Foodora e altre startup del food delivery potrebbero lasciare l’Italia
Assumere tutti i riders è impossibile secondo l'AD di Foodora: le aziende saranno costrette a chiudere
18 Giugno 2018
“Se fossero vere le anticipazioni del decreto dignità che il ministro Di Maio ha fornito alle delegazioni di rider incontrate, dovrei concludere che il nuovo governo ha un solo obiettivo: fare in modo che le piattaforme digitali lascino l’Italia. Quella che filtra è una demonizzazione della tecnologia che ha dell’incredibile, quasi medievale e in contraddizione con lo spirito modernista del Movimento 5 Stelle”.
Foodora e le altre aziende della gig economy fuori dall’Italia
Così Gianluca Cocco, Amministratore Delegato di Foodora Italia, si espresso attraverso le pagine del Corriere della Sera, sulla bozza “Decreto Dignità”, che intende regolamentare alcuni aspetti del lavoro subordinato introducendo il divieto di retribuzione a cottimo e un trattamento economico minimo. Queste le garanzie presentate durante l’incontro con i riders del 14 giugno. Cocco ha anche aggiunto: «Il decreto ingessa la flessibilità, parte dal riconoscimento dell’attività dei rider come lavoro subordinato. Così gli operatori saranno costretti ad assumere tutti i collaboratori, chiuderanno i battenti e trionferà il sommerso. Secondo una ricerca condotta in collaborazione con l’Inps solo il 10% dei rider lo considera un lavoro stabile. Il 50% sono studenti, il 25% lo esercita come secondo lavoro e un altro 10% lo considera un’attività di transizione. La durata media è 4 mesi, non di più». Anche Deliveroo, con le parole di Matteo Sarzana, General Manager Italia, aveva commentato l’incontro del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico con i rider, con un comunicato, girato poi su Twitter proprio dal Ministro.Ringrazio @Deliveroo_Italy per il messaggio positivo che ha mandato ai riders e per l’impegno dimostrato. Mettiamoci subito al lavoro per raggiungere gli obiettivi prefissati e garantire allo stesso tempo tutele e crescita occupazionale! pic.twitter.com/AtawEigINe
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 4 giugno 2018
La risposta del Ministro
Non si è fatta attendere la risposta del neo-Ministro Di Maio, che su Facebook ha replicato: “Ho tutta la volontà di favorire la crescita di nuove attività legate alla gig economy e nessuno vuole demonizzare queste attività. Ma ho il dovere di tutelare i ragazzi che lavorano in questo settore. I riders oggi sono il simbolo di una generazione abbandonata dallo Stato”.Il decreto Dignità in 4 punti
Sono quattro i pilastri sul quale i Decreto Dignità è costruito e sui quali prevede di incidere fortemente:- Eliminazione di spesometro e studi di settore
- Disincentivi alla delocalizzazione
- Lotta al precariato (è questa la nota dolente per le aziende della gig economy)
- Eliminazione della pubblicità al gioco d’azzardo