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  • Davvero Facebook vuole imitare blockchain (e dare potere agli utenti)?

    I propositi per il nuovo anno di Mark Zuckerberg fanno ipotizzare un rilancio del sogno di Internet attraverso la decentralizzazione del controllo e l'autogestione da parte degli utenti

    9 Gennaio 2018

    Il nuovo anno si apre per Facebook con una importante dichiarazione di intenti da parte del CEO Mark Zuckerberg: «Ci sono importanti contro-tendenze – come la crittografia e le criptovalute – che prendono il potere dai sistemi centralizzati e li rimettono nelle mani delle persone. Hanno il rischio di essere più difficili da controllare. Mi interessa approfondire e studiare gli aspetti positivi e negativi di queste tecnologie e il modo migliore di usarle nei nostri servizi». Di sicuro quello che si è chiuso per Facebook non è stato un anno facile da un punto di vista delle PR. Si sa da tempo che tra i crucci principali di Zuckerberg ci sono fake news e tutela degli utenti rispetto alla violenza online. Decentralizzazione e criptovalute potrebbero essere gli asset su cui investire per far assurgere Facebook a veicolo di comunicazione libera e fruibile sempre da tutti, e finalmente: «Far giungere internet ovunque» come più volte dichiarato da Zuckerberg stesso. Distribuire la rete di calcolo del News Feed sui nodi utente (ad esempio i nostri smartphone) potrebbe essere uno scenario futuribile e molto appealing per Facebook, perché potrebbe permettere di bypassare efficacemente i controlli centralizzati dei Paesi raggiunti da Internet (e di conseguenza anche da Facebook).

    Come sarebbe Facebook “modello blockchain”

    Tutti gli utenti di Facebook sarebbero una sorta di “minatori” (miners) come succede ora per i bitcoin, l’applicazione di moneta virtuale che poggia sulla tecnologia blockchain. Proprio come blockchain ha propagato il suo sistema di database distribuito sul territorio mondiale superando i confini e le restrizioni nazionali, così Facebook potrebbe diventare una sorta di dimensione di scambio di contenuti e informazioni completamente sovranazionale. Un Internet nell’Internet. In questo scenario però manca la ricompensa. I minatori che hanno contribuito ad “allungare” la catena dei blocchi (blockchain) sono stati ricompensati dall’algoritmo di Satoshi Nakamoto con delle monete virtuali – che ora valgono un sacco di dollari reali. E quindi Facebook potrebbe ricompensare i suoi miners con una sua moneta da spendere all’interno del Social Network, magari aumentando la visibilità dei propri post e conseguentemente aumentando la propria autorevolezza. mark-zuckerberg-hopes-this-book-will-help-shape-his-vision-for-facebook Allargando la fantasia si potrebbe ipotizzare che attraverso questo sistema di ricompense virtuali, si possano premiare i contenuti ritenuti di maggiore qualità e quindi innalzare intrinsecamente di livello tutta la piattaforma di social network più famosa del mondo. In questo modo si decentralizza anche l’authority che dovrebbe vagliare, controllare e misurare il rating di questa produzione di contenuti. Una sorta di News Feed autoregolato e per certi versi, essendo Facebook basato su un modello che viene definito user-generated content, definibile addirittura autogestito. La domanda adesso diventa: “Facebook è veramente pronta a diventare una piattaforma decentralizzata?”