Dipendenti di Google in rivolta: Mai più tecnologia per la guerra. Intanto Amazon…

“Dear Sundar, We believe that Google should not be in the business of war”. Inizia così la lettera che migliaia di dipendenti di Google hanno inviato al CEO Sundar Pichai per chiedere di interrompere la fornitura di tecnologia di Intelligenza Artificiale al Pentagono che potrebbe essere utilizzata per migliorare l’accuratezza degli attacchi dei droni. “Riteniamo che Google non dovrebbe occuparsi della guerra” hanno scritto i firmatari della lettera che circolava all’interno dell’azienda, una copia della quale è stata ottenuta dal New York Times. Nel dettaglio, i sottoscrittori (circa 3 mila), che rappresentano una frazione dei 70 mila dipendenti della società madre Alphabet, chiedono che Google si ritiri dal progetto Maven, un programma pilota del Pentagono, e che la società si impegni a non “mai più costruire tecnologia per la guerra”.

Il Progetto Maven

Il mese scorso, Google aveva confermato che stava fornendo alle forze armate statunitensi una tecnologia di intelligenza artificiale che interpreta le immagini video. La rivelazione era apparsa per la prima volta in un rapporto di Gizmodo. Rispondendo al magazine, Big G aveva dichiarato che la tecnologia dell’azienda era “non offensiva” per natura e ha osservato che l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare i pianificatori militari a colpire i civili. Google e il Pentagono hanno aggiunto che il lavoro svolto nell’ambito del Progetto Maven non porterebbe ad alcun sistema di armi autonomo, il tipo di macchine di uccisione robotiche che i critici temono aumenteranno quando l’intelligenza artificiale è combinata con i sistemi d’arma.

Intanto Amazon…

Nonostante i continui attacchi a colpi di Twitter del presidente Usa Donald Trump contro Amazon (per alcuni sembrerebbe avere una vera e propria ossessione per la società di Bezos), fonti di Business Insider parlano di un mega appalto da 10 miliardi di dollari per 10 anni che il gigante di Seattle sta per chiudere proprio con il Pentagono. Un contratto per fornire servizi cloud al Dipartimento della Difesa, che al Dipartimento stesso darebbero per chiuso, al punto che stanno preparando la transizione a GovCloud, infrastruttura cloud di Amazon progettata specificamente per l’uso pubblico. Secondo altri invece l’accordo non sarà finalizzato fino a settembre e ritengono sia troppo presto per dichiarare Amazon vincitore.

Alessio Nisi

Giornalista per missione, fotografo quando posso. Mi occupo di digitale, ma anche di atomi, cucina, musica, cinema. Bevo caffè e mi piacciono i film di Woody Allen

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