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  • Social media manager da evitare: come tenere alla larga i maniaci digitali

    L'incubo peggiore di un social media manager non è più l'algoritmo che cambia: occhio ai colleghi monotematici. Se non ridi, allora potresti essere tu!

    28 Agosto 2018

    Le ferie quando arrivano, arrivano. Sarà vero? In realtà, cari social media manager in ascolto niente è peggio, per la nostra categoria professionale, che imbatterci in lunghe e noiose giornate estive, dove i post programmati giacciono in fondo ai nostri cuori e alle nostre home. Alzi la mano chi non ha coordinato la pubblicazione di almeno cinquanta post per pagina e chi non ha impostato un messaggio (gentile ma preconfezionato) di risposta al fatidico pulsante ‘Invia un messaggio’. Siamo tutti sulla stessa piattaforma e sulla stessa barca, tranquilli. Può capitare però che, nel mentre il sole bacerà il vostro bel visino, il vicino d’ombrellone in un cordiale slancio di affetto, inizierà a condividere con voi le gioie e i dolori del suo straordinario lavoro. Ma chi l’avrebbe detto? Anche lui un creatore di contenuti per i social? Anche lui un social media manager in vacanza e, ma che bello, proprio vicino a te. Non facciamo di tutta un’erba un fascio: occorre solo evitare con cura cinque tipologie di social media manager. Social Selling

    Il senior dei senior

    “Quando ho iniziato io, più di quindici anni fa, era tutto diverso”. Ma poi, quindici che? Alzi la mano chi non si è mai imbattuto con il ‘senior dei senior’, il social media manager che (dice) di averne viste di tutti colori, quello che ‘quando tu stavi alle media, io ero già sul pezzo’. Sulla quarantina e oltre, carriera incentrata sui social, ma ha giovanetti attorno che lavorano per lui in agenzia. Il tipo che il lunedì può arrivare più tardi in ufficio perché ci ha già pensato qualcun altro. Come evitarlo: “Hai ragione, io ancora devo farne di strada”. LEGGI ANCHE: 3 libri da leggere tornando dalle vacanze, per prepararsi all’autunno

    La vittima dell’algoritmo

    “…perché ora è così, chissà tra un anno!” Sono le parole disperate del social media manager frustato e vittima dell’algoritmo. Niente conta più che la stabilità, l’algoritmo che rimane tale e che si sappia affrontare. Proprio nel momento in cui era riuscito a capire come avere la meglio, ecco che zio Mark sconvolge le regole e cambia il modo di vivere i social. Più l’algoritmo cambia, più aumenta l’ossessione per le sponsorizzate. ‘O paghi o non conti nulla’, dice, mentre si spalma la protezione 50. Come evitarlo: “Ah sì? Io uso il profilo per la mia azienda”. Così, con un shock del genere, non parlerà più.

    Il nostalgico

    Facebook “Ricordo quando mi iscrissi per la prima volta su Facebook, avevo pochi amici, ma tutti sinceri” oppure “Instagram era più bello quando le foto erano reali”. Ebbene sì, caro social media manager nostalgico, hai ragione tu, i tempi sono cambiati, ma non facciamone un dramma. Tipica espressione di quelli che ‘il mondo non è più come una volta’, non si rassegna al fatto che uno sconosciuto gli chieda l’amicizia e che il bot su Instagram faccia follow/unfollow. Per lui, MySpace vive ancora. Come evitarlo: Non ci sono parole, un pat pat dietro la schiena, sudata, è abbastanza.

    Il pentito

    Social_Media Alla parola social, scappa. Non si sa mai lui possa riconoscerti. Signore e signori, è con immensa gioia che oggi vi presentiamo il social media manager pentito, colui il quale ha scelto questa strada e ancora si domanda il perché. “Inizialmente mio cugino mi ha chiesto di seguirgli la pagina della sua band, poi la zia mi ha chiesto di mettere sul web la sua produzione di collane e orecchini di fimo e così via. Inizialmente era, per me, un divertimento poi ho capito che non ci sono orari e la partita IVA mi ammazza. Credo di darmi un anno e decidere che fare.” afferma mentre si perde nel blu dell’orizzonte. Come evitarlo: Quando pronuncia partita IVA, piangi con lui. Farà bene ad entrambi.

    Il fanatico dei numeri

    dati guida social media La peggiore categoria dei social media manager dell’anno è quella che, mentre è in acqua, esce frettolosamente per vedere se il suo profilo Instagram è aumentato, numericamente parlando. “Sai cosa? – ti dice – il cliente che non sa quello di cui si sta parlando vedi i numeri, non il contenuto. E così, pensa che la cosa lì sia figa e ti segue. Vè che funziona”. Purtroppo, questo stereotipo non ha età ed è dappertutto. Come evitarlo: Impara a memoria questa frase. “Zuckenberg ha annunciato che tra poco annullerà e segnalerà tutti i profili che hanno acquistato like e usano bot per aumentare i follower”. Se non è già svenuto, occhio che non ci siano spigoli pericolosi. vacanze ferie

    Non dimentichiamo

    • Gli ossessionati dei live anche con mare forza nove – che per un poco lo smartphone non cade in mare;
    • i maniaci del selfie – che ‘ai clienti piace sbirciare nelle vite personali’;
    • il raggiungibile a tutti i costi – che doppio smartphone, iWatch, tablet sono indispensabili per controllare l’engagement;
    • il procacciatore di affari – che ti si avvicina all’ombrellone mentre tiri fuori il tuo tablet e… “che ne dici se rimaniamo in contatto? Magari esce fuori una bella collaborazione”.