• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Sisma e catastrofe meteorologica sui social media

    Analizziamo la gestione social della crisi di Croce Rossa, Enel, Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Anas

    26 Gennaio 2017

    Quest’articolo è stato scritto da Giuditta Rossi, Content strategist.

    giuditta rossi

    Il tecnico che si è arrampicato su un traliccio ghiacciato per ripristinare la fornitura elettrica, il soccorritore che ha estratto una bambina dalla neve, l’operatore che ha spianato la strada con una turbina per permettere ai soccorsi di intervenire. Sono solo alcune delle storie di coloro che sono accorsi per fronteggiare l’emergenza nel Centro Italia.

    Sono giorni difficili. L’ondata di neve straordinaria che ha colpito il territorio, aggravata dal terremoto, ha scatenato un’imponente emergenza. A memoria d’uomo non si ricorda una situazione altrettanto grave. Si stima che siano caduti 20 milioni di tonnellate di neve sull’Abruzzo e lo sciame sismico è andato a complicare una situazione già drammatica, fino alla tragedia della valanga sull’hotel Rigopiano.

    Sono numerose le realtà che stanno lavorando sul campo, ma che non stanno comunicando in modo strutturato con la popolazione (come nel caso di Terna, Guardia di Finanza ed Esercito Italiano, solo per citarne alcune). Altre, invece, si sono distinte, tra cui Protezione Civile, Enel, Croce Rossa, Anas e Vigili del Fuoco. I social media diventano un punto di raccolta e un modo per rimanere aggiornati, per fare domande e ricevere risposte.

    schema_social

    La Protezione Civile e le video conferenze stampa

    Con più di 8.000 uomini e donne e 3.000 mezzi, la Protezione Civile si sta dimostrando determinante nelle operazioni nel Centro Italia. L’attività sui social media si sviluppa su Facebook (non è previsto un canale Twitter) e racconta le attività di ricerca, soccorso, evacuazione e assistenza della popolazione.

    Le comunicazioni hanno un carattere istituzionale, ma non per questo algido.

    Per i contenuti di punta, la scelta è ricaduta sul video. Ogni giorno viene postata una comunicazione, sotto forma di conferenza stampa, di esponenti della Protezione Civile come il capo del dipartimento, Fabrizio Curcio e la Coordinatrice della Dicomac Titti Postiglione.

    Una scelta precisa, con cui la Protezione Civile decide di dare un volto umano alla struttura.

    Enel, il racconto della reazione immediata contro la catastrofe meteorologica

    Uno degli impegni più capillari sui social media è stato quello di Enel, che ha riattivato circa 200.000 utenze. Il focus attuale dei canali Facebook e Twitter è visibile già dalle immagini di copertina, che lo sottolineano con la frase “Emergenza neve. Aggiornamenti e news costanti.” In particolare Twitter è stato sfruttato per la sua natura real time per comunicare direttamente con gli utenti in difficoltà (oltre alla linea telefonica attiva h24).

    Enel produce costantemente pillole video e immagini di prima mano direttamente dagli interventi sul campo, raccontando la catastrofe meteorologica attraverso gli oltre 1.600 uomini dispiegati sul campo. Da un lato troviamo il racconto degli interventi, attraverso le parole degli operatori della task force di e-distribuzione. Dall’altro, le testimonianze degli abitanti a cui è stata tempestivamente ripristinata la fornitura.

    sisma_enel

    È la prima volta che un’utility dell’energia utilizza i social in questo modo durante una catastrofe naturale, diventando un vero centro di informazione su cosa avviene sul campo.

    La Croce Rossa e l’impegno dei volontari

    Sono circa 1000 i volontari della Croce Rossa impegnati dall’inizio dell’emergenza e più di 160 i veicoli messi in campo. È un lavoro d’equipe, costante e organizzato, che si rispecchia nel modo in cui vengono gestiti i social media.

    Facebook è il luogo dell’approfondimento. Viene pubblicato circa un post al giorno che rimanda a un articolo con il resoconto degli eventi principali. Twitter è dedicato a un aggiornamento più continuativo. Su entrambi i canali, oltre al report puntuale delle notizie, viene dato grande spazio all’impegno degli uomini e delle donne della Croce Rossa e all’aspetto relazionale dell’assistenza.

    La Croce Rossa mette in evidenza la componente umana e ricorda come niente sarebbe possibile senza l’impegno dei volontari.

    ANAS e gli update sulla viabilità

    Anas si sta occupando nello specifico del ripristino della viabilità e della sicurezza stradale.

    Su Facebook viene dato spazio all’approfondimento con articoli, foto e brevi video non post-prodotti, per cogliere l’immediatezza del momento. Su Twitter gli aggiornamenti sono frequenti e spesso rimandano alla sezione del sito dedicata alla situazione viabilità sulle strade Anas interessate dall’emergenza.

    Le comunicazioni di Anas sono semplici ed essenziali, di servizio. A differenza delle altre organizzazioni, la componente umana è quasi sempre assente e lascia spazio all’impiego dei mezzi di soccorso.

    I Vigili del Fuoco e i video degli interventi

    I Vigili del Fuoco hanno scelto Twitter come canale social per raccontare l’emergenza. Il filo conduttore sono gli interventi di assistenza messi in atto. Gli aggiornamenti sono numerosi e molto spesso accompagnati da video ad alto impatto emotivo, come nel caso delle operazioni per l’hotel Rigopiano.   Una strada, quella scelta dai Vigili del Fuoco, che si concentra sul mostrare le azioni, piuttosto che descriverle.

    Conclusioni: il ruolo dei social media durante una crisi

    Soccorritori da ogni parte d’Italia sono intervenuti prontamente sul campo, lavorando in sinergia per ripristinare la fornitura elettrica e la viabilità, prestare assistenza alle persone intrappolate, distribuire viveri e farmaci, ma anche conforto. E se è vero che l’assistenza si sta svolgendo sul fronte, è vero anche che i social media stanno giocando un ruolo centrale nel tenere informata la popolazione.

    In caso di emergenza, riuscire ad avere informazioni di prima mano in modo tempestivo può davvero fare la differenza. Le organizzazioni, in questo senso, sono in grado di fare concorrenza ai media come storyteller dal territorio, attraverso la produzione di video e foto da veicolare attraverso i social media. E, ancora più importante, possono aprire un dialogo diretto con le persone colpite dalla catastrofe meteorologica.