“Oggi inizia la mia fase di “prorogatio” di 45 giorni insieme al @teamdigitaleIT. Ringrazio il Governo per avermi chiesto di rimanere un altro anno, ma alla scadenza del mandato di 2 anni mi riunirò come previsto alla mia famiglia a Seattle”: con queste parole affidate ad un tweet il Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale Diego Piacentini ha annunciato le sue prossime mosse: lascerà il Team per la Trasformazione Digitale e tornerà a Seattle, negli Stati Uniti, dove vive la sua famiglia.
Ex vicepresidente Amazon, classe 1960, due anni fa prese una pausa dall’azienda e fu nominato dal governo Renzi Commissario straordinario per il digitale. Piacentini ricopre l’attuale carica dal 17 agosto 2016. Aveva accettato l’incarico prendendosi un periodo di pausa dal suo ruolo nell’azienda di Seattle. In questi due anni ha lavorato con un team di 30 esperti.
A maggio 2018 al Forum PA, intervistato da Luca Attias, CIO della Corte dei Conti, Piacentini aveva ripercorso i mesi alla guida del team per la Trasformazione Digitale, ricordando anche che “non basta un team di 30 persone per trasformare la PA e fare l’Italia digitale. Stiamo muovendo una montagna di pochi centimetri – aveva sottolineato – il mio suggerimento al nuovo Governo? Replicare team simili al nostro nei ministeri e in alcuni enti. Quello che abbiamo creato – ha sottolineato – è un’eccezione all’interno della PA. L’obiettivo principale di un Governo che vuole aiutare la PA a trasformarsi anche tramite la digitalizzazione è – ha precisato – ampliare il modello che abbiamo messo in piedi”.
Secondo Piacentini la pubblica amministrazione non può svecchiarsi dall’interno: “Stiamo parlando di una macchina complessa che da 70 anni ha funzionato nello stesso modo. Impossibile che un modello del genere si rivoluzioni dall’interno. E non è un caso se le attività del Team Digitale vengono viste come anomale all’interno della PA . Servono momenti di choc e sperare che si vada nella direzione giusta”.
Le competenze digitali le priorità su cui agire, aveva detto Piacentini. “Sono poche le amministrazioni e le persone che hanno persino una minima capacità di gestione dei progetti con un workflow, momenti di controllo, verifica e correzione. Ma bisogna eliminare situazioni che disincentivano le persone a fare ‘quel passo in più per paura di sbagliare”.
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