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  • Wikipedia ci ha spiegato perché si è oscurata per protesta contro la legge europea sul copyright

    La proposta contenuta nella Direttiva al voto domani al Parlamento europeo rischia di limitare fortemente la libertà di espressione, secondo i promotori della protesta

    25 Marzo 2019

    Dalle 8.00 di oggi, per 24 ore, le voci di Wikipedia in lingua italiana non saranno accessibili, ma rimanderanno a un banner informativo sulla riforma del diritto d’autore, in vista del voto in plenaria dal Parlamento europeo di domani, martedì 26 marzo“. Così Wikipedia ci informa della decisione di puntare all’informazione della sua utenza, dandole un piccolo assaggio di cosa accadrebbe se la regolamentazione sottoposta a votazione venisse approvata. La nuova Direttiva sul copyright oggetto della questione imporrebbe alle piattaforme (ma a chiunque produca contenuti per il web) di escludere dai risultati qualunque prodotto in cui sia inserito un contenuto coperto da copyright. Immaginiamo le SERP di Google, le Playlist di YouTube, le pagine di Wikipedia e tutti i nostri più graditi intrattenimenti totalmente svuotati. LEGGI ANCHE: YouTube avvisa con un banner: “Gravi conseguenze dalla norma europea sul copyright”

    Perché Wikipedia si è auto oscurato

    Niente ricerche sulla famosa enciclopedia della rete oggi: solo un invito ai lettori di Wikipedia a informarsi perché dopo il voto del Parlamento Europeo di domani, il modo in cui siamo abituati a usare internet potrebbe cambiare. Anche le versioni di altri paesi sono state sospese: in tedesco, slovacco, ceco e danese non è stato infatti possibile accedere ai contenuti per gli stessi motivi, nella giornata di giovedì 21 marzo.  

    La questione riguarda tutti gli europei e la comunità di Wikipedia si è schierata nuovamente a favore di una forte azione di protesta per informare le persone delle possibili ricadute della Direttiva sulla libertà di espressione e la partecipazione online.

    Tutti gli europei interessati dalla Direttiva

    Oggi, assieme a quella in lingua italiana, sono state sospese le pagine in catalano, gallego asturiano, mentre nella giornata di sabato 23 marzo si sono svolti in tutta Europa cortei di protesta contro le restrizioni alla Rete aperta introdotte dalla Direttiva. Wikipedia, che da sempre informa chi naviga garantendo indipendenza dei contenuti e pluralità delle fonti di informazione, verificabili dalla community, punta proprio al diritto di informazione per costruire la protesta. Il comunicato è infatti abbastanza diretto: “Nell’iter di approvazione della normativa diversi europarlamentari e mezzi di informazione hanno taciuto sui dubbi di migliaia di persone e organizzazioni, limitandosi a magnificare i punti che faranno piacere ad alcuni degli attori in gioco. – commenta Maurizio Codogno, portavoce di Wikimedia Italia – Ora, con un testo definitivo che nella parte relativa all’obbligo di nuove licenze è ancora peggiore, la strategia scelta è evitare del tutto di parlarne. Il silenzio di Wikipedia è la risposta a questo silenzio“. Wikimedia Italia ha invitato anche ad attivarsi concretamente a sostegno dell’azione dei volontari, contattando i nostri rappresentanti delle istituzioni per rivalutare la posizione riguardo alla normativa che, secondo molte voci, comprometterebbe la libertà di informazione su internet.

    Anche YouTube aveva lanciato la sua iniziativa

    Anche YouTube si era mobilitata per invitare le persone a documentarsi sul contenuto della direttiva (in particolare, l’ART. 13 sarebbe oggetto di maggiori perplessità) e considerare le possibili implicazioni di un’approvazione. In molti avevano aderito all’iniziativa postando video a sostegno e inviti a collaborare alla campagna #saveyourinternet

    Cos’è Wikimedia Italia

    Wikimedia Italia (WMI) è un’Associazione di promozione sociale che dal 2005 favorisce il miglioramento e l’avanzamento del sapere e della cultura. In particolare, WMI promuove la produzione, la raccolta e la diffusione di contenuti liberi (open content), ossia di opere contrassegnate dai loro autori con una licenza che ne permetta l’elaborazione e/o la diffusione gratuita per ogni scopo (anche commerciale). L’Associazione è inoltre impegnata a diffondere la conoscenza e aumentare la consapevolezza in merito alle questioni sociali e filosofiche correlate ai temi della cultura libera e del pubblico dominio. In qualità di capitolo nazionale riconosciuto da Wikimedia Foundation Inc., WMI promuove e sostiene lo sviluppo dei principali progetti in lingua italiana della Fondazione, primo fra tutti Wikipedia, l’enciclopedia libera e collaborativa. Abbiamo fatto qualche domanda a Maurizio Codogno, portavoce di Wikimedia Italia, che ci ha spiegato quali sono i rischi dell’applicazione della direttiva e, più in generale, perché l’enciclopedia libera abbia scelto questa forma di protesta. Quale obiettivo vi proponete di centrare con questa protesta? L’obiettivo che vogliamo raggiungere è che ci sia un numero sufficiente di eurodeputati che bocci per lo meno gli articoli 11 e 13 (ora sono 15 e 17) perché riteniamo che non siano utili né per gli autori né per lo scopo che, in teoria,  la Direttiva si propone.  Si vorrebbe creare un mercato unico per il copyright, in realtà, per come sono formulati gli articoli 11 e 13 si ottiene un guazzabuglio che ha poche possibilità di funzionare. Ci spieghi la scelta del black-out per sollevare il problema? Anche a luglio e a settembre, quando ci sono state le prime votazioni al Parlamento europeo, non siamo mai riusciti a far sentire la nostra voce: gli editori sono tipicamente schierati a favore di questa Direttiva e, secondo noi, hanno abdicato al loro ruolo di far notizia, perché non hanno permesso di far conoscere le altre voci. Possono essere contrarie ma, secondo noi, scopo dei media è anche far conoscere tutte le voci, ovviamente dando la propria versione. A questo punto, il silenzio dell’oscuramento ci è sembrato l’unico modo per far arrivare a tutti la nostra voce. Cosa accadrà, concretamente, se domani la Direttiva verrà approvata? Ricordiamoci che se la Direttiva verrà approvata, dovrà essere recepita dai singoli Stati Europei per diventare operativa, quindi non si sa ancora esattamente cosa succederà. Comunque, con l’articolo 11 si otterrà un nuovo diritto, che non è un vero copyright, per gli editori, che non colpirà però solo gli aggregatori di news: l’uso personale sarà permesso, ma tutti gli altri enti commerciali, anche se non fanno aggregazione ma si limitano a citare le notizie possono essere colpiti da questa normativa. Neppure nell’articolo 13 viene toccato il vero problema dei “pirati informatici”. Non sembra un grande risultato per una legge che si propone nuove regole per tutelare il mercato del copyright. Domani il Parlamento Europeo di Strasburgo si pronuncerà sull’opportunità di accogliere, modificare o rigettare la Direttiva, con l’obiettivo di stabilire regolare chiare per tutti ma, secondo alcuni dei soggetti coinvolti, l’esito potrebbe non essere esattamente quello sperato.