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  • L’incredibile esperimento che ha riportato in vita il cervello di maiali morti

    Un team di ricercatori di Yale ha riportato in vita cellule del cervello di maiale 4 ore dopo la morte. Una scoperta utile per sperimentare nuove terapie

    18 Aprile 2019

    La morte delle cellule celebrali può essere bloccata e alcune connessioni ristabilite (anche se non ci sono tracce di coscienza del cervello). In particolare la circolazione del sangue e le funzioni cellulari nel cervello di 32 maiali (presi da un mattatoio del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ) sono state ripristinate 4 ore dopo la morte. É questo il risultato, al quale Nature dedica la copertina in uscita oggi, frutto del lavoro di un team di ricercatori dell’Università di Yale guidato da Nenad Sestan. Nuove possibilità di cura. La scoperta apre nuove finestre sulla possibilità di studiare più a fondo le malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer e sperimentare farmaci più efficaci. Non solo. L’esperimento dimostra che mantenere l’irrorazione sanguigna e la vitalità di alcune cellule può aiutare a conservare gli organi più lungo. Nel caso del cervello umano, per esempio, ritarderebbe il processo di degradazione che distrugge le cellule e permetterebbe ricerche oggi impossibili perché le attuali tecniche di conservazione richiedono processi, come il congelamento, che alterano la struttura cellula in modo irreparabile. maiale

    Nuove terapie contro i danni da ictus

    I risultati dell’esperimento indicano che il cervello dell’uomo e degli altri grandi mammiferi conserva la capacità, finora ritenuta impossibile, di ripristinare la funzione di alcune cellule e la circolazione sanguigna anche a ore di distanza da un arresto circolatorio. Alla ricerca, i cui primi autori sono Zvonimir Vrselja e Stefano G. Daniele, ha collaborato l’italiana Francesca Talpo, che lavora fra Yale e Università di Pavia. Per Sestan, in futuro la stessa tecnologia “potrebbe essere utilizzata per terapie contro i danni provocati dall’ictus”.

    Tornano le sinapsi

    L’esperimento è stato condotto su 32 cervelli di maiale con uno strumento chiamato BrainEx, progettato e finanziato nell’ambito della Brain Initiative, promossa dal National Institutes of Health (NIH). Il dispositivo si basa su un sistema che, a temperatura ambiente, pompa nelle principali arterie del cervello una soluzione chiamata BEx perfusato, un sostituto del sangue basato su un mix di sostanze protettive, stabilizzanti e agenti di contrasto. Immersi nel dispositivo, che in sei ore ha ripristinato l’irrorazione in tutti i vasi sanguigni, i cervelli hanno mostrato sia la riduzione della morte cellulare, sia il ripristino di alcune funzioni cellulari, compresa la formazione di connessioni tra i neuroni (sinapsi).

    No, la coscienza no

    L’obiettivo dello studio non era quello di ripristinare la coscienza: la ricerca è stata condotta sotto rigorose linee guida etiche. Gli scienziati non volevano che il cervello dell’animale in qualche modo diventasse consapevole . “I ricercatori – ha spiegato il co-autore dello studio Stephen Latham – erano pronti a intervenire con l’uso di anestetici e riduzione della temperatura per fermare l’attività elettrica in caso di necessità. Tutti hanno concordato in anticipo che gli esperimenti non sarebbero potuti andare avanti senza chiari standard etici e meccanismi di controllo istituzionale”.