• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Che cos’è il Sonic Branding, e perché potrebbe essere utile per il tuo brand

    Il potere del suono trascende ogni barriera linguistica, culturale e visiva, facendo del sonic branding una parte importante della promozione di un brand

    27 Gennaio 2018

    La nostra vita è circondata dal suono: accompagna ogni nostra azione, della sveglia che al mattino al momento in cui spegniamo la luce prima di andare a dormire. In ogni secondo della nostra giornata, un cocktail di vibrazioni, rumori, melodie inonda i nostri timpani, e non c’è bisogno di ascoltarli per esserne influenzati, basta meno di un secondo (0.146 per l’esattezza) perché l’essere umano reagisca allo stimolo sonoro.

    sonic branding
    Man Made Music – Inforgraphic
    Il sonic branding sembra un concetto molto complesso, ma è in realtà un aspetto del marketing che fa parte della nostra vita quotidiana. È l’utilizzo di un suono, una canzone o una melodia che aiuta a rinforzare l’identità di un brand, come il famoso I’m lovin’ it! di McDonald’s (feat. Justin Timberlake), il cicalino di inizializzazione di un computer Mac, o quello di Intel. Avete presente di cosa stiamo parlando, no? Ecco, questo è sonic branding. Grandi marchi hanno utilizzato canzoni e jingle sin dai primi giorni dell’advertising. E oggi ancor di più, in un mondo in cui la monetizzazione non è esclusivamente legata all’utilità del prodotto bensì all’esperienza, non c’è niente di più veloce del suono a creare una connessione sensoriale ed emozionale con un brand.

    Dai visual branding al sonic branding

    Negli ultimi anni, in marketing si è assistito a un hype intorno ai visual, immagini, video senza suono a supporto di una comunicazione più efficace possibile. Nel 2018, invece, vediamo come l’attenzione dei marketer si sposti verso questa particolare dimensione.  L’applicazione dell’intelligenza artificiale a sempre più ambiti fa del suono un elemento molto importante alla base dell’interazione uomo-macchina. Il sound design, lo studio che da voce ai prodotti, ai brand e alle interfacce che utilizziamo, è un trend sempre più in crescita. Attraverso il suono i nostri dispositivi ci informano quando abbiamo terminato un lavoro, quando abbiamo ricevuto un messaggio o raggiunto un obiettivo. Immaginate ora un mondo senza suoni, squilli, vibrazioni, beep…La mancanza del suono diminuisce l’utilità di un prodotto e viceversa, la sua presenza aiuta a  valorizzare e caratterizzare ogni tipo di esperienza. Il potere della musica e del suono trascende ogni barriera lunguistica, culturale e visiva, facendo del sonic branding una parte estremamamente importante della promozione di un brand: ritornando al jingle “I’m Lovin’it!”, in qualunque parte del mondo ci si trovi e qualuque lingua si parli l’associazione è immediata con il brand McDonald’s. Il processo di sintesi di un brand da milioni di dollari in un suono di pochi secondi è sicuramente una sfida, ma ripaga molto più di un influencer o di un brand ambassador. Visa, per esempio, ha scoperto che il suono fa sentire i consumatori più sicuri quando effettuano un acquisto, e che l’81% dei consumatori avrebbe avuto una reazione più positiva se la propria shopping experience fosse stata accompagnata da un’animazione sonora. Per questo il dipartimento marketing della compagnia ha passato un anno scegliendo il suono perfetto che, a loro avviso, riuscisse a comunicare “velocità e convenienza”, essendo allo stesso tempo “energetico e ottimistico”. Il suono verrà a breve lanciato con una nuova campagna pubblicitaria in occasione delle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018. La compagnia inoltre ha annunciato che aggiungerà al suono una vibrazione specifica quando si effettuano pagamenti con lo smatphone, entrando così in una nuova era di “branding sensoriale”. Quindi, in un mondo sempre più popolato da assistenti vocali come Siri, Alexa ed Echo, e in cui l’interazione tra uomo e macchina è sempre più sonora, il sonic branding assume un ruolo sempre più importante all’interno del marketing aziendale e nel processo di interazione con i prodotti, spingendo i brand a pensare non più a come connettere con i propri consumatori tramite visual efficaci, ma a spostare la propria attenzione su ciò che sentono, parte integrante dell’esperienza emozionale. E voi, quanto pensate che un suono distintivo sia importante all’interno del processo di branding? Ditecelo sulla nostra pagina Facebook, nel gruppo LinkedIn o su Twitter!