Fluentify ha chiuso il suo primo aumento di capitale: un round di investimento da 1,5 milioni di euro, guidato da Stefano Marsaglia (come investitore privato), recentemente entrato ai vertici del primario fondo di private equity inglese Peninsula Capital Advisor, insieme ad altri investitori privati. Fluentify è una PMI innovativa fondata nel 2013 da Giacomo Moiso, Claudio Bosco e Matteo Avalle che ha sviluppato un servizio di tutoring online per l’inglese professionale pensato per le aziende.
Le risorse raccolte saranno dedicate allo sviluppo della tecnologia alla piattaforma digitale (anche con l’utilizzo di sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale), all’ampliamento del business e della struttura commerciale in Italia e all’internazionalizzazione, con l’apertura di una sede in Francia. In particolare, tra i progetti in partenza il corso digital self-study, che permetterà ai professionisti di lavorare inizialmente in autonomia, per avvicinarsi poi gradualmente alle lezioni One-to-One con i tutor. In stadio avanzato anche la finalizzazione di processi di controllo basati, appunto, sull’Intelligenza Artificiale.
“Siamo fieri – ha detto Giacomo Moiso, co-founder e CEO di Fluentify – di aver concluso con successo questo primo round di investimento che ci accompagnerà in un importante ed entusiasmante percorso di sviluppo. Con il suo approccio innovativo, Fluentify risponde in maniera efficace alle necessità delle aziende, in primis quelle italiane, di far raggiungere ai propri dipendenti una padronanza dell’inglese professionale e adeguata al contesto in cui operano”. Dello stesso avviso Claudio Bosco, co-founder e COO di Fluentify. “La partecipazione di Stefano Marsaglia in questa operazione – ha detto – rappresenta un vero valore aggiunto per la nostra crescita futura e siamo certi che la sua grande esperienza e il suo importante network ci saranno di grande supporto”. Proprio Stefano Marsaglia, Managing Director di Peninsula Capital ha sottolineato: “Ho visto nascere e crescere questo progetto in cui credo molto. L’offerta business ha grandissimo potenziale, in Italia e all’estero. Sono certo che sentiremo tanto parlare di Fluentify, siamo solo all’inizio”.
La società dichiara di aver registrato una crescita del proprio business (200% anno su anno) e dispone ad oggi di un team di 14 professionisti interni, suddivisi tra gli uffici di Londra, Torino, Milano, Roma e la presenza commerciale in Svizzera, oltre ai 150 tutor esterni madrelingua operanti da tutto il mondo. L’80% del business è generato dal segmento B2B, in cui la Società è specializzata (il restante 20% deriva dal segmento B2C).
Tra le principali aziende clienti di Fluentify ci sono alcuni tra i più importanti player nel mondo del lusso, dei servizi finanziari e del consumer goods, accomunati dalla necessità di far intraprendere corsi di inglese (la cui conoscenza è ormai condizione imprescindibile nel mondo degli affari) ai propri dipendenti: in Fluentify primaria infatti è l’attenzione al controllo di qualità ed inoltre concreta la possibilità per l’azienda di misurare il ritorno dell’investimento per singolo alunno, attraverso avanzati sistemi tecnologici di controllo.
In particolare, Fluentify, con un approccio proprietario di insegnamento basato sul metodo comunicativo, permette alle aziende di offrire ai propri dipendenti pacchetti di corsi di lingua in inglese professionale, tramite lezioni One-to-One in video conferenza. L’approccio Fluentify è focalizzato interamente sulla fluency dei dipendenti: dopo aver stabilito il livello iniziale e gli obiettivi da raggiungere, i tutor di Fluentify portano i propri allievi a conversare via web, sin dalla prima lezione, nella lingua da imparare (a oggi, la società offre infatti corsi non solo in inglese, ma anche in francese e in italiano) trattando tematiche vicine al proprio ambito professionale.
L’80% degli italiani ritiene la conoscenza dell’inglese in ambito lavorativo di primaria importanza per la propria azienda ed è provato come questa stessa sia collegata a diversi indicatori economici, come ad esempio al PIL e al reddito nazionale lordo pro capite: più alto è il punteggio nei test di lingua, maggiore è la capacità di un paese di fare impresa. Inoltre, è risaputo che il 41% degli italiani afferma di aver perso un’opportunità di lavoro o di promozione a causa della scarsa conoscenza della lingua inglese. In un paese classificato al 33^ posto per il livello di competenza in inglese, il mercato si presenta sicuramente pronto ad accogliere offerte innovative ed efficaci.
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