicazioni per il personale di terra in più posizioni. Prima di trasportare il rene, il drone aveva effettuato 44 viaggi di prova, portando da una struttura all’altra tubi, provette e altre strumentazioni sanitarie. Per l’University of Maryland Medical Center “questo esperimento di successo ha mostrato il potenziale dei sistemi aerei senza pilota per le consegne di organi, che così potrebbero diventare più veloci e più sicure rispetto ai metodi di trasporto tradizionali”.

    Passo in avanti epocale

    “Grazie alla straordinaria collaborazione tra chirurghi, ingegneri, Federal Aviation Administration (FAA), specialisti nel reperimento di organi, piloti, infermieri e, in definitiva, il paziente, siamo stati in grado di fare un passo avanti pionieristico” ha detto Joseph Scalea, uno dei chirurghi che hanno eseguito il trapianto.