La pubblicità sessista sparirà dalle strade di Stoccolma
Seguendo la scia della campagna #MeToo lanciata sui social e l'esempio di Berlino e Parigi, anche la Svezia sceglie di eliminare dalle strade gli stereotipi culturali e di genere
3 Gennaio 2018
Il vento sta cambiando. Dopo le campagna #MeToo e le numerosi dichiarazioni da parte di tutte le donne da ogni parte del mondo, famose e non, anche le città europee iniziano ad educare i loro cittadini, di oggi e di domani, prendendo una posizione ferma riguardo alla pubblicità razzista e sessista che oggi svolge ancora un ruolo importante nella creazione di stereotipi culturali e di genere. La prima città è stata Berlino, in cui un intero quartiere si è ribellato alla mercificazione del corpo femminile e ha vietato affissioni discriminanti in un intero quartiere; oggi anche la modernissima Svezia si muove nella graduale eliminazione di ogni advertising che possa in qualche modo aiutare e suggerire comportamenti non corretti nei confronti delle donne o di persone di origine differente da quella svedese. Offline come sui social, insomma, si chiede oggi una maggiore attenzione a qualsiasi messaggio offensivo. Questa scelta rappresenta un inizio molto importante per la nostra società: i brand sono stati spesso abituati a classificare i loro prodotti come belli e premium, se associati ad un’immagine provocante, che spesso non ha nulla a che vedere con il prodotto stesso. Il motivo di queste scelte è da ricercarsi nella cultura e nella storia dell’advertising, iniziata già nel lontano Ottocento.