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  • Come i grandi trend del tech stanno cambiando il modo di raccontare

    Il 2019 si preannuncia come un anno di transizione in cui i pillar fondativi del digitale saranno diversi

    15 Gennaio 2019

    Lo scorso settembre su Forbes US è stato pubblicato un interessante articolo dal titolo Top 10 Digital Transformation Trends For 2019, che propone i topic di cui tener conto nel 2019 in ambito Tech. Non parliamo di format di contenuto o di quali social saranno più in voga, ma di reti distributive digitali o futuri impieghi dell’AI. Esercizi previsionali di questo genere sono aumentati negli ultimi anni, considerando come l’impatto sulla filiera di comunicazione e marketing della tecnologia è sempre maggiore. Prendiamo ad esempio l’affermarsi della rete 5G come standard di trasmissione nelle reti mobile: un trend che non cambierà il lavoro di content creator e community manager. Solo apparentemente.

    In un mondo che cambia, rimane il gesto della narrazione

    Il 2019 si preannuncia come un anno di transizione verso una nuova fase (che anche altri articoli provano a descrivere, come quello pubblicato su NetGuru.com), dove i pillar fondativi per stare sul digitale saranno diversi. Ecco quali saranno. Semplificazione della trasmissione di dati via mobile (appunto, l’affermarsi del 5G); prosecuzione del cammino verso una dimensione AI-centrica; un definitivo passaggio alla gestione in-cloud ibrida, con immensi database online utili a stoccare tutti i dati in possesso di un’azienda; il passaggio all’applicazione pratica dei paradigmi legati alla Blockchain; miglioramento delle tecnologie di analisi del dato, con impiego sempre maggiore di intelligenza artificiale; un definitivo uniformarsi alle regole imposte dall’UE in ambito privacy (con il GDPR che influenzerà le strutture digitali anche extraeuropee). E ancora: impiego sempre maggiore di sensori e simili; necessità per tutte le aziende rimaste indietro nella rivoluzione digitale di adattarsi ai nuovi trend, pena l’allargamento della forbice indicante il tasso di competitività. Tutti aspetti che andranno a influenzare anche la produzione di contenuto e le modalità di racconto che oggi sono evidenziabili nei comportamenti degli utenti che abitano il web. Su queste pagine ne abbiamo parlato anche nei giorni scorsi. Al di là degli aspetti più legati al mondo del content e delle sue applicazioni in ambito marketing, però, merita una riflessione il come stia cambiando la modalità di immaginare le storie, come queste siano sempre più vincolate non solo ai media che le veicoleranno, ma anche ai contesti e alle abitudini di consumo delle stesse. LEGGI ANCHE: I 3 limiti (e le nuove sfide) del Content Marketing contemporaneo)

    Bandersnatch: una storia tech

    Prendiamo ad esempio il caso della prima puntata della nuova stagione di Black Mirror, Bandersnatch. Un successo di pubblico (che pare costerà a NetFlix una citazione in giudizio da parte di Chooseco per non aver rispettato i diritti d’autore del format “Scegli la tua avventura”) che presenta un’interessante particolarità. Per godere del film interattivo è necessario gestire il tutto da un supporto in grado di interagire con il contenuto. Non tutte le smartTV sono in grado di veicolare adeguatamente il film e non saranno pochi gli spettatori che avranno scelto di guardare il film da supporti come tablet o smartphone. Un aspetto da poco, direte. Non è così! Stiamo parlando infatti di un fenomeno che identifica con precisione una fetta di pubblico altamente clusterizzata, abituata a consumare narrazioni che diventano godibili solo in presenza di supporti tecnologicamente in grado di restituirli al meglio. Non è una novità nel panorama dei media. Nel decennio scorso, l’avvento del cinema 3D, con il lancio di Avatar, era stato presentato come un’evoluzione del modo di vivere il cinema dagli effetti potenzialmente rivoluzionari, proprio come il film a bivi. Anche in questo caso, una tecnologia cambiava lo sviluppo narrativo (Cameron scrisse infatti Avatar immaginandolo proprio per la fruizione nei cinema 3D). Non finisce qui: forte del successo ottenuto, Netflix ha pensato di espandere parte di quel mondo narrativo in altri ambienti, costituendo un ecosistema in cui il centro della storia, il concetto di controllo sul libero arbitrio, viene riproposto. LEGGI ANCHE: Netflix porta Black Mirror nella realtà con un gioco su Instagram ispirato a Bandersnatch Sarà da capire quanto in continuità andrà il progetto atteso per il 16 gennaio con la storia del film, non è però un caso isolato di espansione di mondi narrativi che, grazie alla tecnologia, ritrovano nuovo vigore.

    Il ritorno delle meccaniche transmediali

    Il caso di Skam e del suo remake Skam Italia, la webserie giovanile che continua al di là degli episodi singoli sui canali social, è uno degli esempii più interessanti degli ultimi anni rispetto al legame fra tecnologia e storie. Da annoverare tra gli esempi è sicuramente il ritorno sulle scene di Breaking Bad, questa volta sotto forma di videogame, concepito espressamente per la tecnologia mobile, che vedrà la luce entro la fine dell’anno. I casi di storie che nascono e si sviluppano secondo regole transmediali stanno aumentando, insomma, e la cosa più interessante è che in molti casi è la tecnologia a guidare lo sviluppo narrativo. Il filo conduttore che unisce gli esempi sopra riportati, infatti, è che l’espansione dell’universo narrativo passa necessariamente da una valutazione di tipo mediale. In altri termini, la storia continua e si sviluppa perché c’è un buon mezzo per accoglierla, e non per evidenti ragioni legate alla storia. Diventa quindi centrale conoscere dove la tecnologia stia andando, per progettare adeguatamente i prossimi sviluppi di una storia di successo, sfruttando così le evoluzioni tecnologiche secondo i propri desiderata narrativi.

    Tornando alle prime battute

    Ecco perché, ad esempio, sapere che l’anno prossimo il 5G sarà la rete mobile preponderante potrebbe essere un’informazione utile anche per i content creator e, in generale, per chi lavora con le storie. Il mutamento delle tecnologie apre gli orizzonti e le possibilità: rispetto al passato, ragionare in termini multi-piattaforma permette di sfruttare tale apertura. Il futuro sarà di narrazioni sempre più strutturate e concepite su logiche multicanale e, probabilmente, siamo solo all’inizio di un’era in cui le storie diventeranno sempre più custom. Tema, quest’ultimo, complesso. Rileggendo i trend attesi è evidente che, di pari passo alla crescita della capacità d’analisi dei dati, sarà possibile personalizzare l’esperienza non solo di proposta dei contenuti, ma anche di esposizione degli stessi. L’effetto saranno narrazioni personalizzabili, molto più che un semplice film a scelta multipla. Segnale che le storie stanno cambiando di pari passo alla crescita tecnologica. Quanto questo potrà migliorare le narrazioni, è tutto da dimostrare: certamente, però, apre spiragli decisamente affascinanti da studiare e da capire.