5 startup fintech che elimineranno la carta dal mondo di pagamenti e prestiti
Poche righe di codice, algoritmi e altre soluzioni innovative che hanno già cominciato a cambiare il modo in cui usiamo il denaro
14 Gennaio 2019
C’è chi ha inventato poche righe di codice che consentono a ogni sito di ricevere pagamenti, chi ha creato una tecnologia che digitalizza gli assegni e chi ancora ha realizzato un algoritmo che consente alle piccole e medie aziende di ottenere prestiti in pochi click. Il futuro del denaro lo scrivono le startup fintech. Ecco quali sono le più rivoluzionarie e come lavorano per digitalizzare i soldi.
Stripe
Reid Hoffman, cofondatore di LinkedIn e oggi famoso investor, dice che è il suo miglior investimento. Parliamo di Stripe, la startup di Patrick Collison e suo fratello John (due trentenni), che oggi vale 20 miliardi di dollari e che ha raccolto, dalla sua fondazione nel 2010, 685 milioni di dollari. Cos’è Stripe? È una piattaforma esterna per pagamenti online che consente a un eCommerce di accettare pagamenti con bancomat, carta ricaricabile o carta di credito. La novità non è tanto il cosa fa, ma il come lo fa: i due fratelli hanno inventato delle righe di codice. Basta inserirle all’interno del proprio sito web o di un’app, per accedere alla loro infrastruttura di pagamento, senza dover affrontare noiose procedure bancarie. Stripe semplifica la vita, gestendo tutte le operazioni direttamente: dalla memorizzazione delle carte agli accrediti sul proprio conto corrente. Inoltre, non ci sono costi di attivazione del servizio, canoni mensili o costi nascosti. Si paga solo per l’uso che viene fatto del servizio: Stripe, per le carte europee, trattiene sulle transazioni una percentuale dell’1,4 sull’importo, più 0,25 centesimi di euro. L’affidabilità del servizio è indicata anche dai nomi altisonanti delle aziende che ne fanno uso: nella lista dei clienti Stripe, ci sono Google, Uber, Amazon, Microsoft, Spotify, Facebook, Nasdaq, solo per menzionare le più celebri. In totale più di 100mila aziende usano il servizio con un volume di transazioni a nove zeri. Nel corso degli anni, la startup ha ampliato i suoi servizi: oggi consente, per esempio, ai suoi utenti di gestire le fatturazioni con un programma automatico e ha da poco lanciato il suo Stripe Terminal, un POS per estendere la sua presenza, dall’online al mondo fisico. Una curiosità: la startup nata per fare concorrenza a big del settore, come PayPal, vede tra gli investitori Elon Musk e Peter Thiel, proprio gli imprenditori che hanno lanciato PayPal, portando il servizio a conquistare tutto il mondo.Revolut
La startup con sede a Londra, ideata da Nikolay Storonsky, è un’altra realtà da record: in tre anni ha quintuplicato la sua valutazione (1,7 miliardi di dollari) ed è la prima fintech inglese ad aver ottenuto una licenza per agire come operatore bancario in Europa. Cos’è Revolut? È un servizio che nasce per facilitare il trasferimento di denaro nel mondo: una carta Revolut ti consente di fare il cambio da una valuta all’altra in modo istantaneo, secondo il tasso interbancario (quello che è usato dalle banche per le loro operazioni di cambio valuta). Tutto via app. La value proposition della startup è che le operazioni di cambio sono effettuate senza alcuna commissione (se il trasferimento rientra nelle 5mila euro/mese). L’idea è nata per un’esigenza personale del founder: specializzato in operazioni di trading con i derivati per Lehman Brothers, prima, e poi Credit Suisse, Storonsky viaggia tanto e si rende conto di perdere tanti soldi nei cambi, quando compra con carta di credito, per fee delle quali non è a conoscenza. La sua esigenza è quella anche di tanti altri, come dimostrano i numeri. La startup cresce in soli tre anni, raccoglie 336 milioni di dollari, estende il servizio in 42 Paesi europei, conquista 2 milioni di clienti, elabora 3 miliardi di transazioni al mese. Nel tempo, allarga il suo servizio, non solo monete tradizionali (150 nel mondo), l’app consente oggi anche il cambio e l’acquisto di crypto: Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum, Litecoin e Ripple, grazie alla collaborazione con un exchange, Bitstamp. Ma sono tanti altri gli ambiti in cui la fintech è attiva: nel ramo assicurativo, per esempio, con la possibilità per i viaggiatori di sottoscrivere assicurazioni per oggetti (come smartphone e tablet) oppure anche polizze assicurative nel ramo sanitario. Ancora una volta tutto tramite app. L’ambizione di Storonsky non ha fine: la fintech si è trasformata recentemente in una banca, via Bank of Lithuania (nazione, quella lituana celebre per le leggi pro-fintech). La licenza bancaria consentirà alla startup di “invadere” il lending, come spiega lo stesso CEO in una sua intervista a Bloomberg: «La nostra vision è di offrire a retail e consumatori la possibilità di avere un prestito, in solo due minuti, con pochi click sulla loro app».PayDo (Plick)
Nel fintech i servizi più innovativi possono nascere proprio da una collaborazione tra banche e startup. Un esempio è Plick, l’app che facilita i pagamenti digitali, ideata dalla startup PayDo e messa a disposizione da Banca Mediolanum, a tutti i suoi clienti, attraverso il Mediolanum Wallet. Cos’è Plick? Nato per digitalizzare gli assegni, è un servizio che consente di effettuare pagamenti via app, in tutta l’area SEPA. La value proposition della startup è nella facilità con cui avviene il payment. Per usare Plick è sufficiente:- autenticarsi all’interno dell’app Mediolanum
- selezionare la voce “Pagamento Plick” nella sezione “invia e richiedi denaro”.
- inserire il nome del beneficiario, un numero di cellulare, o l’indirizzo email. Con l’importo, la causale e la data di pagamento.