Qualche mese fa Moleskine ha inaugurato a Milano nel cuore di Brera il Moleskine Café, un café littéraire rivisitato in chiave contemporanea che unisce elementi molto diversi e suggestivi tipici dei caffè letterari, dalle gallerie d'arte, dei negozi e delle librerie, mantenendo però un legame molto forte con il brand e con il capoluogo milanese.
Il format sviluppato in collaborazione con Interbrand, società di consulenza in tema di design e identità di marca, si rifà ai prodotti del brand: un palcoscenico, un'enorme pagina bianca che si riempie di persone che portano idee, spunti, conversazioni e progetti proprio come i celebri taccuini Moleskine vengono riempiti di parole dai creativi di tutto il mondo.
Le linee pulite ed essenziali, la gamma cromatica dai toni neutri, ed il grande tavolo comune al piano terra rimandano immediatamente allo stile di Molekine Café e creano un ambiente dove regna un clima di serenità che invita alla scoperta ed al dialogo, amplificato dalle ampie vetrate a tutta altezza che dilatano lo spazio e creano un legame di continuità tra l'interno, il dehors e la strada.
Collaborazioni d'eccezione, come la partnership stretta con la torrefazione milanese Sevengrams, garantiscono un espresso attentamente selezionato ed una combinazione di aromi e sapori provenienti da tutto il mondo, pensati per favorire la creatività, agevolare la riflessione ed il dialogo.
Moleskine è un'azienda con una storia breve - è stata fondata nel 1997 a Milano - ma un'anima antica con un heritage che si rifà a nomi importanti come Hemingway, Picasso e Chatwin, che per primo ha citato il nome moleskine in una delle sue opere, che hanno affidato appunti, schizzi e note al loro fidato taccuino nero.
Incuriositi da questo progetto, abbiamo intervistato Arrigo Berni, CEO di Moleskine.
Partiamo dall’inizio: perché Moleskine ha deciso di inaugurare un café?
Il Moleskine Café è la naturale evoluzione della nostra marca. Siamo partiti 20 anni fa dal taccuino, uno strumento che aiuta l'organizzazione del tempo e delle idee, soprattutto in situazioni di mobilità, quando si è in viaggio, in treno, in movimento. Da lì siamo arrivati ad altri oggetti che svolgono la stessa funzione di supporto ai processi creativi, penne, matite, taccuini speciali ottimizzati per il lavoro in remoto, app per il trasferimento dei contenuti dalla carta al digitale, borse per contenere gli oggetti che compongono i nostri uffici mobili, per popolazioni creative sempre più in costante movimento.
Le persone che vivono di parole, concetti, idee, e immagini sono sempre di più, crescono di pari passo con la crescita delle industrie creative, soprattutto nelle grandi capitali culturali del mondo. E sono sempre più mobili. Ora queste persone hanno anche un punto di riferimento fisico in cui ritrovarsi e riconoscersi, per sessioni di lavoro volanti, di lettura, per meeting, per conversare, per energizzarsi con degli ottimi caffé monorigine, per rifocillarsi. Ogni dettaglio è ottimizzato per favorire i processi creativi.
Come descriverebbe l’anima del Moleskine Café? Quali sono i dettagli o le caratteristiche di cui va più orgoglioso?
Quel che ci riempie di orgoglio è vedere come il concept e il design si siano tradotti perfettamente nel vissuto quotidiano. L'atmosfera e la fruizione è quella che ci immaginavamo, un mix di persone che si fermano a leggere, a lavorare a computer, a conversare pacatamente. E ogni tanto un evento, presentazioni di libri, mini mostre, per un pubblico di insider delle industrie creative o di semplici curiosi. Molto rappresentato il pubblico internazionale, anche questo motivo di orgoglio: Moleskine si conferma una marca con un'identità prettamente internazionale, non legato a un'appartenenza nazionale.
Il luogo - Milano, la zona di Brera - ha influenzato il modo in cui il progetto è stato sviluppato?
Brera l'abbiamo scelta perché offre il giusto mix di residenti, imprese attive nelle industrie creative, studenti, viaggiatori, showroom, boutique, ma anche vecchie botteghe, con il nostro glorioso vicino di casa, Rossignoli Cicli. Strade vissute, popolate, dense, con una storia e con un tocco di eleganza milanese. Ma testeremo anche altri terreni, con altri mix di popolazioni e di atmosfere. In Moleskine non smettiamo mai di sperimentare.
Come si immagina il futuro di questo progetto? Avete in programma di esportare questo format in altre città?
Per noi questo era solo un test, un prototipo. Il progetto è pensato per avere sviluppi globali. Si tratta di un formato nuovo, dovevamo sperimentarlo sotto casa, per poi replicarlo nel mondo. Milano, piccola metropoli globale, sede dei nostri HQ internazionali, è un terreno particolarmente favorevole per questi test, perché ha le caratteristiche di una New York, Londra o Parigi in termini di mix di popolazioni, senza essere così dispersiva. Stiamo ricevendo vari segnali di interesse per esportare il modello altrove, a cominciare dalle grandi capitali culturali del mondo.