Dropbox va in Borsa, obiettivo: raccogliere 500 milioni

La società di cloud storage Dropbox ha presentato il modulo S-1 venerdì alla Securities and Exchange Commission, l’ente federale statunitense per la vigilanza della Borsa, analogo alla Consob: significa che ci siamo quasi con una delle IPO più attese in campo tecnologico (secondo Tech Crunch, il periodo potrebbe essere fine marzo).

La società del CEO Drew Houston (nella foto), attiva dal 20017, valutata nel 2014 10 miliardi di dollari (ha raccolto oltre 600 milioni di dollari di finanziamenti), sarà quotata sul Nasdaq con il simbolo DBX e cercherà di raccogliere fino a 500 milioni di dollari: il prezzo iniziale delle azioni ancora non si conosce, ma sarà più chiaro con l’avvicinarsi della quotazione. A oggi dichiara 11 milioni di utenti paganti, mentre 500 milioni di utenti registrati usano i suoi servizi cloud gratuitamente.

Drew Houston, CEO Dropbox (credits: dropbox.com)

Ancora in perdita

Dropbox, fondata nel 2007, ha registrato un fatturato di 1,1 miliardi di dollari l’anno scorso, con un aumento del 31% rispetto agli 844,8 milioni nel 2016. Ma, a secondo quanto risulta dai documenti depositati, l’azienda è ancora in perdita. Proprio così. La buona notizia è che il rosso è diminuito negli ultimi tre anni. Risulta infatti che Dropbox ha registrato perdite pari a 111,7 milioni di dollari l’anno scorso, un miglioramento rispetto alla perdita di 210,2 milioni di dollari nel 2016 e di 325,9 milioni di dollari nel 2015. L’azienda ha inoltre registrato 305 milioni di dollari in flussi di cassa positivi l’anno scorso.

La quotazione

La società venderà azioni secondo uno schema di tre tipi. Gli azionisti di Classe C non avranno alcun diritto di voto nella società, mentre gli azionisti di Classe A avranno un voto e gli azionisti di Classe B ne avranno 10.

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