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  • Tim Cook a Bruxelles, il suo speech sulla privacy in 5 punti

    Tim Cook alla 40^ Conferenza internazionale sulla privacy: "Gli Stati Uniti devono dotarsi di una legge organica sulla privacy come quella europea"

    24 Ottobre 2018

    Come avevamo già annunciato nei giorni scorsi, Il CEO di Apple, Tim Cook, era atteso tra i protagonisti della 40^ Conferenza internazionale sulla privacy, organizzata a Bruxelles sotto l’egida del Garante europeo per la privacy, l’italiano Giovanni Buttarelli, e ospitata al Parlamento Europeo. L’appuntamento, in programma fino al 26 ottobre, aveva in agenda una sessione pubblica oggi e domani con al centro della discussione l’etica digitale. Dibattere l’etica: dignità e rispetto nella vita guidata dai dati è stato dunque il titolo del dibattito. Anche Tim Berners Lee. Oltre al numero uno di Apple, atteso anche Tim Berners Lee, ma anche ricercatori e accademici di punta come il direttore del centro di ricerca sull’intelligenza artificiale Hkust Pascale Fung, filosofi e scrittori come Anita Allen e Jaron Lanier, responsabili politici come le commissarie Ue alla giustizia e alla concorrenza Vera Jourova e Margrethe Vestager, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajanie i presidenti della Corte europea per i diritti umani e della Corte UE di giustizia, oltre ai responsabili per la tutela della vita privata di molti Paesi extra Ue.

    1. Privacy diritto umano fondamentale

    “Credo che la privacy sia un diritto umano fondamentale – ha detto Cook nel corso del suo intervento (qui il testo integrale) – e che vada protetta”.  LEGGI ANCHE: L’Antitrust ha multato Apple e Samsung per “obsolescenza programmata”. Di che si tratta

    cook

    2. Arma con efficienza militare

    L’uso dei dati personali degli utenti Internet è stato “reso un’arma con efficienza militare” dove tutto “dalle nostre speranze alle nostre paure” è stato assemblato in “profili digitali”, dove “le società digitali ci conoscono meglio di noi stessi”, arrivando a mostrarci solo le cose che ci interessano sino a “punti di vista ormai limitati anche nelle notizie. Questa è sorveglianza”. Ha detto Cook, sottolineando che Apple “ha sempre avuto la privacy nel suo sangue”. LEGGI ANCHE: Cookie e GDPR. Quali differenze e che cosa cambia ora

    3. Il GDPR sia la guida per gli Usa

    “È giunto il momento per il resto del mondo incluso il mio Paese”, gli Usa, “di seguire la guida” dell’UE sulla privacy del regolamento generale sulla protezione dei dati, “noi ad Apple sosteniamo pienamente una legge onnicomprensiva sulla privacy negli Stati Uniti. Non possiamo sviluppare la tecnologia al suo massimo se gli utenti non hanno fiducia in essa”. LEGGI ANCHE: Tim Cook ha iniziato il suo tour in Europa con 2 app di Realtà Aumentata

    4. I pilastri di Tim Cook

    Se per il CEO di Apple la strada è seguire il modello dell’Europa con il GDPR, negli Usa serve una legge che poggi su 4 pilastri: anonimizzazione dei dati (le aziende dovrebbero anonimizzare i dati personali o non chiederli proprio). Il diritto alla conoscenza dei dati in possesso di un’azienda. Il diritto di accesso (le aziende devono riconoscere che i dati appartengono ai cittadini e devono darne loro una copia se la chiedono così come cancellarli se lo vogliono). E il diritto alla sicurezza dei dati stessi. Quindi, anonimato, diritto di conoscenza e di accesso ai dati, e sicurezza dei dati.

    5. La tecnologia è neutra

    La tecnologia può fare progredire la società “ma allo stesso tempo può fare danni anziché aiutare”, e oggi si vede come “può in verità ingrandire le peggiori tendenze umane o rendere più profonde le divisioni fino a minare il discernimento tra quello che è vero e quello che non lo è. Per il CEO di Apple di per sé la tecnologia è neutra “non vuole fare cose buone, non fa niente in realtà, ma quello che fa, il suo uso, dipende da noi”.