Uber fa ancora notizia, ma le novità sono tutt'altro che rosee. Tre donne hanno presentato una denuncia accusando la società di disparità di retribuzione e discriminazione di genere.
L'accusa: «Uber discrimina in base a razza e sesso»
Ingrid Avedano, Roxana del Toro Lopez e Ana Medina sono i nomi dei tre software engineer di origine latina che si sono rivole alle legge, dichiarando che l'ambiente lavorativo di Uber non è equo.
L'azienda favorirebbe in primis gli uomini bianchi o asiatici, ma anche le donne appartenenti alle medesime etnie, offrendo bonus, benfici e altri vantaggi preclusi alle altre minoranze etiche.
Latino-americani, indiani e afroamericani, soprattutto se di sesso femminile, sarebbero sistematicamente chiamati ad eseguire compiti di poco qualificati, mantenendo così al minimo i loro riconoscimenti economici e professionali e minimizzando le possibilità di carriera.
Attualmente, solo Ana Medina è ancora impiegata presso Uber, mentre gli altri due ingegneri hanno lasciato l'azienda nel corso dell'estate.
A riassumere l'istanza presentata sono le parole del legale dell'accusa Jahan Sagafi, dello studio Outten & Golden, che già ha affrontato processi per discriminazione di genere contro Goldman Sachs e Microsoft Corp.
In questa azienda i dipendenti di sesso femminile e di colore vengono sistematicamente sottovalutati rispetto ai loro pari maschi e bianchi o asiatici.
La versione di Uber
Nessuna replica da parte del portavoce di Uber, Matthew Wing. D'altro canto, l'azienda ha effettuato alcune implementazioni al sistema di retribuzione, tra cui aumentare gli stipendi che si attestavano sotto la media per le rispettive professioni, garantendo altresì un aumento annuo del 2,5%.
Il provvedimento è stato implementato ad agosto, successivamente alle prime segnalazioni delle tre donne presso la California Labor and Workforce Development Agency, a cui ha fatto seguito il procedimento legale.
Questa è la seconda emergenza "in rosa" che il nuovo CEO Dara Khosrowshahi è chiamato ad affrontare, dopo le denunce di molestie sessuali da parte dell'ex impiegata Susan Fowler, che hanno contribuito a determinare le dimissioni di Travis Kalanick.
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