• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Così è nata Green Energy Storage, la startup delle batterie organiche #Update

    Dal brevetto dell'Università di Harvard alla seconda campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd, Green Energy Storage raccontata dal CEO Rodolfo Pinto

    23 Gennaio 2019

    9 ottobre 2019 #Update

    Il manager Gianni Vittorio Armani (ingegnere elettronico con un MBA al MIT, già CEO di ANAS e di Terna), è entrato nel management di Green Energy Storage. “Le tecnologie per l’accumulo di energia sono strategiche per consentire la transizione del sistema energetico a un modello pienamente carbon free – ha detto Armani- è una sfida tecnologica globale, in cui Green Energy Storage può avere un ruolo importante puntando su soluzioni alternative al Litio basate su materiali organici o a zero impatto ambientale, poco costosi e facilmente reperibili”. 

    Green Energy Storage – La storia

    E’ una startup italiana che si occupa dello sviluppo di sistemi di accumulo di energie rinnovabili e della progettazione di batterie  che permettono di accumulare energia elettrica pulita, sfruttando l’energia del sole e del vento. E’ una società, nata nel 2015, di professionisti italiani attivi nel settore dell’efficienza energetica, della ricerca e delle tecnologie d’avanguardia. Partendo da tecnologie acquisite dall’Università di Harvard, ha stretto partnership rilevanti con l’università di Tor Vergata e la Fondazione Bruno Kessler. Non solo. L’11 dicembre ha lanciato la seconda campagna di equity crowdfunding (risorse contro quote) su Mamacrowd e ha ottenuto più di un milione di euro (l’iniziativa si chiude il 14 febbraio 2019). Stiamo parlando di Green Energy Storage: a entrare nei dettagli il CEO e innovation manager Rodolfo Pinto, 27 anni, di Bergamo, formazione all’Università di Milano-Bicocca, da ventenne ha iniziato a lavorare in «Skyres, la holding di famiglia, che si occupa di scouting, tecnologia e company building e che è socio di maggioranza di Green Energy. Facevamo ricerca di tecnologie di startup in giro per il mondo, su cui poi investire». Così è nata Green Energy Storage.
    storage
    Green Energy Storage
    Pinto, gli inizi di Green Energy. «Come Skyres, nel 2014, eravamo alla ricerca di tecnologie nel mondo dei sistemi di accumulo. Sapevamo che era uno dei mega trend a livello mondiale. Iniziammo un’attività di scouting che ci portò su un articolo di Nature dell’Università di Harvard e lì iniziammo una trattativa con l’ateneo americano». Come avete convinto Harvard? «All’inizio c’era un po’ di diffidenza. Ma li abbiamo convinti con i risultati. Hanno potuto toccare con mano gli accordi commerciali che eravamo pronti a mettere in campo e le nostre capacità di ricerca e sviluppo. Soprattutto sono rimasti colpiti dalle grandi competenze dei centri di ricerca italiani (soprattutto l’Università di Tor Vergata e la Fondazione Bruno Kessler) con cui avevamo replicato la loro tecnologia. E anche un po’ dalla follia di andarci a prendere un brevetto in una fase del tutto embrionale». Nel 2015 la costituzione della startup. «Sì, a inizio 2015 è nata la società, che è proprietaria degli accordi di license esclusiva sul brevetto». Green Energy è un sistema di accumulo dell’energia organico. «Semi-organico. Il problema dell’accumulo delle energie rinnovabili è che le stesse rinnovabili (come vento e sole) sono intermittenti. Il nostro sistema di accumulo permette di immagazzinare l’energia anche per lunghi periodi». Tutto questo grazie ad una molecola. «Si chiama Antrachinone ed è una molecola organica che si può estrarre dalle piante, ma anche dagli scarti del petrolio, in un’ottica di economia circolare. Questa molecola, insieme ad un altro elettrolita, è in grado di immagazzinare energia: una batteria appunto semi-organica».
    storage
    Green Energy Storage
    I suoi vantaggi. «Proprio perché organica, l’Antrachinone è una molecola che ha un impatto ambientale ridotto e non ha i problemi di instabilità dei prezzi delle batterie tradizionali. Inoltre la batteria in questione lavora a temperatura ambiente e ha margini di sicurezza elevati». Green Energy ha lanciato a dicembre la sua seconda campagna di equity crowdfunding. «Dopo la prima campagna di crowdfunding del 2017, Green Energy Storage è diventata una società con più di 300 soci, con un buon equilibrio fra investitori piccoli e investitori professionali: il che da una parte vuol dire avere una rete di tanti ambassador e dall’altra ci ha in qualche modo spinto ad uno sforzo organizzativo, verso atteggiamenti e strumenti da grande azienda. Per questo abbiamo replicato l’iniziativa. Inoltre il crowdfunding ci dà una visibilità che ci è utile per raccontare la nuova fase della società. che oggi si avvia alla prima grande produzione». Perché investire in Green Energy? «Perché siamo una società sulla frontiera tecnologica, siamo gli unici in Italia a sviluppare un sistema di batteria a flusso e gli unici al mondo a farlo con un sistema basato su una molecola organica e a farlo in un mercato che, secondo le previsioni, nel 2023 varrà 400 miliardi di euro. Perché abbiamo avuto la forza nel corso degli anni di attrarre attorno al nostro progetto i primari centri di ricerca internazionali e abbiamo cercato di invertire la rotta della fuga dei cervelli, riportando in Italia talenti e ricercatori a lavorare al nostro progetto».