Scandalo Twitter: “gli impiegati spiano i messaggi privati”

Twitter spia gli utenti nei direct messages. Questa l’accusa mossa da un gruppo di attivisti, noti come Project Veritas, nei confronti dei dipendenti del social di Jack Dorsey. Sul banco degli imputati ci è finito Clay Haynes, che ricopre in Twitter il ruolo di Network Security Engineer.

Invitato a cena con l’inganno e ripreso con una telecamera a sua insaputa da un membro di Project Veritas,  ha ammesso che gli impiegati del social controllano tutto quello che viene postato sui loro server, incluso i messaggi a sfondo sessuale e foto private.

Inoltre, spiega che un ingegnere di Twitter potrebbe trasferire i dati di Donald Trump, inclusi i tweet cancellati e i messaggi diretti, al Dipartimento di Giustizia americana.

Oltre a Haynes Project Veritas ha raccolto le dichiarazioni di altri dipendenti del social che hanno tutti evidenziato come sia facile accedere ai dati sensibili degli utenti.

La difesa di Twitter

Il social ha respinto tutte le accuse e spiegato che “solo un numero limitato di impiegati ha accesso a quelle informazioni, per ragioni legittime, e sono tenuti a rispettare protocolli rigidissimi”, si legge su TechCrucnch.

Twitter si è poi difesa spiegando  che le persone che appaiono nel video “non rappresentano o parlano per l’azienda” e accusa gli attivisti di avere usato tattiche e modificato il video con l’inganno per fini narrativi”.

Project Veritas è un’organizzazione che viene finanziata proprio da Trump, con 20mila dollari nel 2015 e si occupa di fare le pulci ai media di sinistra che hanno condotto battaglie contro l’attuale presidente americano.

Twitter attaccato da destra e sinistra

La faccenda sta scatenando una bagarre politica. Si sa che Twitter è il social più amato da Donald Trump e Haynes nell’intervista spiega le sue idee liberali e si dice ben “contento di poter utilizzare informazioni utili al Dipartimento della Giustizia (su Donald Trump, ndr)”. Nel video usa anche termini a proposito di Trump, non proprio lusinghieri.

La situazione è resa ancora più calda dalle accuse di molti democratici americani che hanno criticato Jack Dorsey per non avere bannato Trump dal social, nonostante alcune sue dichiarazioni non in linea con la policy dell’azienda.

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