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  • I rebranding del 2018 da ricordare, secondo noi

    Un anno ricco di cambiamenti da Burberry a WPP, da Douglas a Ninja

    4 Gennaio 2019

    Il 2018 è stato un anno molto intenso soprattutto per quei marchi che si sono avventurati in attività di rebranding. Lo hanno fatto, conferendo una identità aggiornata al marchio, aziende come Boston Consulting Group, Uber, Mailchimp, Dunkin’ Donuts e molte altre ancora.

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    È stato un anno di grandi cambiamenti che ancora una volta ha messo insieme nuove strategie visive per valorizzare i principali asset aziendali.  Cambiare prospettiva e look si può, ripensando e reinterpretando il sistema di valori su cui si basa lo storytelling.

    Ma andiamo con ordine per cercare di capire i principali redesign di quest’anno.

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    La nuova estetica di Douglas

    A proposito di estetica e di nuove strategie visive, quest’anno spicca il rebranding di una delle più grandi catene di profumerie, Douglas.

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    Il gruppo tedesco, che già lo scorso anno ha concluso l’acquisizione di Limoni e La Gardenia, ha celebrato la bellezza individuale attraverso una campagna internazionale firmata da Peter Lindbergh, con star della moda e Influencer come Cara Delevingne, Amber Valletta, Alexa Chung, Lineisy Montero, Jon Kortajarena e Caro Daur.

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    La nuova immagine vuole comunicare, in modo visivo e non, i processi di cambiamento in atto all’interno del gruppo.

    Un elemento chiave della strategia è la modernizzazione e l’aggiornamento del marchio Douglas con l’obiettivo di posizionarsi fortemente nel settore della bellezza premium con una gamma di prodotti individuali ed esclusivi.

    WPP: “In Dots We Trust”

    Fondata nel 1971, WPP è un network multinazionale di agenzie pubblicitarie, di PR e centri media con sede principale a Londra. Tra le sue filiali più conosciute ci sono Gray, J. Walter Thompson, Ogilvy e Fitch.

    Semplice e ispirata all’universo creativo di WPP la nuova identità visiva è stata realizzata da Superunion e Landor, sempre afferenti al gruppo. Il rebranding intende proiettare WPP come un’azienda dinamica, connessa e organizzata intorno alle esigenze dei propri clienti, in grado di attuare processi sempre nuovi di trasformazione creativa.

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    Il logo è composto da molte parti – i dots – che si combinano per formare il tutto. Una rappresentazione delle persone, delle agenzie, delle capacità e dei mercati di WPP che lavorano insieme per offrire soluzioni uniche per i clienti.

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    Sullo schermo, il logo è progettato per avere una forma e un colore che cambiano continuamente, proprio per simboleggiare la trasformazione creativa in sé.

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    Il rebranding ispirato alle risorse umane di Playground

    Tra le agenzie emerge anche l’interessante strategia di rebranding adottata da Playground. L’agenzia digital milanese, dopo un attento lavoro di mediazione e inclusione, ha puntato sull’employer branding e sull’employee advocacy coinvolgendo i propri dipendenti nella costruzione della nuova identità.rebranding

    Le risorse umane al centro come brand ambassador del posto in cui lavorano.

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    Nuovo logo e riposizionamento per Ninja

    Tra i rebranding del 2018 non potevamo non segnalarvi quello di Ninja.it. Sì perché se non ve ne siete accorti abbiamo cambiato nome, da Ninja Marketing siamo diventati Ninja.

    Il nuovo logo è nato da un’esigenza fisiologica dell’ecosistema aziendale che quest’anno più che mai necessitava di un riposizionamento.

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    Oggi trattiamo di digital marketing ma anche di tecnologia, industria 4.0, smart working, crescita personale, privacy, economia digitale, fintech, blockchain, robotica, automotive e molto altro ancora.

    Fashion rebranding: Burberry, Balmain e Celine

    Grandi cambiamenti anche nel settore moda, sono diversi infatti i marchi che nel 2018 hanno rinnovato la loro immagine partendo dal logo.

    La tendenza principale sembra essere quella di adottare un testo nero su sfondo bianco. A rispettare il trend quest’anno ci sono senza dubbio Celine e Burberry.

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    Dietro al rebranding di Burberry c’è il lavoro del graphic designer britannico Peter Saville, famoso soprattutto per gli artwork finiti sulle copertine di album diventati nel tempo iconici come Unknown Pleasures dei Joy Division. Per l’occasione Saville ha collaborato con Riccardo Tisci, da poco direttore creativo della casa di moda.

    Il nuovo logotipo rappresenta un cambiamento completo, un’identità che punta sull’heritage dell’azienda e allo stesso tempo si orienta attraverso le coordinate culturali del ventunesimo secolo.

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    I fashion brand, a cui si aggiungono i recenti rebranding di Berluti e Balmain, nell’ultimo periodo sembrano essere sempre più favorevoli a un’estetica pulita, senza eccessi, prediligendo font sans-serif e caratteri a blocchi.

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