Stephen Covey è stato un grande formatore e uomo d’affari. Uno dei concetti chiave da lui elaborati era “la velocità della fiducia”. La credibilità di una persona crea fiducia e quando ti fidi completamente di qualcuno, questo ti consente di lavorare con loro in modo molto più efficiente e produttivo senza preoccuparti costantemente di loro e delle loro le capacità. In breve, la fiducia è un fattore decisivo per consolidare la propria capacità di leadership.
La credibilità è tanto una componente chiave della fiducia, quanto un elemento vitale per una leadership efficace. Ciascuno di noi può facilmente immaginare leader aziendali (o politici!) che hanno importanti problemi di credibilità. Viceversa, qualcuno di cui non metti in discussione la credibilità e la coerenza è una persona che desideri avere in squadra o per la quale vuoi lavorare.
Quindi, come si diventa “credibili”? Tra i tanti fattori che possono formare questa skill, Victor Lipman, coach aziendale, mette al primo posto questi cinque.
Ottenere risultati
Fattore ovvio, ma che vale la pena rimarcare per fugare ogni dubbio:
la gestione è prima di tutto uno sforzo orientato ai risultati. Qualunque sia il tuo livello, da supervisore a CEO, assolvere i tuoi compiti ottenendo risultati è un elemento fondante della credibilità. Nessun risultato, nessuna credibilità. Chiaro? Chiaro.
Essere trasparenti
“Non puoi dirlo ai dipendenti. Questa è roba grossa.” È una frase che ancora si sente e rispecchia una l’idea che i subalterni siano esseri inferiori, incapaci di comprendere qualcosa che vada oltre la loro routine lavorativa.
Questo approccio alle risorse umane mina la credibilità e ignora due aspetti fondamentali:
molti dipendenti sono intelligenti quanto i loro manager e hanno ampie possibilità di osservare da vicino come viene gestita l’azienda.
Chi organizza il quadro generale non deve dimenticare di rendere partecipe tutta la forza lavoro degli obiettivi aziendali, di modo da motivare i dipendenti e renderli propositivi e recettivi.
Non rimandare le decisioni difficili
È facile comandare quando le cose stanno andando alla grande. Non è così semplice quando affronti decisioni difficili.
Essere un leader significa essere un riferimento, una garanzia. Buona parte del compenso monetario deriva dalla
capacità di assumersi responsabilità, di trovare un personalissimo equilibrio tra la valutazione dei rischi e la necessità, talvolta, di decidere senza avere tutti i dati voluti.
Scegliere di rimandare o delegare, magari all’esterno, delle scelte difficili significa perdere il timone della barca, nonché la credibilità personale e dell’azienda.
Mostrare una leadership coerente
I dipendenti operano con tranquillità se la gestione aziendale trasmette coerenza.
L’imprevedibilità è disturbante.
In un mondo incerto, le persone comprensibilmente amano le cose dalle quali possono dipendere. Se possono contare su di te, significa che le persone credono in ciò che dici e tu sei credibile.
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Dare l’esempio
Altro punto fondamentale ma spesso trascurato. Dare l’esempio è una pratica quotidiana che deve
suscitare rispetto più che riverenza e imitazione più che alienzazione.
L’esempio non si dà dall’alto con gesti eclatanti, ma con semplicità e continuità.
I dipendenti osservano da vicino la loro gestione, e non possono evitare di giudicare. Se concludono che la direzione gioca secondo altre regole, in un altro spazio, la credibilità ne esce fortemente minata, insieme al senso di appartenenza.
Tra gli esempi più eclatanti citati da Stephen Covey
nel suo libro sulla “velocità della fiducia” c’è quello di un’importante acquisizione che la Berkshire Hathaway fece da Walmart. Era un affare da 23 miliardi di dollari e in circostanze normali questo avrebbe richiesto molti mesi di seria e sospettosa contrattazione.
In questo caso, entrambe le organizzazioni stavano operando da
una posizione di alta credibilità e l’accordo “è stato preso con una riunione di due ore e una stretta di mano. […] In meno di un mese, è stato perfezionato”.
Alta fiducia, alta velocità, basso costo.