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  • Le nuove protesi potranno cambiare (davvero) la vita delle persone, questo test lo ha dimostrato

    I test indicano che il sistema potrebbe cambiare drasticamente la vita di chi ha subito amputazioni di questo tipo

    21 Dicembre 2018

    I ricercatori del Laboratorio di Fisica Applicata della Johns Hopkins University (APL) hanno testato con successo protesi bilaterali collegate alle spalle, consentendo a un soggetto sottoposto a test di svolgere compiti complessi utilizzando entrambe le braccia contemporaneamente.

    I test indicano che il sistema è veloce da apprendere e potrebbe un giorno cambiare drasticamente la vita di chi ha subito amputazioni di questo tipo. LEGGI ANCHE: Disney e Open Bionics: arrivano le protesi per bambini dedicate a Star Wars, Iron Man e Frozen Per la maggior parte di noi, compiti semplici come bere da una tazzina o usare un distributore automatico non presentano alcun problema. Ma per persone come Leslie Baugh, che ha perso entrambe le braccia in un incidente circa 40 anni fa, possono essere semplicemente impossibili. La ricerca e lo sviluppo di protesi avanzate, come quelle in questo studio, hanno lo scopo di cambiare le situazione complicate e ha il potenziale per trasformare davvero la vita delle persone.
     
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    Watch as this tech allows a double amputee to control his prosthetics.

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    Come funzionano le nuove protesi

    Affinché la tecnologia potesse funzionare, il signor Baugh è stato prima sottoposto a un trattamento noto come reinnervazione muscolare mirata, progettato per riassegnare i nervi che una volta controllavano l’arto amputato. Dopo il trattamento, il team ha utilizzato un software di riconoscimento del pattern per studiarne la comunicazione e la frequenza e l’ampiezza degli impulsi nervosi. Tale informazione è stata poi tradotta in specifici movimenti nelle protesi. LEGGI ANCHE: Chip sottopelle, nanotecnologia e protesi Hi-tech non ci trasformeranno in cyborg ma in Umani Aumentati Courtney Moran, un membro dello staff che lavora con il signor Baugh, ha commentato: “Ci aspettavamo che superasse le prestazioni rispetto a quelle che avrebbe potuto ottenere con i sistemi convenzionali, ma la velocità con cui ha imparato i movimenti e il numero di movimenti che è stato in grado di controllare in un così breve periodo di tempo è stato ben oltre le aspettative “. È stato un mese entusiasmante per la ricerca sulle protesi e lo studio della Johns Hopkins University non è l’unico risultato positivo: all’inizio di questo mese, i ricercatori dell’Università di Pittsburgh hanno pubblicato i risultati di uno studio altrettanto promettente che coinvolge un braccio robotico controllato dalla mente.

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