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Da sapere

Se ancora non lo sai, ecco come ragiona l’algoritmo di Facebook (e di Instagram, LinkedIn…)

Da Facebook a Pinterest, passando per LinkedIn e Twitter, tutte le piattaforme hanno i loro segreti, ma un unico obiettivo: aumentare l'engagement degli utenti

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Valentina De Felice 

Social media strategist I Content editor

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Pubblicato il 10/04/2018

Ogni mattina, un Social Media Manager si sveglia e sa che dovrà correre più veloce dell’algoritmo. È proprio così, perché l’algoritmo delle piattaforme che gestiamo o seguiamo, decide cosa mostrare e a chi, decretando il successo o l’insuccesso delle nostre strategie e ordinando i dati secondo logiche che si aggiornano ed evolvono continuamente. Avrai capito che se lavori tutti i giorni con i social è necessario che tu sia al passo con gli ultimi cambiamenti dell'algoritmo e che ti prepari per massimizzare le prestazioni di ogni piattaforma.

Ecco quindi una panoramica delle dinamiche che si celano dietro il funzionamento degli algoritmi di Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn e Pinterest.

EdgeRank, l'algoritmo di Facebook

Algoritmo. Cosa è necessario sapere

Partiamo dall’algoritmo del social più influente: Facebook è stato il primo a implementare un feed algoritmico, in risposta ai tanti messaggi di spam e ai contenuti spazzatura che avevano inondato l'app in una fase di grande popolarità della piattaforma.

In parole povere, l'algoritmo di Facebook ha lo scopo di mostrare agli utenti i contenuti con cui è più probabile che interagiscano, anche se ovviamente dietro a questo ragionamento c'è molto di più.

Per capire l'algoritmo di Facebook, dobbiamo prima comprendere come funziona l'equazione di base di Facebook. Ce lo facciamo spiegare da Adam Mosseri, responsabile del feed delle notizie di Facebook, che durante la conferenza F8 dello scorso anno, ha paragonato l’algoritmo al modo in cui scegliamo un pasto per un nostro amico, quando siamo al ristorante:
"Poniamo il caso io stia aspettando mia moglie - si chiama Monica - per pranzare in un ristorante e lei sia in ritardo; mi chiama e dice 'ordina anche per me'. In quel momento, ho un problema da risolvere – perché devo capire cosa ordinerebbe Monica. Possiamo suddividere il problema in step. La prima cosa che devo fare è controllare cosa c'è nel menu - quali sono le mie opzioni? Successivamente, ho bisogno di prendere in considerazione tutte le informazioni che ho e decidere cosa ordinare – valutando cose come 'Le piace il pesce?', 'È ora di pranzo o di cena?', 'Cosa c'è di buono qui?'. Poi, inizio a pensare cose come 'Le piacerebbe il salmone?' 'Se le ordinassi un soufflé al cioccolato per colazione, sarebbe strano'".
Questo processo mentale, dice Mosseri, utilizza una sorta di algoritmo: Facebook non fa altro che trasferire questi processi a una macchina, traslando quegli elementi in fattori più tecnici: inventario, segnali, previsioni e punteggi.

In pratica, Facebook valuta i post in base a questi parametri e attribuisce a ognuno un punteggio. Quel punteggio deciderà dove e se far apparire il post nel tuo news feed, in base alla probabilità che tu interagisca con quel post.

Nel corso degli anni, Facebook ha continuamente modificato l'algoritmo e, se sei stato attento, avrai letto che l'ultimo aggiornamento del news feed ha valorizzato i post di amici e familiari e i contenuti che generano conversazioni.

LEGGI ANCHE: Come (e cosa) sceglie davvero l’algoritmo di Facebook? Te lo spieghiamo qui

Questo, rispetto al passato, ha cambiato ancora una volta l'equazione dell'algoritmo, dando maggior peso ai pattern che rilevano commenti e condivisioni. Parliamo di un aumento che va dallo 0,2 allo 0,4; piccoli numeri che però generano un grande impatto, visti numeri del pubblico di Facebook, che ad oggi si aggira sui 2 miliardi di utenti.

Per concludere: Facebook sceglie cosa mostrare in base alla cronologia delle interazioni che gli utenti hanno con i post di persone o pagine, e in base alla probabilità che rispondano a quei contenuti, e che quindi incrementino l’engagement della piattaforma.

Più semplice è l'algoritmo di Twitter

Algoritmo. Cosa è necessario sapere

L'algoritmo di Twitter è meno sofisticato rispetto a quello di Facebook, ma sta lavorando molto per migliorarsi, puntando sull’engagement.

L'obiettivo principale dell’algoritmo di Twitter è quello di mostrare agli utenti i contenuti a cui potrebbero essere interessati, proprio come per Facebook, insieme però a tutta una serie di altri contenuti.

La brevità dei tweet è funzionale alla natura stessa della piattaforma, che aggiorna il feed in tempo reale. In più, se ci hai fatto caso, al primo accesso giornaliero Twitter ti mostra i tweet più importanti, quelli che potresti esserti perso, quelli più popolari sulla base delle persone che segui; i tweet che sono piaciuti alle persone che segui, o le risposte ai tweet con cui hai interagito.

L'idea che c’è dietro è quella di mettere in risalto i contenuti potenzialmente rilevanti per te, che ti piacciono ma che potrebbero esserti sfuggiti. Questa logica dell’algoritmo non è apprezzata da tutti, ma funziona, e i dati confermano che l’implementazione dell’algoritmo sta aiutando la piattaforma a migliorarne le prestazioni.

Da una prospettiva di social media marketing, va evidenziato che se Twitter sta lavorando sull’engagement e l’interazione degli utenti, è su questo che dovresti puntare, postando tweet coinvolgenti, re-twittando, interagendo con le persone che menzionano il tuo brand, rispondendo ai tweet e aumentando così anche la probabilità che la tua attività appaia nel feed dei tuoi follower.

Un altro dettaglio sull'algoritmo di Twitter è che, non essendo sofisticato come quello di Facebook, può essere facilmente influenzabile.
Dati i continui aggiornamenti, ti consigliamo di valutare il rendimento della tua strategia e prendere in considerazione nuovi e alternativi usi della piattaforma se non ottieni i risultati sperati.

Conoscere l'algoritmo di Instagram per sfruttarlo al meglio

Algoritmo. Cosa è necessario sapere
Qual è il social del momento? Sì, Instagram. La piattaforma ha implementato un algoritmo in stile Facebook e, proprio come Facebook, valuta cosa mostrarti sulla base di vari fattori di engagement, come le tue abitudini di ricerca, o l’interazione con l'app di messaggistica, o i livelli di coinvolgimento generale dietro a ogni post; il tutto per aumentare il tempo che trascorri nell'app.

Come per Facebook e Twitter, questo significa che ogni marketer dovrebbe lavorare sul coinvolgimento degli utenti, innescando interazioni e azioni da parte del pubblico.
I cambiamenti non sono finiti e probabilmente la chiave del successo starà nella capacità di ascoltare cosa vogliono o non vogliono gli utenti di Instagram.

Renditi popolare con l'algoritmo di LinkedIn

Algoritmo. Cosa è necessario sapere

Sì, anche LinkedIn usa un algoritmo, anche se meno avanzato di quello di Facebook. L'obiettivo dell'algoritmo di LinkedIn è lo stesso delle altre piattaforme, ovvero aumentare il tuo coinvolgimento e per farlo tiene conto della cronologia dei contenuti che posti e della forza delle connessioni tra te e le persone con cui sei collegato, per mostrarti ciò che più potrebbe interessarti.

Un buon esempio di come funziona l'algoritmo del feed di LinkedIn è lo strumento di visualizzazione dei commenti, che segue una logica di engagement. E se ti è capitato ultimamente di vedere nel tuo feed i post di alcune settimane fa, ti rassicuriamo. L’algoritmo della piattaforma è infatti in fase di perfezionamento. Aspettiamo i prossimi sviluppi.

Anche il visual ha un "cuore": l'algoritmo di Pinterest

Algoritmo. Cosa è necessario sapere

L'ultima piattaforma che prendiamo in considerazione è Pinterest, il cui algoritmo è in fase di evoluzione, nel tentativo di mostrare agli utenti contenuti pertinenti con i propri interessi.

Prima di quest'ultima modifica, che ha introdotto lo strumento chiamato Pin2Vec, l’algoritmo di Pinterest non era sempre efficace e anzi non riusciva nel tentativo di mostrare alle persone pin correlati con le proprie ricerche. Proprio grazie a Pin2Vec, Pinterest riesce ora a consigliarti non solo i contenuti delle board correlate alla tua ricerca, ma anche quelli con cui altri utenti, prima di te, hanno interagito. In questo modo, l’algoritmo di Pinterest è più in linea con il comportamento online degli utenti, e meno con l’attività registrata sul singolo Pin.

Questo processo, così strutturato, è molto più efficace per Pinterest, che viene utilizzato dalle persone per cercare ispirazione su prodotti e idee, anche sulla base della corrispondenza visiva rispetto a ciò che cerchiamo e soprattutto sulla base dei trend e delle abitudini del pubblico; vale quindi la pena familiarizzare con i consigli di ricerca della piattaforma.

Per gli esperti di marketing di Pinterest, questo vuol dire che mentre prima i prodotti venivano visualizzati in base a corrispondenze di board correlate tra loro, con risultati non sempre efficaci, con il nuovo tool, Pinterest punta maggiormente sulla corrispondenza tra la domanda dell’utente e la risposta alla sua esigenza.

Social che vai, algoritmo che trovi

Se sei arrivato fino a questo punto, ti sarà chiaro che gli algoritmi sono utilizzati in vari modi sui diversi social network, ma con lo stesso obiettivo, ovvero quello di far rimanere il più a lungo possibile gli utenti sulla piattaforma, aumentandone l’engagement.
Gli algoritmi non sono una scienza esatta e non dormono mai. Per questo, è importante rimanere aggiornati sugli ultimi cambiamenti e stare sempre sul pezzo.

Gli algoritmi non sono una scienza esatta e non dormono mai

Scritto da

Valentina De Felice 

Social media strategist I Content editor

Nata il 21 febbraio 1983 a San Benedetto del Tronto. Dopo una laurea in Scienze della Formazione e una in Psicologia, decide di rinnovarsi coniugando sociale e comunicazione. … continua

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