Google va come un treno, nonostante la multa UE

Nonostante la multa da quasi 5 miliardi di dollari arrivata dall’Unione Europea, Alphabet, la società madre di Google, ha chiuso il suo secondo trimestre del 2018, battendo le stime degli analisti sia nei ricavi che negli utili. La maxi-multa dell’Unione Europea per abuso di posizione dominante con il suo sistema operativo Android e la nuova legge di protezione della privacy (Gdpr) nel Vecchio continente, non hanno fermato Mountain View. Il colosso che controlla il motore di ricerca Google ha riportato profitti, anche sottratta la multa record da cinque miliardi della Ue, per 3,2 miliardi di dollari nel secondo trimestre. Un risultato che ha battuto le attese: al netto della multa gli utili sono stati di 11,75 dollari per azione contro i 9,64 previsti.

Anche le entrate sono state superiori alle stime. I 26,24 miliardi di ricavi, esclusi i costi legati a pagamenti a parti terze, hanno mostrato una continua, robusta crescita rispetto ai 20,91 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso e si sono lasciati alle spalle pronostici fermi a 25,58 miliardi. E il titolo ha guadagnato fino al 6% prima di ridimensionare il rialzo al 3,6 %. Da inizio anno è salito ormai del 15%.

LEGGI ANCHE: Ue: multa a Google da 4,3 miliardi. Big G: faremo ricorso

Entrate pubblicitarie

Sono le entrate pubblicitarie a fare la parte del leone: sono state pari a 22,39 miliardi, una volta tolti i Traffick acquisition (TAC), in rialzo del 24% rispetto ai 17,58 miliardi dell’anno scorso. Le attività non legate alle inserzioni, dal cloud al Play Store, hanno rastrellato ricavi per 4,43 miliardi, in rialzo del 37% da 3,09 miliardi.

Google

La divisione chiave per la performance rimane Google, che ha messo a segno complessivamente ricavi per 32,5 miliardi, dai quali sottrarre i costi di cosiddetta traffick acquisition (Tac) – cioè versati a siti e partner che distribuiscono pubblicità e motore di ricerca di Google – pari a 6,4 miliardi. Le entrate depurate da simili costi, che sono oltretutto scesi al 23% dal 24% dei ricavi, sono state pari a 26,11 miliardi, a loro volta migliori delle aspettative.

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