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  • In Italia una società ha creato un cimitero dei malware. Di che si tratta

    Yoroi ha presentato ieri a Milano Yomi, applicazione di cybersecurity. Presente all'incontro anche la nazionale Italiana di cyberdefender del CINI, la società Cybaze ed esperti del settore

    30 Novembre 2018

    Yoroi è una società specializzata in cybersecurity che sta per lanciare un “cimitero dei malware”. La nuova applicazione si chiama Yomi (cimitero, in giapponese) consentirà di controllare se un file è infetto oppure no. Perché cimitero? Perché cittadini ed esperti potranno trascinare al interno della sandbox dell’app un file sospetto e capire se è quanto è pericoloso. Yomi è stata presentata ieri a Milano dal CEO Marco Ramilli. “Le macchine sono brave a dare risposte ma solo noi possiamo fare le giuste domande” ha detto proprio Ramilli durante l’incontro a cui hanno preso parte: la nazionale italiana di cyberdefender sponsorizzata da Cybaze dall’azienda italiana di cybersecurity Cybaze e Yoroi, Paolo Prinetto, direttore del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity (nella foto sotto), gli allenatori e i giocatori della “nazionale hacker” di ritorno dai campionati europei di Londra, e i vertici . Non solo un cimitero. Yomi è anche un’applicazione open source che consentirà di controllare a chiunque se un file è infetto oppure no usando un sistema di ricompensa chi fa analizzare e permette di scoprire più file infetti, in base a “un meccanismo di gamification che presenti una classifica dei migliori cacciatori di contenuti malevoli”. cybersecurity

    Formazione, rischi e strategie

    Quella di Mlano è stata anche l’occasione per discutere di cybersecurity. Sul tavolo l’importanza dell’informazione e della formazione nel campo della cybersecurity, lo sviluppo di tecnologie nazionali per la sicurezza, la pervasività delle transazioni digitali e il rischio cyber per il Made in Italy. Al centro della discussione, la necessità di un cambiamento culturale che muova dall’idea di proteggere gli asset informatici del paese a quella di una cyber-defence attiva e dinamica, capace di adattarsi al variare delle minacce.

    La protezione del cyberspace in Italia

    Durante l’incontro sono state affrontate le tematiche relative alla posizione dell’Italia nel campo della protezione del cyberspace. Ne ha parlato il presidente di Cybaze. L’ex ministro Giulio Terzi di Sant’Agata ha spiegato poi come, nell’attuale scenario geopolitico, le imprese specializzate non possano limitarsi a fare affari perché “la sovranità e la libertà sono cose che entrano in diretta relazione con l’avere comunicazioni pulite e interlocutori affidabili”. Mentre per Marco Castaldo, amministratore delegato di Cybaze, “gli amministratori delegati delle aziende, di tutte le aziende, dovrebbero avere una maggiore attenzione ai rischi informatici e non solo a quelli finanziari”.

    L’impegno di cittadini ed esperti

    L’importanza di favorire l’impegno di cittadini ed esperti nell’individuare virus e malware è stata sottolineata da Pierluigi Paganini, CEO di Cybaze, che ha tratteggiato lo scenario delle tentate incursioni hacker a danno dell’industria navale italiana nell’operazione denominata Marty Mc Fly e ha illustrato le innovative tecniche di difesa dell’azienda.

    Un polo italiano della cybersecurity

    “Cybaze è parte di questo sforzo – ha detto Marco Castaldo – quello di creare un polo italiano della cybersecurity che faccia dell’italianità un vantaggio competitivo. Per questo seguiamo da vicino le iniziative e le attività dei nostri giovani talenti informatici selezionati dal CINI grazie al progetto Cyberchallenge.IT”.