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  • “Google personalizza i risultati anche quando navighi in incognito”

    Secondo uno studio di DuckDuckGo, i risultati di ricerca fra diversi utenti che navigano in modalità anonima non coincidono, ma l'azienda di Mountain View ha smentito seccamente dando molte spiegazioni

    6 Dicembre 2018

    Perché, a volta usiamo la navigazione in incognito? Sappiamo bene che Google offre risultati di ricerca personalizzati in base alle ricerche precedenti, alla posizione e ad altri fattori. Quando scegliamo di navigare “in incognito” siamo certi che quelle informazioni non verranno memorizzate e potremo navigare sul web senza lasciare tracce. In realtà, non sarebbe proprio così: secondo un nuovo studio, i risultati di Google sarebbero personalizzati in modo univoco per il navigatore, anche quando ha impostato la scheda del browser con la modalità in incognito.

    Lo studio di DuckDuckGo

    Nello studio, i partecipanti hanno cercato una query con la navigazione consueta e poi disconnessi dall’account in modalità anonima e, secondo DuckDuckGo, che ha condotto i test, i risultati dovrebbero essere quasi identici, perché non filtrati in base a informazioni precedentemente acquisite. LEGGI ANCHE: Google chiuderà Google+ per un bug sulla sicurezza scoperto dopo 3 anni Invece, per utenti diversi, i risultati erano diversi. Non solo: anche quando i risultati coincidevano, le posizioni dei link nella SERP erano differenti e questo vuol dire che alcuni risultati (quelli in testa) vengono più facilmente cliccati dalle persone a cui vengono sottoposti in quell’ordine. E non solo: anche le news avevano una rilevanza diversa nei differenti risultati. DuckDuckGo ha affermato il il logout o la navigazione anonima in incognito non hanno avuto alcun effetto “pro-privacy” sui risultati di ricerca, anzi: con un falso senso di sicurezza che la modalità (cosiddetta) in incognito presenta ai surfer della rete, è possibile che ci esponga maggiormente a pericoli non previsti.

    La risposta di Google

    Google ha rigettato queste affermazioni sostenendo che il metodo utilizzato e i risultati che ha manifestato non sono corretti: “La metodologia e le conclusioni di questo studio sono errate perché si basano sul presupposto che qualsiasi differenza nei risultati di ricerca sia basata sulla personalizzazione e questo non è vero. Ci sono una serie di fattori che possono portare a leggere differenze tra i risultati di due utenti che navigano in incognito, come il momento in cui viene fatta la ricerca o la posizione geografica, che questo studio sembra non aver approfondito a sufficienza. LEGGI ANCHE: Gli amministratori delle pagine Facebook sono responsabili della privacy, secondo una sentenza dell’UE L’azienda ha specificato una lunga serie di fattori per cui i risultati non sono sempre identici, in una serie di tweet (che puoi seguire qui) Alla fine della lunga discussione, pare certo almeno che sia impossibile ottenere risultati assolutamente imparziali e identici in navigazione anonima, visto che orario e posizione condizionano comunque le ricerche.